Cultura e Spettacoli

Sogno e Ragione, il braccio di ferro

“Gli scettici sono … i soli che affrontano i fatti misteriosi con un atteggiamento critico… sono curiosi ma non creduloni…”. Così un’assai giovane e preparata saggista nel suo libro d’esordio edito nel 2009 da Aracne e oggi ristampato. Silvana Calabrese è una scettica. Appassionata del Vero, ama procedere oscillando su un filo sospeso su un baratro di abbagli e menzogne. Il suo ‘Tutti i misteri sono risolti’ è selezione del grande repertorio del Mistero. Le seduzioni di Ufo, Graal, Atlantide, Stonehenge e altri interrogativi storici sembrano insufficienti a saziare una curiosità alimentata con studio puntiglioso e multidisciplinare. Ogni pagina è cronaca appassionata di un braccio di ferro a più riprese. Da un lato la forza irresistibile del sogno, dall’altro quella non meno potente del metodo d’indagine scientifico, disposto a gettare la spugna solo al cospetto di prove inoppugnabili. Appassiona questo andare un po’ a zonzo per cerchi di grano, triangoli maledetti, mostri degli abissi, yeti e piramidi. Si percepisce come un ansimare ; è lo sforzo prodotto dai  due contendenti (Sogno e Ragione) che a forza di bicipiti si disputano la Verità. Da che parte si schiera il nostro Cronista? Tra le righe si percepisce che il cuore è diviso. Perché se da un lato si svela forte il desiderio di una dimensione della Storia e del Reale più ampia di quella (asfittica) che il sapere ufficiale ci consegna, dall’altro fa resistenza il terrore della disillusione. Per l’anima sensibile è così. C’è chi non ha mai metabolizzato la scoperta di Babbo Natale ; altri sono affogati nella faccia nascosta dell’amore e così via. E’ bello sognare di civiltà extraterrestri, messaggeri celesti e mondi paralleli ; ce n’è bisogno per sopravvivere all’aridità di calcoli IMU, riunioni di condominio, dichiarazioni dei redditi. Solo che certe cose tendono a produrre una deriva insidiosa dalla concretezza necessaria per difendersi dalla rapacità del prossimo, dall’ottusità della burocrazia, da “i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna” (Amleto). Di qui la necessità di un procedere cauto e curioso, il cuore schiuso alla  speranza piuttosto che spalancato, sì da potersi fulmineamente serrare a riccio dinanzi alle minacce  del disinganno. Ugualmente, attenzione. Entrare in contatto con gli Alieni o accedere ai misteri taciuti dai Vangeli, per esempio,  potrebbe non spianarci la strada della Gioia (non è detto che chi scende dalle stelle sia per forza migliore di noi). Per raggiungere la Gioia non abbiamo bisogno di punti esclamativi. Possono bastare quelli di sospensione. La Gioia è dimensione dello spirito che ci dorme nel cuore. Nel suo risveglio risiede la soluzione di tutti i misteri.

Italo Interesse


Pubblicato il 26 Luglio 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio