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Solo il Comune di Modugno fa sul serio contro l’inceneritore della Newo

Ad agire sul serio, per contrastare la costruzione dell’impianto ad ossi-combustione della società Newo, già autorizzato dalla Regione Puglia nella zona industriale barese, finora è solo il Comune di Modugno. Infatti, l’Amministrazione della cittadina alle porte di Bari, guidata dall’ex magistrato Nicola Magrone, ha convocato per sabato prossimo una seduta monotematica del consiglio comunale per ribadire la contrarietà dell’Amministrazione modugnese all’insediamento dell’inceneritore Newo a Bari, a ridosso del centro abitato. A renderlo noto è stato lo stesso Primo cittadino di Modugno, che ha pure sottolineato la necessità di “dire basta a chi fa solo proclami”, alludendo verosimilmente al governatore della Puglia, Emiliano, al sindaco di Bari, Decaro, ed alle forze politiche presenti nelle rispettive Amministrazioni. Infatti, Magrone pretende “in maniera chiara e netta la revoca dell’autorizzazione all’insediamento rilasciata dalla Regione”. Perciò, per la realizzazione dell’impianto a ossi-combustione della Newo  – come precisano dal Comune di Modugno – che prevede attività di trattamento e coincenerimento di rifiuti speciali pericolosi e non, c’é stato il via libera della Regione Puglia lo scorso 25 gennaio, con il rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), ovvero dell’ultimo atto che perfeziona l’iter di autorizzazioni necessario alla costruzione e successiva messa in esercizio dell’impianto di incenerimento di rifiuti. “Il Comune di Modugno –  ha ricordato Magrone nella nota – risulta essere tuttora l’unico Ente (ndr – territoriale) che ha formalmente dato parere sfavorevole durante la Conferenza di Servizi tenutasi nei mesi scorsi alla Regione ed ha, inoltre, già predisposto gli atti per avanzare ricorso al Tar (ndr- Tribunale amministrativo regionale) contro l’autorizzazione all’insediamento”. Modugno dà avvio a una serie dei consigli comunali monotematici che i sindaci dell’Aro Ba 2, di cui lo stesso Magrone é presidente, hanno deciso di tenere nei rispettivi municipi per proporre l’approvazione di un documento unico che ribadisca le motivazioni tecniche e politiche della contrarietà all’impianto Newo. Sull’argomento è intervenuto con una nota anche un componente della Consulta cittadina per l’Ambiente, Matteo Magnisi, che ha rivelato di aver tentato invano di far presentare da alcuni consiglieri comunali baresi un Odg da portare nella seduta monotematica di lunedì scorso (scioltasi – come è noto – per il venuto meno numero legale e, quindi, con un nulla di fatto), che impegnava il sindaco Decaro a revocare in autotutela, entro 5 giorni dal voto dell’aula “Dalfino”, di tutti i pareri e le autorizzazioni concesse dalla propria ripartizione competente e a trasmettere immediatamente per le vie brevi l’atto di revoca alle commissioni della Regione Puglia che hanno espresso pare favorevole alla Via (Valutazione d’impatto ambientale) prima ed l’Aia dopo. Però, al punto in cui sono i fatti, non sarebbe di certo un atto d’indirizzo del consiglio comunale, quale è per l’appunto un Odg specifico, a bloccare la costruzione e successiva attivazione di un impianto industriale, sia pur pericoloso, ma che ha ottenuto tutti i permessi amministrativi necessari ad esercitare tale attività. Infatti, ora, lo “stop” amministrativo alla realizzazione  dell’inceneritore “Newo” della famiglia Chirò in quell’area può darlo solo l’Ente che ha rilasciato l’Aia, vale a dire la Regione Puglia, che dovrebbe quindi ritornare sui propri passi con una revoca ben motivata della stessa, oppure i giudici amministrativi di piazza Massari se, in presenza di un ricorso “ad hoc”, annullassero l’Aia, per qualche vizio di legittimità negli atti propedeutici ad essa. Uno “stop, quello della Regione, che finora non è pervenuto, nonostante i roboanti proclami e rumorosi starnazzamenti in proposito del governatore pugliese, Michele Emiliano. Di certo, invece, in tutta questa farsesca vicenda finora c’è soltanto il comportamento coerente e lineare del Comune di Modugno, che si è sempre opposto alla realizzazione dell’inceneritore della Newo nella zona industriale barese, dando in ogni occasione istituzionale e non, parere negativo all’installazione di tale potenzialmente pericoloso impianto a ridosso dei centri abitati del nord barese. Fermo atteggiamento, senza tentennamenti alcuni, lo ha avuto perciò – a differenza del “collega” barese Decaro – il Primo cittadino modugnese, Magrone. E la dimostrazione di ciò sta nel fatto che il Comune di Modugno – a detta dello stesso Magrone – ha già presentato un ricorso al Tar, per chiedere l’annullamento della delibera di autorizzazione rilasciata, per la realizzazione dell’opera e la messa in esercizio, dal competente Comitato regionale della Puglia. In definitiva, su questa questione, tra tutti gli “attori” istituzionali che hanno “voce in capitolo” per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, l’operato del Comune di Modugno risulta ineccepibile. Di contro, “ brillano” la contraddittoria e confusionaria azione politico-amministrativa del Comune di Bari e della Regione Puglia, a causa degli (apparenti) contrasti tra gli Uffici tecnici e gli Organi politico-amministrativi. A detta di molti, infatti, sembrerebbe che, in questa vicenda, i primi abbiano dettato la “linea” ai secondi. E’ stato effettivamente così? Non sono in molti propensi a crederlo. Infatti, in tanti ritengono che la “premiata ditta” Emiliano-Decaro anche in quest’ultima circostanza possa aver messo in scena l’ennesima operetta da “teatrino della politica”, dove i due “saltimbanco” stiano interpretando entrambi due parti contrapposte nella stessa “commedia”. E, se così fosse realmente, al confronto il celebre “Arlecchino” potrebbe rivelarsi davvero un dilettante.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Febbraio 2018

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