SoS pasta locale tra concorrenza sleale e mancati controlli
Al porto di Bari una mezza dozzina di navi scaricano grano estero e altre stanno per attraccare
E’ allarme per la pasta prodotta con grano duro pugliese che viene pagato più del 30% in meno rispetto allo scorso anno, nonostante i raccolti siano stati decimati dal clima. E nel frattempo si intensifica il traffico al porto di Bari di navi cariche di grano straniero, come già denunciato più volte da Coldiretti/Puglia che continua a tenere d’occhio i ruzzoloni del prezzo del grano duro, tipo ultima quotazione alla Borsa merci di Foggia, quand’ha perso una sessantina di euro a tonnellata. Con gli agricoltori che hanno speso per produrre grano fino a 300 euro ad ettaro in più rispetto ai periodi pre-conflitto in Ucraina, la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Italia. Proprio in queste ore sono una mezza dozzina le navi attraccate al porto di Bari per scaricare grano estero, oltre a un altro paio di mercantili che attendono in rada di poter attraccare e altre due in arrivo nei prossimi giorni, per un totale d’una decina di navi cariche di frumento duro proveniente da Turchia, Egitto, Malta, Romania e altri Paesi, soprattutto extraeuropei.
Inaccettabile – afferma Coldiretti Puglia – che di fronte all’aumento del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat a giugno pari al 12%, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato fino 33 centesimi al chilo agli agricoltori che, per potersi permettere anche solo un caffè, devono vendono ben 4 chili di frumento. I ricavi – afferma ancora Coldiretti regionale – non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese con il rischio di abbandono di buona parte del territorio. Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada, balzate del +1018%, passando da 38,3 milioni di chili dei primi tre mesi dello scorso anno ai 428,1 milioni dello stesso periodo del 2023. Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve, invece, specializzarsi, puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Insomma, bisognerebbe adeguare subito le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione, specie in un momento difficile per economia e l’occupazione. Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano. Da qui l’esigenza di aumentare la produzione locale, continuando a promuovere accordi di filiera per stabilità dei prezzi e valorizzazione del grano nazionale, ma anche – spiega ancora Coldiretti – nella ricerca, indispensabile per aumentare qualità e quantità ma anche per contrastare le mutate condizioni climatiche che stanno mettendo a dura prova il comparto produttivo. Tutto questo senza perdere mai di vista l’attività di contrasto a importazioni di grano estero, aumentate rispetto allo scorso anno, nel rispetto del principio di reciprocità nelle importazioni visto che il grano canadese, ad esempio, è prodotto attraverso una pratica vietata in Italia com’è l’uso del glifosate in pre-raccolto. come disseccante. Per concludere, dal grano canadese al pomodoro cinese occorre che tutti i prodotti in entrata in Italia e in Europa rispettino il principio di reciprocità, garantendo così un analogo percorso di qualità nei confronti di ambiente, lavoro e salute. (andelu)
Pubblicato il 31 Agosto 2023