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Soccorso nuovamente barbone ubriaco in piazza Cesare Battisti

Nei rari momenti di lucidità ha detto ai suoi soccorritori, intervenuti quasi quotidianamente  in suo aiuto nell’arco di un paio d’anni, di chiamarsi Giovanni e di essere originario dell’Ungheria  l’homeless  soccorso ieri mattina verso le 10,30 dal personale del 118 nei giardini di piazza Cesare Battisti nel centro murattiano . L’uomo, alcolista cronico ,poco più che 50enne  con una sorella residente a Modugno,era già stato  ricoverato  presso il policlinico avantieri in tarda mattinata , sempre dagli operatori del 118 ,a causa del suo stato di  totale ubriachezza.  Un ricovero presso il locale nosocomio che non ha sortito nessun effetto in quanto  il clochard   appena fuori dalla struttura sanitaria ha ripreso immediatamente  ad ingurgitare una quantità industriale di vino  che lo ha fatto sprofondare  in una sorta di torpore etilico.

Giovanni ,che insieme ad altri  suoi connazionali ha come sua unica dimora le panchine del giardino di piazza Cesare Battisti, ieri mattina  nuovamente ubriaco fradicio era riverso per terra in stato di semi incoscienza. Come per l’episodio precedente ( già riportato dal nostro giornale) è stato allertato,da parte di alcuni cittadini, il personale del 118 che ,prontamente intervenuto con un ambulanza ed con  l’auto medica , ha constatato  le sue condizioni di salute prestandogli  sul posto le prime  cure del caso.

Giovanni bofonchia qualcosa all’indirizzo dei suoi soccorritori, barcolla , si lamenta poi si siede su una panchina e si lascia accudire; lavato, in quanto i suoi abiti ormai lerci erano intrisi di liquidi organici, l’uomo è stato rivestito con  pantaloni e maglietta nuovi  donati dal consigliere della IX circoscrizione Murat – San Nicola Stefano Milano, che insieme al personale medico ed a una coppia di vigili urbani  ha  assistito a tutte le fasi  del soccorso. Una volta ripulito il cittadino ungherese si è nuovamente sdraiato sulla panchina ,addormentandosi. Dopo  mezzogiorno ,come mostrano le foto, il barbone  per sfuggire alla opprimente calura si è  parzialmente spogliato rifugiandosi e stendendosi sul marciapiede sotto un albero in via Nicolai. Una scena  che ha impietosito numerosi passanti, fra questi alcuni ragazzi ,che si sono immediatamente prodigati in una gara di solidarietà per sfamare e dissetare  Janos Boxodi ,questa la sua vera identità. Stupito da tante premure Giovanni (la traduzione italiana del suo nome) ha ringraziato i suoi  benefattori,raccontando in un italiano stentato di non aver mai mangiato un piatto di pasta così buono, poi dopo aver  ottenuto una sigaretta dal cronista, ha atteso l’arrivo dell’ambulanza  del 118 con  la quale è stato nuovamente ricondotto in ospedale per gli accertamenti del caso.

Quello di Giovanni Janos Boxodi  non è purtroppo l’unico caso in città. Di situazioni del genere, a detta degli stessi soccorritori,ce ne sono a decine tanto da diventare, più che un problema sanitario o di ordine pubblico, una vera e propria emergenza sociale, relativamente alla quale però in un rimpallo di competenze risulta  oltremodo difficile stabilire se ad intervenire dovrebbero essere i servizi sociali  o altre istituzioni.Il P.I.S. (il pronto intervento sociale) ,ad esempio, consultato ieri nel primo pomeriggio ( erano presenti due operatori) durante le  successive operazioni  di soccorso ,ha dichiarato che il caso non rientra nella sua competenza  a causa dello stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche in cui il soggetto si trovava.

 Per Attilio Jannikis ,medico del 118 ,che insieme ai suoi colleghi ha prestato le prime cure a Giovanni ,il cittadino ungherese  è un “volto noto”:

 

Dottore è l’ennesima volta che soccorrete questa persona

 

“Sì,è capitato molte volte che il 118 ,non solo io, ma anche altri colleghi, essendo questo soggetto un etilista cronico,abbia soccorso  in questa situazione, in questo stato soporoso da intossicazione alcolica questa persona. Quindi, come si suol dire, il soggetto sta smaltendo la sbronza.”

 

Non è in pericolo di vita?

 

“Assolutamente non è in pericolo di vita,finchè sta lì a smaltire. E’ ovvio  che se, per esempio ,dovesse cadere dalla panchina  potrebbe incorrere in un trauma cranico, però sostanzialmente per quanto riguarda questa intossicazione no, non è in pericolo di vita .”

 

Dottore a questo punto diventa un caso sociale

 

“E’ fondamentalmente un caso sociale. Diciamo che è un caso medico nel momento in cui, ripeto, potrebbero esserci delle complicazioni, ma per il resto è un caso sociale perché non è il solo esempio, ci sono tante persone ,tanti homeless che essendo etilisti cronici vanno in un supermercato e comprano del vino con pochi euro, e poi  si ubriacano e si riducono in queste condizioni.”

 

Il 118 ,ricordiamolo , su Bari ha 12 postazioni nelle quali sono impiegate oltre 80 persone ,avete 39 postazioni su tutta la provincia. Adesso voi siete qui , ma le vostre unità sono state sottratte ad impegni più seri e gravosi.

 

“Esatto.Considerate che adesso per questa persona sono state sottratte due unità , ovvero un’ambulanza con autista e soccorritore ed un’auto medica  dove ci sono un medico ed un infermiere,oltre all’autista.  Il medico, ad esempio,deve stare qui  anche  per constatare che il soggetto non è in pericolo di vita . In questo momento siamo due unità sottratte all’emergenza.”

 

Dottore attualmente state lavorando in condizioni che possono definirsi non ideali. La vostra ad esempio è l’unica auto medica priva di aria climatizzata. Possibile una cosa del genere?

 

“Si. Non ho difficoltà a dire l’unica auto medica disponibile su Bari e provincia non dispone dell’aria condizionata.”

 

 

 

Piero Ferrarese

 


Pubblicato il 12 Luglio 2012

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