Slitta il fondo per il salario accessorio del personale regionale
Fondo per il salario accessorio ballerino, alla Regione Puglia. E adesso, con la scadenza odierna che può considerarsi quasi certamente ormai saltata, tornano a battere i pugni sul tavolo i sindacati autonomi, con Carlo Cirasola che ha inviato una nota scritta infiammata a presidente, assessori e capidipartimento dell’Ente, evidenziando che secondo gli ultimi chiarimenti forniti dall’Aran, “…potrebbero non trovare più applicazione e conseguente erogazione nell’anno 2016 alcuni istituti contrattuali che sarebbero stati garantiti se il fondo fosse costituito entro il 31 dicembre 2015”. Dunque, il CsA di Cirasola non nasconde il proprio “disagio e preoccupazioni” per la mancata costituzione del fondo (causa verifiche contabili ancora in essere) che di fatto ha comportato un primo danno economico ai lavoratori della Regione, già fortemente penalizzati (soprattutto le categorie in fascia bassa), non dando attuazione ai progetti. Cosa accadrà adesso? A fine maggio scorso la dirigente del Servizio Personale Domenica Gattulli, prossima al trasferimento a dirigere i servizi consigliari di via Capruzzi a partire da gennaio, aveva adottato alcuni provvedimenti sul salario accessorio, protocollando un atto con oggetto, molto semplicemente, la sospensione dell’efficacia di quel fondo riservato al personale di comparto. E cioè, appunto, proprio quelle indennità ‘extra’ destinate nelle buste paga dei dipendenti regionali. In particolare alla Gattulli, dopo aver approfondito decreti e circolari ministeriali, era parsa necessaria “…una attenta attività di verifica circa l’esatta consistenza del salario accessorio del personale della Regione Puglia, sia nella parte costitutiva che nella parte inerente la destinazione e gli utilizzi del fondo medesimo”, si leggeva nelle premesse della determinazione dirigenziale n. 348 del 27 maggio scorso, quattro giorni prima delle elezioni. Un atto pesantissimo, dunque, che praticamente metteva in dubbio una caterva di precedenti delibere e determinazioni redatte a partire dal 2008, che riguardavano gli stipendi dei dipendenti regionali e che la responsabile del settore personale aveva ponderato davvero a lungo. Per averlo licenziato, come detto, alla vigilia del cambio di guardia tra via Capruzzi e lungomare Nazario Sauro. Un atto che ebbe l’effetto di una valanga all’interno dell’amministrazione Vendola, sia pure in disarmo a poche ore dal voto, visto che la stessa Gattulli, nemmeno due giorni dopo l’adozione della delibera da tregenda, s’era rimangiata tutto. Con un comunicato di poche righe, infatti, lei stessa dichiarava candidamente che l’atto determinativo di cui sopra era finalizzato “…alla mera verifica dei fondi di salario accessorio del comparto” e che “…le indennità a favore del personale regionale del comparto saranno regolarmente corrisposte, così come previsto dal Contratto Integrativo Decentrato, tuttora vigente”. Insomma, marcia indietro su tutto il fronte, molto candidamente. D’accordo, sul salario accessorio la Gattulli ha innestato la retromarcia a 360 gradi e s’è rimangiata tutto. E quando ha firmato la determinazione del 27 maggio, allora, voleva solo scherzare oppure, più semplicemente, ha sbagliato completamente rotta? In fondo, si sa, sbaglia soltanto chi lavora….basta soltanto ammetterlo!
Francesco De Martino
Pubblicato il 31 Dicembre 2015