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“Sogno di portare il Bari in A e ammetto di aver pianto quando ho ricevuto la chiamata”

Dalle lacrime di gioia a quelle passate di tristezza, a seguito della semifinale persa contro il Latina, alla promozione con Antonio Conte in ‘A’ con una sola presenza perché giovanissimo, è la storia di Cristian Galano, barese d’adozione con compagna barese e da poco una new entry, il piccolo Ivan. Un ragazzo d’oro che con il Bari è giunto alla sua ottava stagione, ben 176 presenze e 44 reti, più tre in Coppa Italia. Oltre alla maglia del Bari ha vestito la maglia del Gubbio con il suo mentore mister Vincenzo Torrente e conquistando il campionato di C, tanto Bari nella sua carriera, e poi le maglie di Vicenza, Parma senza mai giocarci, Foggia ed infine Pescara, dove era stato messo ai margini dal tecnico Auteri, che conosciamo benissimo anche a Bari per i suoi modi poco ortodossi e gestione delle risorse umane. Galano, ieri, in conferenza stampa si è ri-presentato, lui che a Bari è di casa e la sua volontà ha fatto la differenza, così come ha confermato quello che aveva dichiarato il direttore sportivo Ciro Polito, di essersi scoppiato in lacrime alla chiamata della sua Bari che ha risposto alle armi senza ripensamenti alcuno. Bellissimo il passaggio nel corso della conferenza quando ha detto: “Bari per me vale più della serie A, e voglio raggiungerla insieme, pure se dovesse avere 40 anni”. Su cosa sia stato decisivo per il suo ritorno, quasi inevitabile la risposta: “Il legame a Bari. È un onore indossare questa maglia. Ce l’ho nel cuore e sempre avuto anche quando ero fuori. Non ci ho pensato due volte a accettare. Sogno tutto quello che sognano i tifosi, di raggiungere la B e poi la A con il Bari. Spero sia la volta buona. È successo tutto all’improvviso. Mi ha chiamato procuratore. Non avevo molte scelte, ma Bari vale più di una squadra di A. Poi ho visto che tante cose sono cambiate. Spero sia l’anno buono per tutti. Bari e i suoi tifosi lo meritano e questo gruppo” Polemica e frecciatina, a qualcuno che forse ha additato Galano fuori dai moduli ed idee del mister. Cosa non veritiera in quanto lo stesso tecnico Mignani ne ha esaltato le capacità e voglia del ragazzo, nel post-gara di Monterosi-Bari. Le parole di Galano a riguardo della sua posizione di gioco: “Sono a disposizione del mister e della squadra. Sono in una squadra forte che sta facendo grandi cose ed io sono qui per dare il mio contributo dove occorre. Sono consapevole di essere in una squadra che gioca in modo diverso dalle mie caratteristiche. Mi è capitato altre volte, per esempio quando ho fatto la seconda punta. La posizione? Mi fa ridere onestamente. Quindi se una squadra non gioca con il 4-3-3 non posso più giocare? Non scherziamo. Mi devo adattare ai nuovi meccanismi. Devo capire bene cosa chiede il mister. Ho fatto solo 20’. Mi manca solo un po’ di brillantezza”. Sulla sua condizione fisica il numero 19 biancorosso ha detto la sua con schiettezza: “Sto bene. È chiaro che non gioco tanto, e mi manca la brillantezza del ritmo partita. Per rendere al meglio ho bisogno di giocare, ma ritroverò la miglior condizione in tempi brevi. Con il Messina sono entrato in un momento non facile e di stallo con la squadra avversaria tutta chiusa e pochi spazi. Pensavo di sentirmi peggio ed invece sto bene. Sto lavorando intensamente per raggiungere la migliore condizione ed inserirmi negli schemi del mister”. Da poco è diventato papà del piccolo Ivan insieme alla sua compagna Giorgia: “Sicuramente è un’emozione indescrivibile. Appena ho saputo di Bari è stato uno stimolo in più. Un motivo in più. Mi dà quella voglia in più e per giunta la mia compagna è barese. Sono davvero felice e motivato”. Avrebbe potuto giocare già in serie A, ma per mille motivi ancora non ci è arrivato, il giocatore di grande estro ha risposto: “Mi spiace tanto. Non voglio chiamarla sfortuna. Forse mi è stata negata per molteplici motivi. Sono stato seguito da gente (procuratori, ndr) che non mi ha permesso di fare il salto. Ora sono qui e devo andare in A con il Bari”. Su cosa sia accaduto dopo il fallimento del Bari nel 2018, il giocatore andò via. Galano una volta per tutte ha chiarito: “È normale che un ragazzo di 26 anni vuol cercare di ambire a qualcosa di bello. Penso che la maggior parte di gente lo capisca. Brienza e Di Cesare avevano avuto già una buona parte di carriera e potevano quindi ripartire dalla D. Io speravo in qualcosa di bello”. ’Nessun rimpianto’ come nella celebre canzone degli 883, anche dell’avventura a Pescara dove ha segnato 17 gol in poco più di due stagioni, dal 2019 al gennaio 2021 (giocando pochissimo in questa stagione, ha segnato anche un gol, ndr), il giocatore biancorosso ha risposto: “A Pescara sono stato bene, non lo nego..Tuttavia, con Auteri tante cose non sono andate bene da subito. Volevo andare via, ma mi hanno bloccato ed ho finito per giocare pochissimo. Non amo parlare degli altri anche se lì ultimamente hanno parlato tanto su di me. Io ho sempre lavorato, muto e pedalato. Non mi abbasso ai loro livelli per quello che mi hanno fatto, vado avanti pensando al presente e alla maglia con il quale sono cresciuto e porto nel cuore”.Un tuffo, allora nel passato a quella semifinale di ritorno con il Latina nel 2014: “Stavo male quel giorno, come in molti ricorderanno, facevo le punture per poter scendere in campo senza dolore, ma c’era. Volevo esserci a tutti i costi e non mi tirai indietro. Meritavamo la finale senza dubbio e chissà cosa sarebbe accaduto. Ma ci ho messo sempre tutto me stesso. Ho sempre voluto portare questa squadra in alto e spero di riuscirci adesso”. Da Avellino però continuano le provocazioni, in particolare dalla guida tecnica Braglia, non amato neanche dalla tifoseria stessa, il quale al termine di Catanzaro-Avellino ha lanciato l’ennesimo guanto di sfida al Bari. Ma Galano da giocatore offensivo quale è, ha voluto rispondere senza mandarle a dire: “Dico quello che penso e dovrebbero pensare di più a casa loro. Noi guardiamo solo in casa nostra. Ci vogliono mettere il pepe… ma non dobbiamo avere paura di nessuno tanto meno dell’Avellino. Dobbiamo pensare a noi e a raggiungere il nostro obiettivo”. Negli anni Galano è maturato calcisticamente su questo aspetto il giocatore barese di adozione ha ammesso di essere cresciuto su tutti i piani, ed ha aggiunto sul calo delle presenze di pubblico: “Non sapevo di questo aspetto. Me ne sono accorto domenica. So quanto può dare la tifoseria alla squadra. Anche con il Messina se ci fossero stati più tifosi ci sarebbe stata una spinta in più. Sono troppo importanti. Spero possano tornare”. Il suo feeling con il gol alla fine non manca ed ha garantito: “In questa stagione ho segnato solo in Coppa Italia. Mi manca tantissimo il gol, anche perché ho giocato poco. Mi manca un pizzico di fiducia in più”. Sul primo di altri quattro derby che il Bari dovrà affrontare l’ex numero undici biancorosso ai tempi di Fabio Grosso ha detto: “Non ho mai giocato gare ufficiali” anche se c’è un precedente il 22 agosto 2012 quando il Bari sfidò in amichevole il Monopoli al ‘Veneziani’ 1 a 3, per il Bari le reti di Iunco, Caputo ed Albadoro, dall’altra parte l’ex Bari Strambelli ed in quell’occasione Cristian Galano in panchina che subentrò all’infortunatosi Antimo Iunco. (Ph. Tess Lapedota).

 

M.I.

 

 


Pubblicato il 9 Febbraio 2022

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