Soffiare sul fuoco della menzogna
Difficilmente la memoria umana si manifesta oggettiva. Piuttosto, tende a riscrivere la Storia. Distinte testimonianze a proposito della stessa cosa tendono a divergere a misura che l’interesse personale, conscio o meno, soffia sul fuoco della menzogna. Il che, di fatto e a posteriori, equivale a rimodulare il passato. Ne sanno qualcosa persino le figure immaginarie. Prendi Deeley, Kate e Anna, i protagonisti di ‘Vecchi tempi’, uno dei lavori più celebri di Harold Pinter. Passano due ore in salotto a rievocare eventi condivisi ma come fossero testimoni alla sbarra e in reciproca contraddizione. Di qui la necessità del drammaturgo londinese di scandire di pause, di silenzi e reticenze il racconto di una serata amorfa. Come rendere in scena questo imbarazzo, questa dicotomia di personaggi contesi fra verità e bugia? Pippo Di Marca tenta la carta del contrasto cromatico. Il contrasto nasce dalla collisione del candore algido di un salotto col buio che periodicamente cade sulla scena a rappresentazione dei momenti più acuti di questa impotenza a rapportarsi onestamente col passato. Consensi poco convinti al termine di questa produzione Florian Metateatro che sabato scorso è stata in cartellone al Kismet per la stagione di Teatri Di Bari. Di Marca sfrutta per intero il vasto palcoscenico del teatro di strada San Giorgio col risultato di dilatare innaturalmente gli spazi. E se la scelta è funzionale al didascalizzare la distanza emotiva che separa i personaggi, il movimento scenico ne esce penalizzato. Questi spostamenti da un divano all’altro, già lunghi quanto promenades, sono enfatizzati dal suono dei passi, un suono che risalta inutilmente in un silenzio che ha sempre dell’imbarazzato, che dà di fiato sospeso (chissà, con un velo di moquette…). Il disegno luci è lento, inutilmente prolungato. In compenso Fabrizio Croci, Francesca Favia e Anna Paola Vellaccio si rivelano più che all’altezza della situazione. Scene e costumi : Laboratorio Florian ; luci : Renato Barattucci – Prossimo appuntamento al Kismet : sabato 19 novembre h 21:00 con ‘Cinema Cielo’, Compagnia La Corte Ospitale. Ideazione e regia : Danio Manfredini. Con Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Danio Manfredini, Giuseppe Semeraro. Luci : Maurizio Viani, realizzazione della colonna sonora : Marco Olivieri ; produzione : Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival Santarcangelo dei Teatri. Spettacolo vincitore del Premio UBU 2004 come miglior regia, ‘Cinema Cielo’ si ispira ad un’opera di Genet. “Un cinema a luci rosse è il luogo dove il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Trasferendo l’opera di Genet in una partitura sonora per quadri e intrecciandola con la vita di un cinema a luci rosse, prende forma un’opera che risuona della complessità del romanzo e lo aggancia fortemente al mondo contemporaneo”.
Italo Interesse
Pubblicato il 16 Novembre 2016