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Sos di Coldiretti e Unaprol per i frantoi salentini. Ma per quelli del nord della Puglia chi ci pensa?

Una richiesta di impegni concreti ed immediati è stata avanzata al Ministero per le politiche agricole e forestali da “Coldiretti Puglia” e dall’Unaprol, ossia l’Unione nazionale dei produttori olivicoli, per scongiurare nell’arco dei prossimi 12 mesi il rischiochiusura ai numerosi frantoli oleari pugliesi, soprattutto nel Salento, dove negli ultimi anni, per colpa delle responsabilità e dei ritardi regionali nella gestione della Xylella con errori, incertezze e scaricabarile, molti frantoiani hanno già dismesso le loro linee di produzione, con il conseguente azzeramento della forza lavoro.Occasione per dette rivendicazioni è stato il recente incontrooperativo avviato presso lo stesso Ministero, secondo quanto concordato qualche tempo fa nell’incontro pugliese tra il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Al tavolo ministeriale hanno partecipato il Capo di gabinetto, Luigi Fiorentino, e il direttore generale, Giuseppe Blasi, che insieme ad una delegazione di frantoiani della provincia di Lecce, guidata dal presidente di Unaprol, David Granieri, ed al presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, hanno discusso delle modalità immediate di intervento, per evitare che ben 251 frantoi salentini, senza sostegni, chiudano i battenti già dalla prossima campagna olivicola. Infatti, ha dichiarato al riguardo il presidente dell’Unaprol, Granieri: “Abbiamo chiesto certezza e tempestività nella spesa dei 70 milioni di Euro previsti per il 2019 e di altri 150 milioni per il 2020, dei fondi Cipe (ndr – Comitato interministeriale per la programmazione economica) da mettere a disposizione immediatamente anche dei frantoi aziendali, cooperativi e industriali, per anni rimasti ingiustamente esclusi da ogni tipo di sostegno”. Da sottolineare che complessivamente sono 491 i frantoi oleari operanti nel Salento, di cui 251 nella sola provincia di Lecce, mentre altri 143 si trovano nel territorio di Brindisi e 97 in quello di Taranto. E per questo nel “Piano Centinaio”, approvato il 13 febbraio scorso nella “Conferenza Stato-Regioni”, fu fatto un preciso riferimento al sostegno dell’ammodernamento degli impianti di molitura ed a supporto della dismissione e diversificazione parziale o totale degli impianti, come richiesto da Unaprol e Coldiretti al ministro Centinaio, ed a cui occorre dare sostanza con provvedimenti certi. “La Xylella fastidiosa – ha rilevato il presidente di Coldiretti Puglia, Muraglia – ha minato profondamente l’intero tessuto produttivo olivicolo e oleario del Salento con una perdita progressiva di produzione lorda vendibile che va dai 50 milioni di Euro della campagna 2016-2017 ai 300 milioni di euro della campagna 2018-2019”. Infatti, ha inoltre spiegato Muraglia, “i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, hanno registrato un calo significativo del quantitativo di olive molite del 50% nella campagna 2016- 2017, del 75% nella campagna 2017-2018 e del 90% nella campagna 2018-2019, con l’equivalente crollo del fatturato e la riduzione del personale impiegato del 90%, oltre al danno stimato per difetto al patrimonio olivetato locale di 1,2 miliardi di euro”. Secondo “Coldiretti Puglia”, per l’emergenza olivicola in atto serve una strategia condivisa tra il Ministero alle Politiche agricole, il Mise (Ministero per lo Sviluppo economico), il Ministero per il Sud e quello del Lavoro, al fine di rendere operativo il “Piano Centinaio” del 13 febbraio scorso. Una strategia che, partendo dalla moratoria sui mutui per garantire la sopravvivenza dei frantoi, preveda urgenti e necessarie misure di integrazione al reddito per 5 anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, o interventi economici a supporto della rottamazione parziale e totale degli stessi. In fine, ha ricordato Coldiretti Puglia,il contagio della Xyella che ha già provocato una strage di ulivi , con 21 milioni di piante infette, è avanzato – come è noto – inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese, lasciando dietro di se un panorama spettrale, mentre in Puglia si continua ancora a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità. Una situazione meno grave, ma non per questo sottovalutabile, è presente per il comparto della trasformazione olivicola nella parte nord della Puglia, vale a dire per i frantoi oleari delle province di Bari, Bat e Foggia, che nel corso delle ultime annate olivicole, a seguito di varie calamità naturali consecutive, hanno subito un calo notevole di lavorazione, con conseguente perdita di produttività e, quindi, di fatturato. Da ultimo il maltempo della scorsa settimana, caratterizzato da una inconsueta e violenta grandinata, potrebbe aver messo a rischio una buona parte della produzione olivicola in fase di sviluppo. Per cui alche per i frantoiani del nord della Puglia anche la prossima campagna olearia potrebbe presentarsi con “non rosee” previsioni. Ma al momento nessuna importante Organizzazione sindacale agricola sembri aver preso ancora in considerazione il problema e le ripercussioni economiche negative da esso potrebbero derivare al restante comparto di trasformazione olivicola pugliese sparso nella parte settentrionale della regione. Ma – come recita un antico detto –  anche per i frantoiani del nord della Puglia, forse, “l’acqua che non è venuta ancora giù in cielo sta!”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Luglio 2019

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