Spigolature di fatti e misfatti (29)
Rieccolo il walter veltroni! Ma costui non aveva, non pochi anni fa, da fazio proclamato che, ormai, aveva già dato (male) alla politica; che, quindi, per lui era arrivato il momento di fare altro, magari il missionario in africa? L’avesse detto, invece di prendere l’aereo per qualche disastrato paese d’africa, immantinente, si recò a torino e al “lingotto”(dove altro si sarebbe dovuto e potuto celebrare i fasti e i futuri nefasti di un partito dal dna destroide?) presentò l’ultimo partito, che egli e altri suoi sodali: fassino, d’alema, bersani ecc.,ecc., ecc., faceva sortire dalle ceneri, ancora, fumanti del glorioso“ “pci”, poi, “pds” (partito democratico della sinistra), poi, “ds”(democratico di sinistra), poi,”pd”(partito democratico). Glorioso il “pci”? Bahhh! Comunque, una Storia c’era, un’Organizzazione capillare sul territorio italiettino c’era e, quali che fossero stati, che fossero i suoi silenzi sul marcio italiettino di cui era, appieno, al corrente; quali che fossero state, fossero le sue contraddizioni culturali, politiche; quali che fossero stati, fossero, perfino i suoi inciucianti ”do ut des” con la cattiva democattolicità, con le altissime gerarchie cattoliche, pure costituiva non una Speranza, “sed” La Speranza, non un’Illusione, “sed” l’Illusione. Insomma, dal “pcI al fondo del piano inclinato,dal “pd” costituito, l’aggettivo “SINISTRA” scompare; il povero pci , grazie a veltroni e ai, sopra ricordati, sodali trasloca dal maestoso “Palazzo” di “Via delle botteghe oscure” al ”Largo del Nazareno”. Povero il ”pci”? Bahhh! Le male lingue relazionano che, anche oltre lo strappo definitivo berlingueriano con l’”urss”, il partito, che fu di Gramsci, fu, ampiamente, cibato di rubli dai dirigenti sovietici. In aggiunta, la pciniana nomenclatura non disdegnava i giustissimi, in verità, aiuti statali ai partiti, a seconda della quantità, non della qualità, dei voti che ciascuno di essi raccattava nelle varie tornate elettorali; infine, bisognerebbe mettere in bilancio le risorse monetarie che il “pci” introitava dai benefattori di tutti gli altri partiti, normalmente, di ladroni, dal pubblico mormorio così definiti, sì che craxi, stufato delle monetine in faccia, proditoriamente, scagliategli dai suoi non simpatizzanti, sboccò, accusando i caporioni del “pci” di essere, anch’essi, “mariuoli”, con riferimento ad un suo protetto, mario di nome, a milano governatore di un ospizio per vecchi, che fu trovato con le mazzette di danarose tangenti nelle mutande. Incuteva non timore, ma rispetto, il pciniano “Palazzo” di “Via delle botteghe oscure”! Nell’immaginario collettivo era Sognato, come un’”Enclave”, tra tanto politicume, lezzato di insopportabili cambronnate, di Progettualità “pro populo”, in cui il ”Principe” Machiavelliano – Gramsciano Vigilava sui Destini di Coloro che non avevano voce; di Suprema Eticità, sempre pronta ad essere Usata contro i malfattori, i grassatori, i corrotti, in una roma, che dalla sua fondazione non aveva perso il vizio di avere scheletri negli armadi dei “palazzi del potere”. Un’”Enclave” che, a non molta distanza, doveva scontrarSi con “Piazza del Gesù”, dove il democattolicume ”stabat optime” da vari lustri, tramando ”non optima pro italica gente”. Di tutt’altra appercezione godeva e gode la sede del”pd” al “Largo del Nazareno”, dove i passanti, se per caso avventurano lo sguardo all’interno della catacomba “pdina”, hanno subito la sensazione, nell’esaminare le facce, nell’ascolto fugace del grugnire, nella gestualità, nelle movenze di coloro in essa operano, che il tutto non è il partito di tutti; che tutti non sono di un’unica parte, bensì il tutto si formicchia, predisponendosi i tutti in una giustapposizione insanabile, essendosi essi struccati delle rispettive ideologie, per oltre mezzo secolo collanti delle diverse opinioni, ispiratrici di sintesi politiche o efficaci dighe agli appetiti egoistici, autoreferenziali di singoli o di gruppi in politica per fare affari. Intanto, il tutto è ex ”pci”, ex”pds”,ex ”ds”, cioè, ex di “sinistra” e i tutti sono ex “pciniani”, ex radicali della margherita, ex socialisti, ex sindacalisti della “cgil”, “dulcis in fundo” ex democattolici; La Speranza, anche, e L’illusione, irrevocabilmente, chimeriche “ex”. Rieccolo, quindi, il personaggio, dal negativo calibro politico di veltroni, mai, orgogliosamente, autodefinitosi comunista, nonostante gli onori e le cibanze da lui, dalla sua famiglia, dagli affini di essa ricevuti per decenni dal “pci”. Anzi, l’ex deputato pciniano, l’ex vicepresidente del consiglio dei ministri nel governo del democattolico prodi, l’ex sindaco per due mandati di roma, l’ex segretario generale del ”pd”, veltroni, quando ha potuto, senza rischi per la sua sopravvivenza di politicante e per il pane, si fa per dire, ha confessato di non essere, mai, stato, in “interiore suo” comunista. Anzi, se proprio qualche gocciolina di sangue sinistrorso gli fosse stata distillata, si sarebbe, scientificamente, provato che, al massimo, egli, politicamente, sarebbe risultato un clintoniano o un bleriano, con un accenno, in verità, di purissimo thacherismo. Rieccolo, quindi, il personaggio, a conti fatti, il padre nobile di renzi, finché renzi non s’è fatto spazzare via dalle stanze dei bottoni, da lui, autocraticamente, occupate, dal “corpus” votante, finalmente, resipiscente nelle tornate elettorali in cui il putto toscano s’è, dolorosamente per lui, cimentato. In quale modo, come , perché veltroni “pater” spirituale (per il tono della sua voce, minacciosamente, pacato, l’argomentare doroteo suo è sputato di un gesuita), politico di renzi? Approvando, con lo zittire suo, l’arrembaggio renziano alla segreteria del pd; la renziana predatoria sottrazione della poltrona ghigia dal culo di letta; la renziana cancellazione dell’art. 18 dello “Statuto dei Lavoratori”; la renziana ulteriore rappezzatura dei problemi scolastici con la”cattiva scuola”; il renziano sperpero di denaro pubblico, elemosinando, democattolicamente,, a milioni di italiettini i famosi 80 euro mensili, senza affatto risolvere loro il problema dell’ “arrivare alla fine del mese”; la infida renziana consapevolezza che quell’elemosina si sarebbe tradotta in un congruo numero di voti in occasione delle elezioni europee, così come si sarebbero tradotti, ma non si tradussero in voti, al renzismo favorevoli, i 500 euro, “una tantum”, spendibili in improbabilissimi eventi culturali , ai giovani italiettini, per la più parte discotecari, pubiari, stadiari, senza dire di qualche mosca bianca hashishiara, in occasione del “referendum costituzionale”, rivelatosi per il branco renziano un “boomerang”,
immedicabile, politicamente. Ad onta della tangibile simpatia ed empatia per l’ex democattolico, per l’ex margheritino renzi, per il giovanottino che il berluska avrebbe visto bene operare, destroicamente, nella sua scuderia, non ricca di talenti politicanti di e con successo, come lui,”pro mentulis suis”, il veltroni ha lanciato la sua ricetta dalle pagine di “Repubblica” per rilanciare la “sinistra”, sinistramente bistrattata nelle ultime tornate elettorali, da due ragazzotti senza arte, né parte, pur trionfatori col fare il solletico agli sfinteri di un popolo, politicamente e non solo politicamente, analfabeta,”tamen”, invidioso dei privilegi pensionistici che, in passato, gli eletti da esso, si sarebbero assicurati e, soprattutto, sollecitato a prendersela con gli sfigatissimi migranti, fatti passare come i principali responsabili dei malanni di cui, da sempre soffre, anche perché di essi non se n’è mai voluto o potuto occupare, distratto, ad esempio, dalle calcistiche amenità o, sempre politicamente, in sonno a causa di esse, ad esso somministrate, specialmente dai media televisivi berlusconiani, nemmeno tollerati, bensì protetti dai governicchi di centrosinistra e, se possibile, messi, centrosinistramente, nelle migliori condizioni politiche – amministrative ché,“ut gutta cavat lapidem non vi sed saepe cadendo”(Lucrezio, “De rerum natura”), potessero incitrullirlo e renderlo incapace di Resistenza al martirio del suo cervello, ammesso che ne abbia avuto uno nei secoli e nei millenni. Ecco,la vera Resistenza da Opporre al nemico, non quella alfieriana cruenta, praticamente inutile che, gattopardescamnete, tutto cambiò senza cambiare niente nella società italiettina: infatti, ai fascisti mussoliniani si sostituirono i fascisti democristiani con i quali collaborarono i fascisti del nomato ”arco costituzionale”. E’ la “weltanschauung” fascista che si snoda nella storia italiettina, come lo spirito assoluto hegeliano e la provvidenza manzoniana nella umana relazionalità. Veltroni nell’”incipit” della sua predica, pubblicata su “Repubblica”, afferma che il fare e il dire di salvini e di maio non è “populismo”, ma è “la destra, la peggiore destra”. Ha ragione l’ex (mai stato) comunista! Difatti, il “Populismo” Si Sviluppò, come Movimento culturale e politico in russia tra il secolo 19°e il 20° e Si Proponeva il Miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate e la Realizzazione di una specie di “Socialismo rurale”, mentre non fu “populismo” quello del defunto, politicamente, renzi (figlioccio di veltroni), non è “populismo” quello di salvini e di maio, in quanto il primo cavalcò, gli altri due cavalcano l’onda del malcontento popolare verso la classe dominante, bramando di effettuare un ricambio politico a proprio favore, usando un linguaggio aggressivo. Prendiamo, ad esempio renzi, (figlioccio di veltroni) non usava il verbo,”rottamare”, dispregiativo nei confronti di qualsiasi essere umano, nel disegnare l’allontanamento dalla politica attiva dei vecchi baroni del suo partito e non solo del suo partito? Non si faceva “beffe del pensiero degli altri e lo demonizzava”, definendo “gufi” i, diversamente, opinanti da lui o, irridendolo, sminuendo la statura umana e politica di coloro che, diversamente, da lui opinavano? Ecco, quindi, la famosa esclamazione renziana: ”Fassina, chi?” Inoltre, renzi “non animava spiriti guerrieri contro ogni minoranza” e, in particolare modo, contro la minoranza del suo partito, non ricandidando nelle ultime elezioni politiche molti, se non tutti i parlamentari del ”pd”, che di quella minoranza facevano parte? Non ha tentato renzi di “mettere in discussione il valore della democrazia rappresentativa”, indicendo il “referendum”, ”pro mentulis suis”, sulla sua riformetta della Costituzione Italiana e sull’”italicum”, la nuova legge elettorale, nonostante la “Corte Costituzionale”, l’avesse, preventivamente, bollata, ché, fortemente, viziata di incostituzionalità? La ricetta veltroniana, sui “social” ha commosso e maravigliato le menti e le corde di pizzicagnoli, di macellai arricchiti, di qualche insegnante, di qualche piccolo imprenditore, di qualche studentello con fisime di “carrieraggio” politicante; insomma, di quella piccola borghesia, ognora, in ansiosa attesa, speranzosa di fare il salto di quantità esistenziale ed economica alla classe borghese che, secondo l’Engels dell’ ”Elogio funebre a karl Marx”, in comunione con governi assoluti e repubblicani, che lo espulsero, con i democratici radicali, coprì il Filosofo di Treviri, a gara con essi, di dolorose, infamanti calunnie. Non ho letto “alleluja” per le parole, solo parole , omaggianti veltroni, da parte di operai, di componenti di quelle famiglie italiettine, situate, precipuamente, nelle famigerate periferie delle grandi città, una su 4, esistenzialmente, economicamente, in uno stato di assoluta precarietà e, giacché nel pistolotto di veltroni si accenna alla “società globale”, non Credo che avrebbero suscitato eccessiva attenzione da parte di chi dal “terzo o quarto mondo”parte, non avendo, prioritariamente, altra prospettiva se non la morte. E non poteva essere e andare diversamente in quanto veltroni si è “sdilinguato” in una sequela di intendimenti generici, senza indicare come, perché, quando, con quali mezzi e risorse, a favore di chi teleologizzarli. Egli vuole: l”’unità della sinistra su programmi e basi nuove”. Allora, quali le basi, quali i programmi? Egli vuole che la sinistra definisca “una proposta in grado di assicurare sicurezza sociale nel tempo della precarietà degli umani”. Allora, quale sinistra, quella che sin dai tempi del pci e, in seguito, a rotta di collo, con le varie edizioni del centrosinistra, gettava uno sguardo fugace sugli sfruttati, ma aveva ben saldi gli agganci, neanche dissimulati, con gli sfruttatori, tipo gli agnelli, i benetton, i marchionne, i sinedrianti della “confindusria ? Quali le proposte? E – grege veltroni, gli Uomini di buona Volontà non rimpiangono il passato in quanto esso non è, giammai, passato, esso è l’eterno presente. Sia pure nei modi nuovi dei processi produttivi, coloro che lavorano, producendo plusvalore a un padrone, più non si chiamano schiavi, più non si chiamano servi della gleba, ma sempre sfruttati sono. Ancora, oggi, quindi, Sfruttati e sfruttatori, oltre un miliardo di affamati e di assetati sul pianeta; neoimperialismi e neocolonialismi, con la ciliegina sulla torta, si fa per dire per attenuare il terrore di un pericolo incombente, il pianeta con la febbre e morente. Non caro, giammai comunista, veltroni, contestualmente ai terrificanti problemi irrisolti, non è superata, anzi attualissima è l’UTOPIA Marxiana. Il luogo che non c’è, che non c’è mai stato; la Liberazione dalle secolari catene; il Vivere per tutti, che a tutti permette di Essere Soggetti di Storia, implicante il mangiare, il bere, l’abitazione, il vestire e altre cose ancora; la prima azione storica, consistente nella creazione dei mezzi per soddisfare questi bisogni; la produzione della stessa vita materiale e, soprattutto, grazie ai proletari, ai diseredati di tutti i paesi (non agli operai, non di tutto il mondo, come, falsamente, tradusse togliatti), finalmente uniti, a ciascuno il sostentamento secondo i suoi bisogni e le sue capacità. Questo e non altro il ”Materialismo Storico” di Marx, i cui tentativi di realizzazione sono abortiti in spaventose dittature ché, l’UTOPIA, ciò che non c’è, il luogo che non c’è, può essere solo Immaginata/o da un uomo che c’è, come Marx (La Grandezza di un eminente Artista, Poeta, Filosofo, Scienziato è tutta nelle sue Opere; ad Esse sottratto. egli è uomo, come tutti gli altri, magari peggiore degli altri, come Marx, secondo la”vox populi”, cattivo marito, cattivo padre, mantenuto con moglie, figli e amante dal suo Amico Engels; come Leopardi, da antonio ranieri narrato, di non eccessiva familiarità con l’acqua, spesso compiaciuto dell’irrisione da parte degli scugnizzi di napoli, per la sua schiena non proprio da palestrato), ma non realizzata/o dall’uomo che c’è, capace delle “terribilia, horribilia” che ci sono oggi, che ci furono ieri, che, certamente, ci saranno domani.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 4 Settembre 2018