Spigolature di fatti e misfatti (16)
Nell’anno scolastico 1972 – 1973 ho Insegnato in Sardegna, a Silanus in Provincia di Nuoro, un simpatico Borgo di 2163 Anime, Posto su una collina di 463 metri sul livello del mare. Non Ricordo se le corriere, che partivano e partono da Macomer (snodo ferroviario importantissimo per chi dal continente e da Olbia doveva e deve raggiungere Sassari o Cagliari), attraversavano Silanus ma, molto spesso, si fermavano alle falde della collina, lungo la superstrada che da Sassari si dipanava e si dipana da nord a sud per tutta la Sardegna, sino a giungere a Cagliari. Similmente alle falde della collina era situata una stazioncina, in cui si fermava un trenino che da Macomer aveva l’ultima fermata a Nuoro. Negli anni ’70 del secolo scorso, non So se nel 2018 abbiano istituito dei veicoli navetta, per arrivare alla sommità del collina, bisognava scarpinare per qualche chilometro, e per il Viaggiatore, come ME, che arrivava stanchissimo dalle “itale sponde”, tediato dal freddo invernale o dal caldo primaverile, non era una bella prospettiva di vita, che gli si parava davanti, per GuadagnarSi il luogo della sua sopravvivenza (160.mila lire mensili). Comunque, non era tanto la fatica della scalata alla vetta collinare, quanto la Commozione, il Turbamento, la “Pietas” a SorprenderMi, ognora, nel Vedere o Percepire lungo e ai lati di tutto il viale che, dalla stazione o dalla superstrada, portava a Silanus, ad intervalli di pochi metri, una filiera di Croci in Ricordo dell’Olocausto, al quale furono Forzati i Giovani Silanensi o Silanesi nella prima “guerra mondiale”. Cari miei 25 Lettori, se, ancora, nel 2018 Silanus Conta 2163 Anime, è facile Dedurre che quella maledetta guerra di Esso si portò via, in tre anni di durata, intere Classi di età di Giovani. Nonostante l’accorato “Remember” di quella Segnaletica di Morte, che Accompagna residenti e non di Silanus, se dovessero, per qualsiasi ragione, percorrere il viale, di cui sopra, una mia, pur, carissima Alunna, Sarda e di Silanus, che nel 1972 (l’unico anno in cui ho Insegnato nella scuola dell’obbligo) aveva 15 anni o poco giù di lì, ha tentato su “facebooK” un sondaggio nella speranza di trovare consensi per un’eventuale reintroduzione nell’italietta della “leva o coscrizione militare obbligatoria”. Perché, secondo Lei, solo siffatto provvedimento sarebbe in grado di tarpare le ali ai bollenti, non rare volte criminali, spiriti di gran parte dei giovani di oggi. A Commento del suo ”post” su “facebook”, IO Le ho Risposto con tali incazzati Accenti: ”Per ripristinare nelle caserme il famigerato, miserabile, esecrabile “nonnismo” impunito ? A migliaia, nei molti decenni in cui i giovani, giunti alla maggiore età, furono coscritti, militarmente, le vittime stimmate dall’ ignobile rituale di iniziazione alla vita militare, inscenato dai caporali nei confronti delle reclute! Cosa, allora, avverrebbe nella nostra problematica, a dire poco, attualità nella quale, secondo il questore di napoli, non pochi giovani, anche incensurati, si comportano da “lupi”? Non basta il “bullismo” tollerato nelle scuole? Per Formare Uomini e non per sfornare carne da macello buona per i cancelli, basterebbe la ferma Autorevolezza di due Agenzie Educative: la Famiglia e la Scuola, che genitorucoli e insegnantucoli delle generazioni sessantottine e post, senza palle, hanno distrutto. I primi, facendo ”domi”, mafiosamente, gli “amici” dei loro figli e “in schola” i sindacalisti di essi; i secondi, rassegnandosi per mera viltà al ruolo di scribacchini nei numerosi diplomifici scolastici, avendo il potere progettato di licenziare masse di giovani, provenienti dai ceti popolari, ai quali non si sarebbe potuto, non si potrebbe più negare la scolarizzazione, grecati sì di diplomi e lauree, ma incapaci di Esercitare con la Mente Critica il Democratico Controllo sul suo operato, senza Dire, poi, che gli stessi sono stati, per la loro scarsa Preparazione e Passione Politica, incapaci di Salire sull’Ascensore Sociale, permettendo ai figli di “mamma e papa” di occupare quelle “stanze dei bottoni” nei vari “palazzi” del potere, già, stabilmente, cambronnate dai loro maggiori. In vigore non era la “leva o coscrizione obbligatoria militare” nel “regno delle due sicilie”, i borboni regnanti. Fu introdotta nel funesto 1861, quando diventarono re dell’italietta unita gli omuncoli della casa sabauda, la più gretta, la più conservatrice, ma la più guerrafondaia delle case regnanti d’europa. Alfieri, dovette autoesiliarsi dal piemonte, ove, secondo Lui, si respirava, ovunque, tanfo liberticida di/da caserma. Gran parte dei Meridionali non S’erano accorti, nemmeno, che era cambiato il re e i Giovani Meridionali, che avrebbero costituito lo zoccolo duro dell’esercito italiettino, sotto i savoia fino alla loro cacciata dalla penisola, continuamente, in arme, seppero o S’accorsero di avere una patria,”italia” nomata, quando fu loro imposta la divisa grigioverde. Sì che è tutta da Riscrivere la “storia” del fenomeno sociale, detto “Banditismo”, che ebbe nel meridione dell’italietta la sua cruenta, drammatica esplosione. Gran parte dei Giovani Meridionali e Sardi, dai pennivendoli, servi della menzogna, marchiati come ”Banditi”, Si Diedero alla Macchia e non risposero all’appello alle arme, ché Si Rifiutarono di andare in guerra ad ammazzare o di farSi ammazzare da loro Coetanei. Essi, perché stretti in divise di foggia e colore diversi, da quelle dei loro pari d’età, non Si Sentivano obbligati a versare sangue di Innocenti. Vogliamo, quindi, ritornare indietro di due secoli?”.”O italiani, io vi Esorto alle Storie”. Così, quasi duecento anni fa, il 22 gennaio 1809, Ammoniva Ugo Foscolo nella sua celebre Orazione Inaugurale della Cattedra di Eloquenza nell’Università di Pavia, Conosciuta col Titolo: ”Dell’origine e dell’Ufficio della Letteratura”. A ME non resta altro “Ufficio” che Rianimare e Riprodurre la medesima Esortazione!
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 21 Marzo 2018