Sorprese in vista per l’elezione segretario provinciale del Pd
Il Partito democratico di Terra di Bari si prepara a celebrare il congresso provinciale. I preliminari sono però iniziati già da alcune settimane e si concluderanno sabato e domenica prossima con l’appuntamento nei 50 circoli presenti nei 41 Comuni della provincia di Bari. La posta finale in gioco è l’elezione del segretario provinciale e di tutti gli altri organi statutari locali, oltre che scegliere i nomi dei delegati che dovranno partecipare al congresso pugliese del Pd. Prima, però, occorre individuare i delegati dei circoli, ripartiti in base al numero di iscritti presenti in ciascuno dei circoli comunali del barese. Ed in vista dell’appuntamento congressuale nel circoli il 2 e 3 novembre prossimo si è scatenata la campagna di tesseramento al partito per l’anno in corso. Un tesseramento che in provincia di Bari, a pochi giorni dal voto nei circoli per la scelta dei delegati, si è più che raddoppiato rispetto al dato del 2012. Infatti, al momento pare che i nuovi tesserati abbiano già raggiunto quota 5000, a cui vanno aggiunte le circa 4300 tessere di coloro che hanno rinnovato l’iscrizione. Finora, quindi, il numero complessivo dei tesserati al Pd in provincia di Bari si aggirerebbe intorno a 9300 unità. Dato, quest’ultimo, che verosimilmente destinato a salire ulteriormente nelle prossime 48 ore visto che la campagna d’iscrizione al partito è ancora aperta e gli intenzionati ad aderire potranno farlo fino ad un attimo prima dell’apertura del seggio congressuale. Ma proprio tale modalità di adesione e la conseguente impennata degli iscritti sta creando problemi e polemiche all’interno del partito, soprattutto per i dati registrati in due province pugliesi, quella di Bari e quella di Lecce, dove l’incremento di tessere rispetto all’anno precedente (che non era un anno di conta interna per il Pd) è di oltre il 100%. Questa vicenda, infatti, è già diventata un caso politico interno su cui è pure intervenuta la commissione regionale di garanzia, che per il momento ha deliberato che si può andare avanti con le operazioni di nuovo tesseramento, salvo decisioni successive nel caso in cui dovessero emergere comprovate irregolarità nelle iscrizioni. Per la cronaca ricordiamo che nell’ultimo congresso provinciale del 2009 il Pd di Terra di Bari aveva raggiunto un tetto di circa 13.000 iscritti, abbattutosi negli anni successivi di oltre un terzo. Ora, in vista della conta del 2013, prevista a fine settimana e valida ai fini dell’elezione degli organi statutari, la corsa ad accaparrarsi la tessera del Pd è ripartita senza indugi e fino a sabato prossimo “Potrebbe – dichiara con ironia qualche addetto ai lavori – raggiungere un traguardo analogo, se non addirittura superiore, a quello del 2009”. Il ticket per partecipare a questa corsa? “E’ alquanto modesto – sostiene sempre con tono ironico lo stesso addetto ai lavori – appena 15 Euro!” A tanto, infatti, ammonta il costo ordinario di iscrizione al Pd per il 2013. Un costo che poi da diritto al voto per le scelte congressuali e, soprattutto, per l’indicazione del nome da delegare al congresso provinciale. Nel barese i candidati in corsa per la poltrona di segretario sono: l’uscente Vito Antonacci, dalemiano doc, e quindi sostenitore della mozione che propone Gianni Cuperlo a segretario nazionale del Pd; la monopolitana Adalisa Campanelli, sostenuta dall’ex europarlamentare Enzo Lavarra e dall’assessore regionale Guglielmo Minervini e, dulcis in fundo, il vice segretario provinciale uscente Ubaldo Pagano, proposto dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, e dal deputato Gero Grassi, che recentemente hanno sottoscritto un patto a livello regionale, per sostenere la candidatura a segretario nazionale del partito di Matteo Renzi. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, domenica sera, dalla mappa dei delegati espressi dai circoli, si potrà già capire chi sarà il prossimo segretario provinciale barese del Pd. E quindi, se l’uscente Antonacci sarà riconfermato oppure dovrà lasciare il posto ad uno degli altri due candidati in corsa per la segreteria. Una corsa che per essere vinta, come è noto, ha bisogno di raggiungere il quorum del 50% + 1 dei voti, e quindi dei delegati dell’assemblea provinciale. Quorum che difficilmente potranno essere ottenuto in autosufficienza da uno dei tre nomi citati, ma quasi sicuramente servirà un accordo almeno tra due di essi, per far confluire i voti di entrambi su uno soltanto e superare così la soglia minima prevista dal regolamento. Al momento, però, l’unico fatto certo è costituito dalle polemiche al vetriolo tra i vari gruppi che sostengono i rispettivi candidati e dalla “guerra” per accaparrarsi nuove iscrizioni e pacchetti di tessere tra i veterani del Pd. Una “guerra” dagli sviluppi imprevedibili, ma forse anche da inattese sorprese. In definitiva anche dai modi di fare il tesseramento, molti deducono che il Pd, nato nel 2007 dalla fusione a freddo tra Ds e Margherita, è un partito nuovo solo nel nome, perché nei metodi congressuali, oltre che nella gestione del potere, è un partito molto simile a quelli definiti “vecchi”. Quel che, però, evidentemente manca al Pd rispetto ai “vecchi partiti” di massa è l’autorevolezza dei suoi leader nel mettere in riga taluni esponenti periferici che, quando sono minoranza invece di concorrere all’unità del partito, giocano alla sua disgregazione. E per questo, forse, che molti addetti ai lavori sono convinti che nel barese per il Pd le vere sorprese si dovrebbero vedere non prima, ma dopo il congresso.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 31 Ottobre 2013