Cronaca

Soluzione ai debiti? Basterebbe fare a meno di Carbonara e Palese ….

L’assessore comunale al Bilancio della Città di Bari, Giovanni Giannini, con una nota controfirmata dal capo della Ragioneria generale, Francesco Catanese, fatta recapitare recentemente al presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Rella, ha comunicato di voler “rappresentare con congruo anticipo che via della mancanza di alcune informazioni essenziali, è al momento pressoché impossibile delineare uno schema di Bilancio 2010 credibile da sottoporre all’attenzione degli organi competenti”. Le cause di detta impossibilità – sempre secondo l’assessore Giannini – sarebbero dovute al fatto che: “Nel 2013 si assiste ad un ulteriore taglio di risorse statali, rispetto a quelli fatti negli anni precedenti, che pone l’onere di finanziare i servizi fondamentali erogati a livello locale per i cittadini, le famiglie e le imprese del territorio”. E precisa meglio Giannini: “Nel 2013, infatti, ai sensi del comma 6 del D.L. 95/2012, il taglio di risorse statali che si aggiunge a quelli cumulati negli anni precedenti è stimato, per il Comune di Bari, in 14 milioni di Euro”.

In altri termini, l’Amministrazione comunale barese sostiene di essere in grave difficoltà nel garantire alcuni servizi essenziali ai cittadini, per i pesanti tagli subiti ultimamente nel trasferimento di risorse statali che, sommati agli ulteriori tagli previsti nel 2012 dai provvedimenti del governo Monti, ammontano a ben 14 milioni di Euro. Risorse, queste ultime, che non consentirebbero, quindi, al sindaco Michele Emiliano e, in particolare, all’assessore Giannini di quadrare, per l’anno in corso, i conti di gestione dell’Amministrazione comunale barese. La lamentela dell’assessore al Bilancio è apparsa a molti baresi come un voler mettere le mani avanti da parte dell’amministrazione Emiliano a già preventivati ulteriori aumenti di tasse ed imposte comunali, oppure ad una consistente riduzione in servizi importanti per la comunità barese, come ad esempio quelli di manutenzione stradale, scolastica, igiene ed ambiente o, peggio ancora, nell’assistenza sociale, vista la grave crisi economica che sono costrette ad affrontare molte famiglie baresi. Però, la situazione di Bilancio recentemente rappresentata dall’assessore Giannini ha destato sorpresa e qualche ironico rilievo da parte di molti cittadini residenti nelle periferie baresi di Palese e Santo Spirito da una parte, e Carbonara-Ceglie-Loseto dall’altra. E tra questi, a meravigliarsi in modo particolare sono stati soprattutto coloro che da tempo si battono per l’autonomia comunale delle ex Frazioni e, quindi, per il loro distacco da Bari. Infatti, dopo aver appreso da Giannini che il Comune di Bari non riesce a quadrare il proprio fabbisogno di Bilancio per circa 14 milioni di Euro, gli “autonomisti” delle ex Frazioni si chiedono come mai l’amministrazione Emiliano si è opposta e si oppone tuttora tanto strenuamente alle rivendicazioni di autonomia comunale che provengono dalla Prima e Quarta circoscrizione amministrativa di Bari. “Circoscrizioni che, – ricordano gli autonomisti – secondo lo studio effettuato nel 2011 dall’Ipres per conto del Comune, sarebbero delle vere palle al piede per Bari visto che, in base ai dati forniti dal Comune stesso, l’Amministrazione barese annualmente avrebbe una perdita di oltre 10,5 milioni di Euro, rispetto alle entrate, per il territorio di Palese-Santo Spirito e di circa 6 milioni di Euro, sempre rispetto alle entrate, per quello di Carbonara-Ceglie-Loseto”. Un deficit, tra entrate e spese di mantenimento di queste periferie, che evidentemente, se  fosse vero, consentirebbe in modo immediato al sindaco Emiliano ed al suo assessore al Bilancio di risolvere il problema della riduzione dei trasferimenti statali. Infatti, osservano gli autonomisti, basterebbe per il Comune di Bari che l’odierna Prima e Quarta circoscrizione si staccassero da Bari, diventando Comuni a se, ed il bilancio cittadino si troverebbe con un risparmio di spese per oltre 16 milioni di Euro. Vale adire l’importo complessivo che, secondo l’Ipres, il Comune di Bari ci rimette annualmente per avere sotto di se le ex Frazioni, che invece non vogliono più rimanere sotto la gestione politica ed amministrativa del capoluogo. Allora, è quantomeno paradossale il Comune barese da un lato si appresta a varare il nuovo decentramento amministrativo basandosi sullo studio dell’Ipres, ritenendolo attendibile, dall’altro nega il legittimo riconoscimento all’autogoverno a due comunità che hanno i presupposti per tale riconoscimento e, contestualmente, lamenta di non avere risorse sufficienti in cassa, per far fronte a tutti i servizi necessari ai suoi cittadini. Però, nonostante ciò, l’Amministrazione barese pretende stranamente di continuare a mantenere il “dominio” sulle sue frazioni apparentemente deficitarie. Ma su questo argomento, evidentemente, al Comune di Bari a “non quadrare”  non sono, forse, soltanto le entrate.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 11 Maggio 2013

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