Cronaca

Sos di Coldiretti per l’eccessiva importazione di olio di palma

 

S.O.S. della Coldiretti per l’incremento delle importazioni di olio di palma in Italia. Infatti, nel solo  mese di gennaio di quest’anno le importazioni di olio di palma, rispetto al corrispondente periodo del 2015, sono aumentate di ben il 35% e dopo che nel 2015 per tale prodotto in Italia è stata abbondantemente superata la quantità complessiva in entrata di 160mila tonnellate. L’analisi sulla quota interna di mercato è stata effettuata dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat, dopo che il ministro delle politiche alla Salute, Beatrice Lorenzin, ha deciso di chiedere al Commissario europeo per la salute di avviare con urgenza l’esame del parere dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha segnalato possibili effetti tossico o cancerogeni di alcuni contaminanti che si sviluppano durante il processo produttivo nell’olio di palma e in altri oli vegetali, margarine e alimenti trasformati. Infatti, come ha evidenziato la Coldiretti, l’olio di palma, per il basso costo e la scarsa informazione, tende in Italia (ma anche altrove) a sostituire grassi più pregiati praticamene ovunque nel comparto delle produzioni alimentari, financo in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con un aumento quantitativo delle importazioni praticamente esponenziale. Solo in Italia, infatti, il quantitativo di olio di palma è aumentato di dieci volte negli ultimi 15 anni. Quindi, – ricorda sempre la Coldiretti – per consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori, il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria è stato introdotto l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati. Non è più possibile, infatti, utilizzare per l’olio vegetale una dicitura generica nell’etichetta che indica gli ingredienti dei prodotti alimentari preconfezionati, ma si deve bensì indicare con precisione di che tipo di olio si tratta. Invece, per i prodotti venduti sfusi al forno o in panetteria – conclude la Coldiretti – deve essere sempre esposto e a disposizione dei consumatori, l’elenco degli ingredienti utilizzati. Tra i primi a complimentarsi con il ministro della Sanità Lorenzin, per l’iniziativa di far chiarezza sui dubbi riguardanti l’uso alimentare dell’olio di palma, figurano due deputati pugliesi, il barese Dario Ginefra e la foggiana Colomba Mongiello, entrambi del Pd, che sono anche tra i firmatari dell’interrogazione con cui è stato portato all’attenzione del governo Renzi la richiesta di parere dell’Efsa sulla presunta tossicità di alcuni oli vegetali per uso alimentare. “E’ davvero apprezzabile la rapidità con cui la ministra Lorenzin ha agito, dopo la sollecitazione dei deputati pugliesi del Pd, a tutela dei produttori e dei consumatori italiani che utilizzano e assumono prodotti contenenti olio di palma” hanno affermato in una nota Ginefra, coordinatore dei deputati pugliesi del Pd, e Mongiello, vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle contraffazioni alimentari e prima firmataria dell’interrogazione al governo. “E’ bene sia chiaro – hanno affermato i due esponenti pugliesi del Pd a Montecitorio – che ad essere potenzialmente pericoloso per la salute umana, particolarmente dei bambini, non è solo l’olio di palma, così come non sono solo i consumatori italiani a correre questi rischi”. E, proseguendo, Ginefra e Mongiello hanno poi aggiunto: “Per cui, ha fatto bene la ministra per la Salute a coinvolgere immediatamente e direttamente il commissario europeo per la Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis per ottenere dall’Ue un parere formale e le conseguenti linee comportamentali da adottare”. “Per parte nostra – hanno concluso i due parlamentari pugliesi del Pd – alla ministra abbiamo fatto rilevare che un primo passo da compiere, approfittando dalla recente approvazione degli schemi finanziari del Piano olivicolo nazionale, è promuovere l’uso e il consumo di olio extravergine d’oliva, spremuto a freddo e certamente più salubre degli oli vegetali ottenuti con procedimenti a caldo”. Affermando pure, da ultimo, che: “Non è corretto allarmare gli italiani, ma non bisogna continuare a tacere sui rischi che si corrono a consumare dosi eccessive di olio di palma”. E queste sono notizie che faranno sicuramente piacere al mondo agricolo pugliese, in particolare al comparto olivicolo. “Però, – a detta di qualche autorevole rappresentante della filiera pugliese dell’olio d’oliva di qualità –  non è certo una rondine a far primavera” in un settore, quello dell’extravergine d’oliva per l’appunto, dove da tra troppo tempo è sottaciuta la debolezza nazionale verso le politiche della Ue in questo settore. “L’importante per l’Italia – afferma ancora il rappresentante di filiera dell’olio d’oliva – è aver cominciato a mettere i puntini sulle “i” in ambito comunitario e che poi – conclude lapidariamente con un’esclamazione lo stesso – non ci si fermi con la Ue, come è spesso accaduto per troppe volte in passato, in cambio di qualche piattino di lenticchie!”. E più esplicito di così nella particolarizzazione della situazione del comparto agro-alimentare italiano nella Ue, e soprattutto di quello olivicolo, forse non avrebbe potuto esserlo.   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Maggio 2016

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