Sos carcere: non c’è più posto nelle celle di corso De Gasperi
Non era mai accaduto, eppure domenica scorsa la casa circondariale di Bari, ormai il carcere più affollato d’Italia, ha chiuso i battenti poiché non c’erano più posti a sedere e nemmeno in piedi. Ormai la situazione è diventata insostenibile in celle dove potrebbero essere ospitati sei/sette detenuti, ne sono stati stipati fino a venti. Roba da non credere, se a raccontare tutto non fossero gli stessi agenti e loro rappresentanti sindacali. “Nelle sezioni ordinarie camere di quattro posti, vengono riempite con dieci detenuti ed i letti a castello raggiungono il muro a quasi cinque metri da terra”, attacca Federico Pilagatti segretario del Sappe, sindacato autonomo maggiormente rappresentativo degli agenti di custodia. Dopo anni di lotte per chiudere la Seconda Sezione, autentico ‘lager’ del carcere di Bari, si pensava che la situazione potesse anche se in minima parte migliorare. “Invece no, a fronte di circa 190 posti regolamentari disponibili(considerata una sezione inagibile), il carcere di Bari ospita circa 530 detenuti quasi il 300 per cento in più. Tutto ciò sta creando –spiega ancora Pilagatti- una situazione incandescente che potrebbe esplodere in qualsiasi momento con danni incalcolabili per tutti”. Anche se per il momento in maniera pacifica, iniziano le proteste dei detenuti che per ora rifiutano il vitto, oppure sbattono le pentole alle inferriate, ma meglio non immaginare cosa potrebbe succedere se la situazione non trova sbocchi a breve. Soprattutto con l’arrivo della stagione estiva. Infatti proprio il caldo oltre ad aumentare le tensioni genera malessere, condizioni igienico sanitarie da terzo mondo, con rischio concreto di epidemie, senza dimenticare il reale pericolo di vita che corrono i detenuti, che di sera per dormire scalano le brande (situate in fila per quattro, come detto, ma a circa cinque metri da terra,) qualora durante la notte dovessero cadere. In questo contesto si possono ben immaginare le gravi difficoltà operative in cui incorrono i Poliziotti Penitenziari di Bari costretti ad un superlavoro, senza che però si sia rinforzato l’organico che già in condizioni normali, risulta ampiamente insufficiente. A seguito di questo superlavoro iniziano le defezioni da parte degli agenti di Polizia Penitenziaria che non c’è la fanno più. Il Sappe, giova ribadirlo, ha chiesto un immediato e non più rinviabile intervento dell’Amministrazione Centrale, teso a sfollare almeno centocinquanta detenuti attualmente di stanza nel capoluogo pugliese. Purtroppo il Carcere di Bari è la punta di iceberg della drammatica situazione che si vive nelle carceri pugliesi, ove monta la protesta della popolazione detenuta che si aspetta provvedimenti di clemenza da parte del Governo. Attualmente a fronte di circa 2300 posti disponibili in regione sono ristretti quasi 4400 detenuti, e ciò la dice lunga sul peso che la regione puglia deve sopportare in materia di sovraffollamento di detenuti a livello nazionale, mentre l’organico della Polizia Penitenziaria è carente di almeno 500 unità. Ormai tutti i mass media conoscono l’enorme divario tra posti regolamentari e presenze di detenuti, ma leggere per esempio che a Foggia su 370 posti ci sono oltre 700 detenuti, a Lecce su 660 posti ci sono quasi 1400 detenuti, a Taranto su 315 posti ci sono 640 presenza, e persino in piccoli Istituti come Turi, a fronte di 100 posti si registrano oltre 160 presenza . Purtroppo ci si è assuefatti anche a numeri da far tremare i polsi anche ai non addetti ai lavori, dimenticando che “….dietro ad ogni numero c’è una persona che vive la propria vita in condizioni terribili talvolta essendo anche innocente, e questo dovrebbe far riflettere, poiché vengono violati diritti primari sanciti dalla Costituzione Italiana che non è certo un pezzo di carta che si esibisce quando fa comodo”, ribadisce Pilagatti. In questo periodo c’è un’altra situazione che dovrebbe far riflettere sono le decine di arresti effettuati dalle Forze dell’Ordine nei confronti delle persone ospitate presso i centri di prima accoglienza, a partire da Bari, che cercano di fuggire con ogni mezzo. Se non ci saranno risposte concrete e adeguate, il sindacato autonomo degli agenti di polizia penitenziaria ha preannunciato che nei prossimi giorni ci sarà una grande manifestazione di protesta davanti il penitenziario di Corso Alcide De Gasperi, con gesti eclatanti ed estremi.
Francesco De Martino
Pubblicato il 10 Giugno 2011