Il Prefetto di Bari, Mario Tafaro, ha disposto ieri la sospensione dalle funzioni del consiglio comunale di Modugno, a seguito delle contestuali dimissioni di oltre metà (ndr – 20 su 24) dei componenti dell’assemblea comunale, con la conseguente nomina del commissario prefettizio. Incarico, questo, affidato al Vice-prefetto Alfonso Magnatta che, per la gestione provvisoria dell’Ente, sarà affiancato da tre sub-commissari, il Vice-prefetto aggiunto Rachele Grandolfo e due funzionari, Roberto Fortini per la Ragioneria e Raffaella Vacca per la parte amministrativa. Nei prossimi giorni, poi, dovrebbe essere formalizzato il decreto governativo di scioglimento del consiglio comunale. Solo allora sarà possibile conoscere il motivo ufficiale in base al quale il Ministro degli Interni disporrà lo scioglimento anticipato dell’Assemblea comunale di Modugno. E dipenderà proprio da tale motivazione, se i cittadini di Modugno dovranno tornare quasi subito al voto, vale a dire entro la prossima primavera, oppure se a Palazzo Santa Croce dovrà rimanere il commissario prefettizio per un periodo molto più lungo, non inferiore a 18 mesi, se le motivazioni contenute nel decreto ministeriale non dovessero essere di semplice natura politica, cioè a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Infatti, se lo scioglimento dovesse essere dichiarato per “ragioni di ordine pubblico”, quali le infiltrazioni di carattere mafioso, allora il commissariamento del Comune di Modugno non durerebbe meno di 18 mesi e potrebbe, per certe situazioni particolari, avere una durata anche di tre anni, come prevedono per questa fattispecie gli articoli 142-143 e 144 contenuti nel Testo unico degli enti locali (Dlgs.267/2000).
Come è noto, a Modugno venerdì scorso sono stati arrestati il sindaco Mimmo Gatti (Pd) e due consiglieri comunali di maggioranza, Saverio Pascazio (Pd) e Vito Carlo Liberio (Api), oltre all’ex sindaco Pino Rana (Udc) e al consigliere Giuseppe Vasile (Mep), già dimessosi un anno fa. Inoltre, sono stati interessati dallo stesso provvedimento di arresto cautelare l’imprenditore barese Giuseppe Antonio Caggiano, il dipendente di un Consorzio di imprese locali, Francesco Stramaglia e cinque tecnici del Comune, di cui due dirigenti, Giuseppe Capriulo ed Emilio Petraroli, e tre funzionari, Sergio Nicola Maiorano, Vincenzo Alfonzi e Francesco Loiacono. Secondo le motivazioni che accompagnano le misure cautelari, giunte al termine di un’indagine della Procura barese iniziata a novembre del 2010, a Modugno sin dal 2003, i soggetti innanzi citati avrebbero organizzato un vero e proprio sistema delinquenziale finalizzato alla commissione di una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione in materia edilizia. Infatti, le vicende messe in luce dalla Procura ruotavano intorno all’Urbanistica locale ed avevano il loro principale centro d’interesse nel connubio creatosi tra alcuni politici e tecnici comunali. A Modugno, tra gli addetti ai lavori ma anche tra i semplici cittadini, da tempo circolavano voci sui possibili sviluppi dell’inchiesta della Procura, poiché i sospetti e le indiscrezioni su una presunta gestione illecita delle autorizzazioni edilizie si susseguivano da quando la Guardia di Finanza si era affacciata negli uffici del Comune, per acquisire atti ed altri documenti relativi all’attività urbanistica comunale. Venerdì scorso, quindi, a Modugno sono stati ben pochi a sorprendersi nell’apprendere la notizia degli arresti. Ed il probabile segno che le imminenti conseguenze dell’inchiesta fossero già nell’aria sta nel fatto che nel pomeriggio dello stesso giorno ben 20 consiglieri comunali hanno presentato le loro dimissioni, per provocare lo scioglimento anticipato del consiglio, verosimilmente allo scopo di far decadere l’assemblea eletta a maggio del 2011 con motivazioni politiche. Fatto, quest’ultimo, che consentirebbe il ritorno al voto entro breve tempo. Però, non è affatto escluso che la Prefettura di Bari alla luce di alcune informazioni riservate ricevute dalla Procura, possa già da tempo aver avviato la procedura per richiedere al Ministro degli Interni lo scioglimento del consiglio comunale di Modugno per ragioni diverse e ben più gravi. Scioglimento che, probabilmente, potrebbe non essere stato decretato prima, per non compromettere le indagini in corso e che ora, invece, potrebbe essere effettuato. Ed in questo caso, come già accennato, il ritorno al voto per le amministrative di Modugno si allontanerebbe di parecchio, lasciando lontano dalla gestione del Comune la politica e, quindi, i tanti politici locali che forse sperano in un loro rapido ritorno a Palazzo Santa Croce. Infine, tra le tante ipotesi, non è da escludere che il Ministero nel caso dovesse motivare lo scioglimento dell’Assemblea per sospette infiltrazioni a carattere mafioso nel Comune di Modugno, possa anche nominare un Commissario diverso da quello nominato ieri dal Prefetto di Bari. Per la cronaca, ricordiamo che il vice-prefetto Magnatta è stato fino a maggio scorso commissario prefettizio al Comune di Sammichele di Bari. Infine, sempre ad onor di cronaca, ricordiamo pure che nel novembre del 2009, quando al Comune di Valenzano si verificò una situazione simile a quella di Modugno, il Ministero non ravvisò gli estremi per attivare la procedura di commissariamento straordinaria per infiltrazioni di carattere mafioso, per cui si tornò al voto a fine marzo del 2010. Quella di Valenzano, però, fu tutta un’altra storia. A Modugno, invece, non si escludono possibili altre sorprese.
Giuseppe Palella
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