Cronaca

Sottopasso di via Tunisi: sempre rotto l’ascensore per disabili…

Niente da fare: ieri era venerdì ed era ancora ‘Fuori Servizio” l’ascensore di via Emanuele Mola, vicino al sottopasso che taglia col suo fascio di binari in due la nostra Città. E siccome oggi è sabato, è praticamente impossibile che qualcuno si ricordi di quel montacarichi rotto che costringe anziani, mamme coi carrozzini, ciclisti e casalinghe coi loro carichi di spesa a farsi a piedi un bel po’ di scale. Rotto per l’ennesima volta dopo manco due anni dall’inaugurazione, con la sua scia infinita di lamentele anche a causa della sporcizia e mancanza di sicurezza. Eggià, prima l’ascensore per disabili rotto già dal giorno dell’inaugurazione, che praticamente continua a non funzionare una settimana sì e l’altra…pure, e ora le deiezioni canine grosse come pietre, lasciate nel bel mezzo del sottopasso, di prima mattina. Perfino il fisarmonicista rumeno che alle 7:00 o giù di lì si trova già là sotto, allarga le braccia e spiega che il padrone è giovane e maleducato, perché lui glielo ha fatto notare e s’è beccato un bel grappolo di parolacce. Una vera delusione, per chi sperava in un’opera se non all’avanguardia rispetto a quelle che ci sono in altre città, almeno dignitosa, mentre nel nostro caso l’ascensore per disabili spesso si ferma anche per un mese intero. Alla faccia dei disabili! Ora, come detto all’inizio, c’è ascensore sempre rotto, ma parliamo anche della sporcizia e dei rifiuti (bottigliette di plastica, cartacce e contenitori in plastica in particolare…) che hanno già invaso scale e sottopasso e che come minimo testimoniano –oltre all’inciviltà di troppi cittadini, giovani e vecchi…- la carenza di operatori ecologici comandati a ripulire quell’area vicina al centro. E non parliamo della sicurezza, visto che ci troviamo, tra via Dieta di Bari e via Emanuele Mola, vicino alla Stazione Centrale, anche se in una zona più nascosta ad occhi indiscreti e per questo facile preda di teppistelli e topini. Del resto si sa, la Città di Bari dispone di altri frequentatissimi sottopassi: uno all’altezza di Parco Perotti, l’altro in prossimità dell’Istituto Marconi, in corrispondenza dell’abolito passaggio a livello fra le vie Oberdan e Sonnino. Nonostante la sorveglianza remota (telecamere in funzione h 24), anche là sotto i vandali la fanno da padroni. C’è persino chi quei corridoi li percorre in motoretta. Appena si fa sera, la gente li diserta lasciandoli alla mercé di baby gang e balordi, preferendo scarpinare per trecento metri in più e raggiungere il più affidabile sovrappasso pedonale che da viale Imperatore Traiano porta a viale Japigia. Il conto dei sottopassaggi pedonali del capoluogo non è finito. C’è anche quello che costeggia il sottopassaggio automobilistico via Brigata Bari – viale Pasteur. Un’altra trappola per topi, per certi versi il peggiore e più pericoloso di Bari, secondo molti. Infatti, in realtà, questo budello impraticabile per un claustrofobico, lungo duecento metri, perennemente buio per via di malfunzionante sistema di illuminazione e sospeso a sette metri d’altezza rispetto al piano stradale non consente scampo al passante (nessun automobilista può far caso a cosa avviene lassù malgrado le ampie vetrate pensate per difendere i pedoni dai gas di scarico). Poi, come detto all’inizio, c’è quel maledetto ascensore rotto che costringe disabili e donne con i loro carrozzini a salire le rampe di scale con grande, grandissima fatica. Aspettando che gli uffici tecnici competenti intervengono, mentre su via Tunisi fa bella mostra il quadro contenente l’estintore: rotto anche questo, con la bombola rossa completamente scarica. A Bari chi non può usare l’ascensore, fa prima ad affidarsi al buon cuore dei passanti per sollevare disabile e carrozzina, piuttosto che sacramentare contro il Comune che s’è fidato di un’impresa poco accorta, nel montare un ascensore che si rompe un giorno sì…e l’altro pure!

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 11 Febbraio 2017

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