Cronaca

Spariscono le isole ecologiche, monumenti allo spreco

Isole ecologiche o monumenti cittadini al degrado, sporcizia e spreco? Nel dubbio, così come previsto dal programma degli interventi del progetto “Bari per bene” nella città vecchia, ieri l’Azienda municipalizzata all’Igiene Urbana (Amiu) ha rimosso l’isola ecologica, ormai in disuso da diversi anni, posizionata a largo San Sabino. E sempre in giornata è stata effettuata la rimozione di altre due isole ecologiche nel quartiere Fesca, in via Tomasicchio con angolo via Leoncavallo e nel quartiere Libertà, in piazza Disfida di Barletta. Per l’assessore all’Ambiente Pietro Petruzzelli è stato un intervento programmato per cui l’Amiu ha stabilito di procedere anche con la rimozione delle isole ecologiche presenti in altri quartieri, così come richiesto. <>. In effetti ora pochi rammentano che quelle isole erano state installate nel 2003, al costo di un milione e 74mila euro: una ventina a Bari tanto volute dall’ex amministrazione guidata da Simeone Di Cagno Abbrescia per rilanciare la raccolta differenziata. Un progetto che all’inizio partì con entusiasmo, ma che nel giro di qualche tempo si trasformò in un vero e proprio fallimento, anzi, come disse qualche consigliera della stessa maggioranza di centrodestra, una vera “trappola ecologica”. Anche perché i cittadini, credendo di ottenere più sconti sul pagamento della tassa dei rifiuti, ciò che invece è rimasto un vero e proprio miraggio per i contribuenti baresi. Il sistema, in realtà, è andato in tilt nel tempo, trasformandosi in moltissimi casi in vere e proprie discariche a cielo aperto dove, specie nei quartieri periferici, si scaricava di tutto e di più. Una specie di progetto ‘Poma’, quello delle isole ecologiche, che però la Corte dei Conti non ha mai pres in seria considerazione, anche se negli ultimi anni il Comune di Bari ha speso più di 100mila euro per rimuoverle, salvo le ultime alle quali sta provvedendo l’amministrazione guidata da Antonio Decaro, con una media di circa 10 mila euro a isola ecologica per provvedere alla rimozione. Vale la pena di ricordare gli obiettivi roboanti strombazzati dagli amministratori comunali di ogni ordine e colore che dal 2003 si sono succeduti a Palazzo di Città sullo sperpero isole ecologiche, che corrispondevano, in quegli anni, al 35 per cento di differenziata, pari a circa 60mila tonnellate di rifiuti distinti tra carta, plastica e vetro. La promessa di provvedere il prima possibile alla rimozione di questi ultimi monumenti allo spreco è il minimo che potesse fare il sindaco Decaro e l’assessore al ramo anche dal punto di vista della tutela igienico e ambientale in Città.

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 6 Giugno 2015

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