Cultura e Spettacoli

“Sono cose che passano”

“Sono cose che passano” per i tipi de La Nave di Teseo, è il titolo dell’ ultimo eccellente romanzo del giornalista, scrittore e filosofo siciliano Pietrangelo Buttafuoco presentato di recente a Bari nell’ambito della rassegna  “Incontri di Autore” della Fondazione Tatarella della quale Buttafuoco è Presidente del Comitato scientifico. Si tratta, come detto, di un romanzo affascinante e seducente che nasce nel cuore della ” sua” Sicilia, poi passa a Roma e si conclude nel porto di Genova. Al centro della storia, Ottavia di Bauci che si sposa col barone Polizzi lasciando poi Palermo e i suoi sfarzi. Però questa storia di amore non è ben vista dalla famiglia di Ottavia. Le pagine di questa chicca sono intrise di formule dialettali, di sicilianità e di proverbi che si alternano all’ inglese. Un caleidoscopio di momenti onirici, descrizioni realistiche, metafore di vita vissuta, ricordi. Il Quotidiano ha intervistato Pietrangelo Buttafuoco.

Buttafuoco, parliamo di questo romanzo: come nasce?

“Nel mio lavoro quando si concepisce una storia bella e questa lo è, si va a fondo e la si porta a termine. Posso dire che è il racconto del vissuto di una tragedia, ma con i toni della commedia”.

Vi è molto della sua Sicilia…

“Certo, ma di autobiografico nel senso stretto poco. La Sicilia e la sicilianità sono soltanto un pretesto e una cornice per inserire questa storia. Lo scopo, tuttavia, è quello di smontare i luoghi comuni, i falsi miti, il pittoresco caricato ed inutile e fare tabula rasa di ogni forma di mito. Al centro l’idea che nulla e nessuno possa oggi considerarsi periferia. Siamo nel tempo in cui domina, non so se è bene o no, l’ idea della centralità, la globalizzazione”.

Che cosa sta accadendo?

“Che siamo pervenuti nel tempo del totalitarismo, domina il pensiero unico e il politicamente corretto nell’ Occidente. Penso con desolazione a quell’asterisco che si mette per evitare di indicare la femmina o il maschio. Si pretende persino di arrivare al controllo delle emozioni e delle sensazioni, nel nome appunto, di una visione diretta e standardizzata della vita e della cultura”.

Lei non ama parlare di religione. Tuttavia varie volte ha sostenuto che almeno in Occidente è crollato il senso del sacro. Perché?

“Infatti è calato se non cancellato. Faccio un esempio e parto dalle tensioni tra Ucraina e Russia. Oggi la vera potenza cristiana e dunque religiosa è la Russia, mentre gli Usa rappresentano il mondo secolarizzato e anti cristiano, dove il sacro è venuto meno. In poche parole la Russia in questo momento storico è la sola potenza dove non si parla il politicamente corretto e dove il sacro è presente. Eppure il Papa ultimamente ha pregato solo per la pace in Ucraina. Fosse stato coerente avrebbe dovuto pregare per la Russia e perchè in quella nazione rimanga come oggi ancora c’è, il senso del sacro ispirato dalla cristianità dei valori”.

Libro ottimista o no il suo?

“Non uso queste categorie. Come le ho detto prima è una tragedia con i caratteri di una commedia”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 1 Febbraio 2022

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