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Solo a Bari pignorati 315 immobili nei primi tre mesi di quest’anno

Sembra purtroppo non conoscere limiti il triste primato dei pignoramenti immobiliari a Bari, piaga da sempre allacciata strettamente agli sfratti esecutivi. Ogni trimestre si registra, infatti, un aumento esponenziale dei pignoramenti delle case dei cittadini baresi. Dai dati forniti dal competente ufficio del Tribunale di Bari emerge che nel primo trimestre 2013 sono stati pignorati 315 immobili. Questo dato, gia’ di per se allarmante, e’ abbondantemente superato dai valori del secondo quadrimestre. Infatti dal 1 aprile al 24 maggio (ultimi dati disponibili) risultano pignorati ben 524 immobili, praticamente uno al giorno.  Un semplice confronto con i dati da noi diffusi in precedenza spiega in tutta la propria drammaticita’ la situazione attuale di gravissima crisi dei cittadini baresi. Mentre e’ rimasto sostanzialmente invariato il dato rispetto al primo trimestre 2012 (313 rispetto agli attuali 315), balza agli occhi l’incremento del secondo trimestre 2013, dove al 24 maggio risultano annotati, come detto, 524 pignoramenti, rispetto ai complessivi 364 del periodo 1 aprile – 30 giugno 2012). Se la tendenza, come sembra, dovesse essere confermata, corriamo il rischio di chiudere i primi sei mesi dell’anno con un numero di pignoramento pari a quello dei primi 9 mesi del 2012, in cui verificarono 969 nuovi pignoramenti di immobili. “Non e’ mai troppo tardi per dare il via ad iniziative serie, concrete e finalmente incisive che pongano fine a questa vera e propria epidemia”, ha dichiarato l’avvocato Massimo Melpignano che e’ anche vicepresidente dell’Adusbef Puglia. Fino ad ora le banche e i governi di ogni colore si sono lavati la coscienza con provvedimenti tampone, quale la sospensione dei mutui ed i fondi di solidarieta’, che non risolvono il problema ma lo spostano soltanto nel tempo. Non e’ possibile accettare l’idea di uno Stato che, con la complicita’ di un sistema bancario duro con i deboli e morbido con i potenti, butta letteralmente per la strada i propri cittadini. Avere una casa e’ un diritto di tutti, costituzionalmente previsto. Le case dei cittadini vendute all’asta in questi tempi di emergenza economica sono un mercato indegno a cui bisogna porre fine immediatamente. Invitiamo i cittadini ad opporsi con tutte le proprie forze utilizzando tutti gli strumenti che la legge consente, tra cui la recente norma sul sovraindebitamento che consente di pagare i propri debiti a stralcio sospendendo la procedura di vendita degli immobili”. L’altra emergenza legata male e piedi ai pignoramenti e quella degli sfratti a Bari. Al 31 dicembre, poco più di mille famiglie hanno ricevuto l’ordine di lasciare gli appartamenti, quasi tutte per incapacità a pagare l’affitto a causa di licenziamenti o riduzioni drastiche di reddito. Anche in questo caso le associazioni di categoria sono scese in campo chiedendo al Comune un tavolo per affrontare l’emergenza, ma senza risultati. Eppure la situazione a Bari è drammatica e non ci sono protezioni per quelle famiglie che non possono più pagare l’affitto e devono lasciare le loro case. Nel nulla, come detto, i tavoli –ma servirebbero a qualcosa? – di concertazione al Comune. Che per di più ha deciso di non integrare il fondo degli affitti. L’oramai ex assessora all’Emergenza abitativa Floriana Gallucci aveva in ogni caso predisposto un protocollo di intesa con lo Iacp per poter rivedere le posizioni di coloro che hanno ottenuto una casa popolare. «Vogliamo ricontrollare i requisiti — spiegava la dimissionaria Gallucci — in caso di cambiamenti, vogliamo rimettere a disposizione gli alloggi a chi ne ha davvero bisogno». In attesa che si liberino altre case popolari, c’è anche la graduatoria (risalente al 2009) con quasi mille  seicento famiglie che si trovano senza casa. E che aspettano e sperano in un tetto, purchessia…

Antonio De luigi


Pubblicato il 10 Agosto 2013

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