Spigolature di fatti e misfatti (31)
Una mia Discepola di Silanus (NU), precisamente l’8 – 9 -2018, ha Postato su “facebook” una bellissima foto del suo Paese di 50 anni fa, in cui si vede un rettilieno sterrato, che sale al paese alle falde di dolci colline e percorso da 4 adolescenti, in sella a due asinelli, ai quali era stato dalle loro famiglie affidato il latte da vendere nelle case. Se si era maschi, fin da piccoli, si era avviati alla vita di campagna. Piaga gravissima del “lavoro minorile” che, ancora, esisteva negli anni ’70 del secolo scorso, quando arrivai IO in Sardegna, della quale cercai, inutilmente(ché, ancora, in quegli anni nell’Isola ma, forse, in tutto il Meridione dell’italietta la povertà era endemica), di Rendere consapevoli i genitori dei miei Discepoli. Infatti, MI ero accorto che, durante le ore di Lezione, i Bambini erano, realmente, stanchi, assonnati ché, svegliati all’alba, erano mandati in montagna con l’incarico di custodire le pecore o , come prima Dicevo, di distribuire il latte alle famiglie. Assolto il quotidiano lavoro, quando suonava la campanella della Scuola, entravano in Classe nelle condizioni psicofisiche che ho, con rinnovata Sofferenza, Descritto. Silanus, quindi, il Paese nel quale Sono Salito in Cattedra per la prima volta. Era una scuola media: i miei Bambini ora sono Nonni e non pochi di Essi Sono miei Amici ”Facebookiani”. Lo Studio del Latino (grazie alla scarsa stima che i sinistri, i propositori della fallimentare”scuola media unica”, detestata da Pasolini, i cui gerarchi, a livello periferico e centrale, erano piccolo – borghesi o alto-borghesi con la classica puzzetta al naso, hanno sempre nutrito, razzisticamente, nei confronti delle Classi Popolari, Contadini e Operai, negli anni ’60 del secolo scorso, finalmente, entrate in massa nelle scuole) era stato “declassificato”,”degradato”, nella italiettina scuola secondaria di primo grado, a “facoltativo”, sì che avevo una sola Discepola, in terza media, che aveva Desiderato Assaporare la delicata Razionalità della enorme Lingua Classica. Si Chiamava Mariantonietta Cossu, ora, mia Amica ”Facebookiana”. Immane delitto fu quello perpetrato e si continua a perpetrare nei confronti, Ripeto, delle Classi Popolari: “devirilizzare” la Scuola, dal Punto di Vista Intellettuale, Culturale, Scientifico, Etico, nei suoi Severi, Rigorosi Contenuti e nel suo prioritario Ufficio di Formare i Cittadini, ché alla fine di un lungo percorso di “non scuola”, dalla materna al diploma o alla maturità,fossero, siano licenziati sciami di non Uomini, di non Cittadini grecati, titolati, “sed”, in fondo, analfabeti e senza approfondite, esaurienti Competenze (afferenti alla specificità, precipuità degli studi, a cui avrebbero con Passione dovuto, dovrebbero Attendere), utili per acciuffare quell’Ascensore Sociale, che porta alla “stanza de bottoni”, rimasti di esclusiva, manipolante digitazione direttamente dalle classi, storicamente, egemoni o per interposte persone dei vari renzi, salvini, di maio, i personaggi schermo dei veri detentori del potere. I ragazzi, provenienti dalle Classi Popolari, non avevano bisogno di disperdere in un edificio scolastico i loro Talenti le loro immense Capacità intellettuali, dispersione, che prima producevano nella strada, ma di MetterLe alla Prova, di UtilizzarLe, per Impadronirsi di quegli Strumenti culturali: che per millenni erano stati e, tutt’ora, sono patrimonio di una ristretta minoranza con i quali soggioga, plagiandola, la plebaglia dei poveri di spirito; che a essi Ammanniti, Somministrati da una Scuola, non diplomificio, sarebbero loro Serviti per Resistere (ecco, la vera Resistenza, non quella alfieriana contro mussolini e il suo codazzo di cortigiani) a ogni circonvenzione delle loro coscienze, sì da diventare, ciascuno per la propria parte, Soggetti della loro Storia e della Storia in generale. Per Ritornare alla Foto, il rettilineo (quello che ho Vissuto IO durante il mio Soggiorno di un anno a Silanus) si dipartiva da una, quasi diroccata, stazioncina, incardinata in una tratta ferroviaria, che da Macomer terminava il suo viaggio a Nuoro (insomma, una specie di ”ciuf, ciuf” ansante e sbuffante, degna dei film celebranti l’epopea del “far west” o tipo la romantica ”Bari-Barletta” ”ante Historiam), si innalzava di 800 metri sul livello del mare e, dopo qualche kilometro, si agganciava a Silanus. Il rettilineo di qualche kilometro, per arrivare in Paese, bisognava, duramente, scarpinarlo, perché “in illo tempore” non c’erano mezzi di trasporto “da a” o bus navetta, come oggi si dice. E tanto: di notte o di giorno, col caldo o col freddo, con la tormenta o la brezza, sì che una sera di buio pesto, forse anche per la stanchezza , MI depositai in un canale (parallelo al rettilineo) di scolo delle acque bianche, profondo più di un metro (per la sfortuna delle turme sterminate degli a ME ostili, a secco) e non sto a dire con quanta fatica riuscii a rivedere le stelle che, per dispetto, s’erano nascoste entro una fitta bruma. Il rettilineo era costeggiato, dalla stazioncina fino in paese, sarà, certamente, ancora costeggiato, da entrambi i lati, dalle Croci dei Giovani Silanensi, morti, trucidati nel primo conflitto mondiale. Quelle Croci Stavano a Ricordare al Viandante il tributo di sangue, che Silanus, nel suo piccolo, e le Popolazioni Meridionali furono costrette (molti giovani meridionali, tra i quali, anche sardi, se avvistavano i carabinieri, si davano alla macchia, temendo che la visita, di cui avrebbero fatto a meno di ricevere, dei ”servitori dello stato”, non avendo in essi e nello stato alcuna fiducia, potesse nascondere qualche machiavello del potere, non immaginando che essi fossero i latori, a conti fatti, di un più esiziale machia- avello, cioè, della cartolina precetto, ché si compisse il loro olocausto. Nella sfortunata alea che fossero stati presi, come molti furono presi, era riservata loro, irrevocabile, la condanna a morte per diserzione o lunghissimi anni di carcere)a rendere a una patria matrigna, che si ricordava dei Contadini e dei Braccianti Meridionali, solo quando, serva della corrotta monarchia, della nascente industria siderurgica e metallurgica, i cui padroni avrebbero brindato per gli affaroni che avrebbero fatto con le commesse di stato in regime bellico, si adoprava a imporre ad essi il “grigioverde” per, poi, mandarli a morire sul “carso”. I miei 25 Lettori Riflettano: su una popolazione che all’epoca contava, appena, 2mila Abitanti, era impossibile contare le Croci sulle dita di una mano. Mi Credano i miei 25 Lettori: tutte le volte che Percorrevo quel rettilineo, non potevo EsimerMI dall’indignarMi con ME Stesso, per il fatto di essere uno dei miliardi di uomini che hanno abitato il Pianeta ”Terra” e lo abitano; che, dimenticando di essere figli di un’unica ”Madre”, hanno sparso vicendevole sangue in ogni spazio della “Casa comune” e in ogni Tempo. Sono le mie Riflessioni, Considerazioni ovvie, ma se ci Scandalizzassimo delle ovvietà, se le Mettessimo in Discussione, se le Problematizzassimo, Riacquisteremmo, forse, se, mai, l’uomo L’ha Acquisito, il Sentimento della Fraternità, non di rado, raro tra i nati dalla medesima madre di sangue o biologica, senza dubbio alcuno, anch’essa nata, allevata, cresciuta in una istituzione, la famiglia, impossibilitata a Permettere la Esteriorizzazione dei suoi componenti verso l’Altro, cristianamente, verso il Prossimo, la principale responsabile della latitanza dell’Amore, della Solidarietà tra gli uomini.
Il 13 – 09 2018 è stato Postato su “Facebook” un Video che Riprende Pablo Picasso nel suo “Atelier”, Occupato con serena Passione e con Mano sicura nella Preparazione di una sua nuova Opera. Allora, di fronte alla, quasi, miracolosa, attuale possibilità, altrimenti impossibile nel recentissimo passato dell’umanità, di Godere della famigliare Dimestichezza, nel suo Luogo di Creazione di grandi Capolavori, con uno dei più grandi Artisti del’900, addirittura a molti anni dalla sua morte, grazie allo Sviluppo Tecnologico e alle magie del “Social Facebook” , d’obbligo è Condividere la definitiva Conclusione di Sartre che è, comunque e sempre, l’uomo che fa la Storia “pro se o contra se”, a seconda che si avvalga, responsabilmente, dello Sviluppo Tecnologico, da lui Incentivato, per Rendere più, eticamente, confortevole la”casa Comune” in fraterna Solidarietà con gli altri uomini o lo usi per distruggere, irresponsabilmente, la “Casa comune”, rendendo, esizialmente, problematiche le relazioni tra tutti gli esseri viventi di/in Essa. Ma lo Sviluppo Tecnologico e i ”Social”, Esemplificato il Primo e Rappresentati i Secondi dal Video, di cui sopra, Offrono agli Uomini di buona Volontà immense, democratiche Facoltà e Opportunità di Informazione, di Formazione Culturale e di Etico Ripensamento del passato, per non fare del presente e del futuro di esso miserabili, cruenti cloni. Infatti, il Video , di cui sopra, Frutto dello Sviluppo Tecnologico nella Comunicazione e della Capacità dei “Social” di Mettere, Ripeto, democraticamente, a Disposizione di uno sterminato numero di Fruitori gli umani Fatti nobili e i misfatti umani di inaudita, feroce avarizia, Serve a Ricordarci che la tinozza, in cui siamo stati allevati, sia che in essa ci appiattiamo, sia che di essa ci Sforziamo di Operare l’Oblio dei contenuti e dei metodi pedagogici, non potrà non costituire la piattaforma di lancio del futuro di ciascun uomo. Tanto non deve consolarci e giustificarci di ciò di cui non ci siamo interessati, ché, se di tutta la Storia ciascuno di noi, sia pure in minima parte, è responsabile, è inimmaginabile di quanta responsabilità, personalmente, siamo caricati nel generare la nostra storia. Ad esempio, Hitler (che tentò il successo con la pittura, ma un mercante gallerista ebreo,ehhhhhh?!, gli tarpò qualsiasi ambizione di successo nel Campo dell’arte) è stato un uomo, ma non nel medesimo modo lo è stato Picasso. Se la contrapposizione esistenziale dei due è vera, in qualche modo i contesti sociali, culturali, politici,, economici, in cui il despota e l’Artista si formarono e vissero, contribuirono, inequivocabilmente, a fare dell’uno il folle criminale, dell’altro il Folle (aggettivo sostantivato) e basta. L’Arte è Follia che Aspira a Essere Bellezza. Hitler fallì nella sua aspirazione, Picasso Fu Sublime, cioè Fu “sub Limen” della Bellezza. Riuscì, come tutti i Grandi Artisti, a Raggiungere il Limite di Essa, Sufficiente a PercepirNe l’Idea.
Il giorno 12 – 9 – 2018 Postai su “Facebook” la seguente Domanda ai miei 25 lettori: ”Miei cari Amici, ieri sera in uno stadio francese s’è disputato l’incontro di “calcio” francia – olanda o Senegal – Nigeria? Ché i Calciatori in campo erano al 99% Africani! Per chi (non tra i miei 25 Lettori ché, ConoscendoMi da lunga pezza, colsero, immantinente, l’ironica, retorica laconicità della mia Domanda) o a causa del suo impenitente razzismo piccolo-borghese o a causa del suo buonismo di, altrettanto, piccolo – borghese fattura, temendo, magari, di avere a che fare con un neofita del leghismo salviniano, che protestava per l’invasione dei “negri” anche nel “calcio”, MI Premurai di Precisare il mio Pensiero nei seguenti termini. Ieri sera si giocava, in una certa nazione, in un certo stadio, in un certo giorno di un certo anno, in una certa ora, francia – olanda o una partita di “calcio” tra Nazionali di Paesi Africani? La Verità è che il razzismo, che l’immaginario collettivo presume, sbagliando, teleologizzato nei riguardi degli Uomini di Colore, nei riguardi degli Ebrei (i 6 milioni di Ebrei, fatti da hitler gasare nei suoi ”luoghi di lavoro”, furono al despota forniti dai ghetti delle grandi città europee, ma non furono toccati gli ebrei dell’alta finanza, della grande industria, responsabili dell’ascesa del folle burattino al potere), nei riguardi della grandiosa Sequela di Biblici Maledetti (Vedere l ‘assassinio di Pasolini), colpisce i reietti di ogni tempo e di ogni spazio mondano, tutti i transfughi dal coro, cortigiano del potere, i rompicoglioni della plebaglia, della sottocultura di essa, pregna di pregiudizi, e non perché hanno la Pelle Nera, non perché sono Ebrei, non perché Marchiati dalla maledizione della bibbia.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano.
Pubblicato il 18 Settembre 2018