Spalancate le porte agli impiegati a tempo determinato
E’ un piccolo emendamento aggiuntivo alla legge d’assestamento e prima variazione del bilancio discusso in Aula Regionale l’altro giorno, infilato quasi alla chetichella, che potrebbe aprire le porte del sospirato posto fisso alla Regione Puglia. Il consigliere Michele Losappio (Sinistra e Libertà), infatti, ha vergato in poche righe l’emendamento da aggiungere all’art. 13/bis prendendo spunto dalla programmazione triennale del fabbisogno per gli anni 2011/2012 e 2013. Un piano, si badi bene, fondamentale per la progressiva assunzione del personale non dirigenziale in servizio alla data d’entrata in vigore della legge. Parliamo, tanto per capirci, di sistemare gli impiegati assunti già assunti mediante selezione pubblica con rapporto di lavoro a tempo determinato regolato dal contratto collettivo nazionale, ma anche di quello in servizio con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. E cioè centinaia e centinaia di giovani selezionati nei mesi scorsi tramite le cosiddette ‘short liste’ che hanno preso servizio a tempo determinato in Regione per coadiuvare il personale di ruolo nella redazione degli elenchi per centinaia e centinaia di aventi diritto ai master ‘Ritorno al Futuro’, o le aziende aspiranti ai finanziamenti Fesr e Por. Tutti giovani e meno giovani che hanno preso servizio senza concorso pubblico, con semplici selezioni già scesi in campo per il sospirato posto fisso. E’ proprio per loro che l’ex assessore barese Losappio ha deciso che si potrebbero spalancare le porte degli uffici regionali, ma “…fatte salve le progressioni di carriera del personale interno già bandite o in itinere e le procedure concorsuali già deliberate”, come si legge nel testo dell’articolo aggiuntivo. Un emendamento all’interno d’una legge regionale che, però, potrebbe presto finire per incappare nelle maglie sempre più strette della Corte Costituzionale, che in materia di assunzioni e personale ha sonoramente bocciato la Regione di Vendola e Losappio già svariate volte. Un rischio calcolato, in ogni caso, in vista della sistemazione di centinaia di giovani provenienti in molte casi da quelle fabbriche di Nichi che assicurano voti e consensi in campagna elettorale. Giovani che hanno già dato prova di impegnarsi dietro le scrivanie della Regione per inquadrare le aziende più meritevoli in vista d’un finanziamento europeo o per le attività di Call Center.
Il sogno della stabilizzazione potrebbe diventare realtà
Come quello Informativo Regionale Sanitario e del “Sistema di Informazione e Comunicazione in Sanità” (il nuovo sito internet della Sanità, per intenderci). Un caso di scuola quello dei venti lavoratori precari della società controllata e diretta dalla Regione: gli operatori del Call Center Sanitario. È una storia che va avanti da sei anni, proprio nella Regione degli slogan anti governativi per combattere il precariato. Una serpe in seno al palazzo di via Nazario Sauro che puzzava di ipocrisia politica e che potrebbe essere risolta grazie all’emendamento Losappio. Venti giovani che da sei anni vivono il tormento della precarietà, dell’incertezza e che oggi, a denti stretti, tornano a sperare dopo essersi lasciata sfuggire tutta la loro disperazione, nelle settimane scorse. Ma andiamo con ordine. A marzo scorso, la Giunta Regionale ha approvato una delibera di integrazione alla n. 2679 del 2009 per rimpolpare le finanze della spa in questione, relativamente proprio alla sua attività di gestione e conduzione del Call Center (che risponde al numero verde 800955155) e della gestione del sito internet. La Giunta –che sempre si esprime con forza a tutela del lavoro- ha così distribuito le risorse: per il 2010, sono stati stanziati 1.708.600 euro, di cui 220 mila euro per la prosecuzione del Call Center e 1.488.600 euro per il sito internet. Per gli anni 2011-2013 invece, 2.232.898 euro solo e ancora per il Sistema di informazione. Una doccia fredda per i lavoratori del centralino che da anni attendono un contratto a tempo indeterminato. Insomma, tutti quei soldi per un sito internet, quando ci sono precari che ormai non sanno più che cosa significhi pianificare un progetto di vita a lungo termine e che vivono con la mannaia di contratti trimestrali o anche meno? Piuttosto strano. Sette di loro sono al Call Center informativo, quello che gestisce il numero verde; un solitario è dislocato presso il Cup e intra moenia del Giovanni XXIII; e dodici sono occupati presso il Cup e intra moenia del Policlinico di Bari. Tutti, chiaramente, fanno parte del progetto di cui sopra che fa capo ed è gestito da Innova Puglia. Per più di cinque anni, hanno lavorato per venti ore settimanali con un contratto part time a tempo determinato, percependo 500 euro al mese. Successivamente sono riusciti ad ottenere un contratto sempre a tempo determinato, ma full time, con un aggiunta alla busta paga di 400 euro al mese. In sei anni, per questi operatori stipendiati da Innova Puglia ci sono state ben diciotto proroghe al contratto, senza pensare mai, nell’arco di sei anni, alla loro stabilizzazione. La Puglia dei “precari mai” attende di trasformarsi nella Puglia degli ‘impiegati per sempre’….Consulta permettendo.
Francesco De Martino
Pubblicato il 2 Luglio 2011