Spigolature di fatti e misfatti (36)
Parliamo di bitonto. Dal resoconto della premiazione di un suo nativo che, pare, nel mondo si distingua, a firma del cronista di un quotidiano cibernetico locale, leggo uno stralcio dell’intervento del sindaco di bitonto, michele abbaticchio, che così recita: ”I suoi successi (cioè, quelli del nativo di successo) sono non solo motivo di orgoglio per questa città (perché abbaticchio non usa l’aggettivo possessivo:”nostra”? Bahh, misteri della comunicazione! ”Lapus linguae” il suo, o l’utilizzo di “questa” per “nostra” rivela un malanimo, freudianamente, rimosso nell’inconscio, nei confronti della sua città, magari per qualche motivo, a noi sconosciuto, ingrata?), ma una vittoria e un valore aggiunto per tanti ragazzi che spesso si trovano in difficoltà”. Per farla breve, fino a quando il primo abitante di bitonto si compiace dei successi internazionali del suo coabitante, il suo dire un “senso”, ovvio finché si vuole, “ce l’ha”, per citare, mio malgrado, lo strimpellatore di ”Voglio una vita…”, ma, certamente, non ha alcun senso, se non per gettare alle ortiche qualcosa di non meditato, estendere ai “ragazzi in difficoltà” i trionfi professionali del, già, citato nativo bitontino. “Valore aggiunto”, poi, è una espressione, con la quale si rappezza qualsiasi discorso, una specie di “mantra” o “tormentone” o prezzemolo per tutte le minestre. Pertanto, c’è nessuno dei miei 25 Lettori che sia in grado, che sappia, che voglia decrittare la seconda parte del brano (si fa per dire), tratto dalla lode, dalla esaltazione, dall’encomio, firmato da michele abbaticchio,”pro” coabitante “in orbe” apprezzato? Ché è ineludibile chiedersi in qual modo le positive affermazioni di tizio possano o potranno costituire una vittoria di caio,”spesso in difficoltà”, se, poi, sono, oltre tutto, un valore aggiunto alle sue disgrazie?
Sono Contento che sia, finalmente, Nata un’Accademia Dedicata a “Vitale Giordano” che, immeritatamente, bitonto (minuscolissimo) annovera trai suoi nativi. Immeritatamente, ché negli anni ’90 del secolo scorso, sia il liceo scientifico, sia l’istituto tecnico industriale, sia l’istituto tecnico commerciale bitontini si rifiutarono di darsi il “Nome e il Cognome dell’Illustre Architetto di “Castel Sant’Angelo in roma” e Eminente Matematico, motivando, bigottamente, parrucconamente, il loro scandaloso rifiuto con presunti coinvolgimenti del nostro Giordano in un fatto di sangue. Quanti Licei Artistici, Istituti d’Arte, Sparsi nell’italietta, sono a Caravaggio Dedicati che, pure, qualche bricconata, non presunta ma, veramente, cruenta l’aveva, compiuta? Ci Volle la Mente Laicissima del Cattolico Preside, Prof. Pasquale Procacci, ché una Scuola bitontina e, precisamente, l’Istituto Tecnico Commerciale, fosse Dedicata a Vitale Giordano. La medesima offesa, per fortuna evitata, che si stava perpetrando nei confronti di Vitale Giordano, si sta, invece, perpetrando nei confronti del Prof. Giuseppe Modugno, già Preside del “Liceo Parini” (i bitontini MI scusino, se è poco) in Milano e del “Carmine Sylos” in bitonto, Grecista e Traduttore dei “Dialoghi” di Platone. Mentre abbondano in bitonto e fuori bitonto le scuole dedicate al cugino di Giuseppe Modugno, giovanni modugno che, a parte l’odore di santità in salsa cattolica (ahi, potenza e prepotenza dell’ ”altare”, del lucreziano “templi dei”!) qualche lettera, un commento a un padagogista un po’ carneideo, almeno a mia “Canoscenza”, non so bene in cosa superi il Prof. Preside Giuseppe Modugno, Ripeto, già Preside del “Parini” in Milano, ecc.,ecc., ecc. Pare che, per i bitontini, tra i morti, per non parlare tra i vivi, ci debbano essere i figli e i figliastri!
Michele Serra conclude la sua ”Amaca del 23/10/2018, giustamente, connotando come “stronza” una signora anonima, che in treno aveva opposto un razzistico rifiuto a “viaggiare accanto a una negra”, e aggiunge che preoccupa la serenità, la tranquillità con cui, oggi in italia, si è e si appare razzisti, senza essere sorpresi dal dubbio che il vero rischio non è quello di sedere, nel viaggiare, accanto a un Uomo o Donna di Colore, sebbene accanto a uno stronzo/a. Chi è razzista? E’ l’individuo che ipostatizza, assolutizza ciò che è, ciò che pensa, ciò che preferisce. Quindi, è portato ad escludere, fino a martirizzare, chi non è, come egli è. chi non pensa, come egli pensa; chi non preferisce ciò che egli preferisce. “Tamen”, le vittime del razzista possono essere con lui sodali e, purtroppo, farsi, a loro volta, razzisti, se su problemi determinati pensano, come pensa il razzista, che li ha esclusi o perseguitati, anche a sangue. Ognuno di noi può essere coinvolto in un repentino scambio di ruoli, per cui da carnefici diventiamo vittime e viceversa. Possiamo dubitare che gli ebrei di israele stiano rivisitando nei confronti dei palestinesi ciò che essi hanno subito dai nazisti tedeschi? C’è, pure, un razzismo blando, che ha per protagonisti non carnefici e vittime, ma “fan”, ad esempio, di un certo genere di musica, di una squadra di “calcio”, piuttosto che di un’altra, che, metaforicamente, vorrebbero vedere morti coloro che non hanno le loro preferenze musicali o calcistiche. Blandi che siano in ciò che preferiscono, in ciò che escludono, codesti ”fan” sono portatori sani di razzismo, che può diventare insano e causa di disordini, di fatti di sangue. Le forme, i modi, le peculiarità di manifestazione del razzismo, spesso, nella storia e nella cronaca, sono andati, vanno di pari passo con il clima politico che si respira negli agglomerati umani in cui esso viene messo a dimora. Due mila anni fa e oltre i cristiani vennero esposti nei circhi alla fame delle bestie feroci e alla rabbia della plebaglia sugli spalti di essi, perché le classi egemoni in roma ritenevano pericolosa, per la conservazione dei loro privilegi, l’ideologia, di cui essi erano portatori; con costantino i cristiani furono incardinati nelle leve del potere, la loro religione divenne la sola religione da praticare in roma e nell’impero, tanto che essi si fecero alleati dei detentori del potere nel macellare gli adepti di altre religioni. Che dire del clima politico razzistico, che nell’italietta, immediatamente, postfascista, si tagliava a fette nei confronti dei comunisti, additati come senza dio e mangiatori di bambini? Il rischio di essere e di comportarci da razzisti è dietro l’angolo in ciascuno di noi, pur se ciascuno di noi non è canonizzato da serra, come “stronzo” razzista. Infatti, ci sono i colpiti dal razzismo di tendenza in un certo periodo storico, come quello salviniano contro i migranti di colore, soprattutto; i colpiti dal machismo maschilista razzistico dei cipputi nordisti, sudisti, isolani; di coloro che s’atteggiano, quotidianamente, a buonisti in favore degli emarginati e oppressi, dalle 8 alle 12; a democristiani a pranzo e a cena; a fascisti a letto, sicché, quando Pasolini fu Martirizzato, all’unisono proclamarono, ad alta voce, in senso liberatorio, quasi: ”Avrebbe egli meritato di essere ammazzato prima”. Una moltitudine di buoni padri di famiglia (come michele serra, magari), proletari, operai, colletti bianchi, ecc.,ecc., ecc. si mosse, perché ad ostia non fosse situato il Monumento, al Grande Pierpaolo Dedicato. Perciò, IO Invito gli antirazzisti dell’ultima ora a fare, per carità, silenzio, ché ”chi non ha peccato di omofobia nelle opere , nei pensieri, nelle parole, nelle omissioni, almeno una volta, scagli la prima pietra”. Per Parafrasare il Nazareno che del razzismo, a detta dei vangeli, a cui fu rifiutato l’ ”Imprimatur” dal sinedrio, era e continua, alla destra del padre, a essere un Esperto.
Nell’”Amaca” del 28/10/2018 michele serra commenta la decisione di di maio e del governo gialloverde (lega + m5s) di non bloccare i lavori dell’approdo del gasdotto nel salento, mentre, nel corso della campagna elettorale, il capo politico dei “grillini” aveva promesso ai salentini che il ”blocco” non sarebbe stato negoziabile. Ovviamente, riferisce serra, i salentini, sentendosi traditi da di maio e dai “grillini sono, quasi, in rivolta, Ciò che accumunerebbe, per serra, traditi (i salentini) e traditori (di maio e grillin) sarebbe il non conoscere il non sapere, sia dei primi, sia dei secondi. Gli uni e gli altri, continua serra, si sono illusi ”che il ‘cittadino’, a casa sua, decide tutto, compreso ciò che non conosce, ciò che non sa”. Mentre tra il privato e il pubblico c’è la ”politica”, fatta di mediazioni ,di compromessi, che devono tenere conto della burocrazia, dell’economia, del lavoro duro, frustrante per realizzare qualcosa delle promesse, vendute ai migliori offerenti in campagna elettorale. Di maio e i suoi “fan”, che lo hanno mandato a “palazzo chigi”, come vice premier, sono inciampati nella medesima illusione: che tutto, se si fossero vinte le elezioni, si sarebbe potuto fare, in quanto sarebbe bastato volerlo. Come il dio di Dante che “puote ciò che vuole”. E, invece, non è stato, non è, non sarà così. Serra conclude il suo scritto, paternalisticamente, assolvendo di maio e i suoi elettori per la loro scarsa conoscenza della reale gravità dei problemi da risolvere, mentre la colpa andrebbe ascritta, secondo lui, a gran parte dei media che in essi hanno somministrato l’illusione, di cui testé ho Discorso, Operando la Sinossi ”dicendi” del collaboratore di “Repubblica”. Di contro, per ME la colpa è della plebaglia ”laureata o meno” che non Si Fa “Cittadinanza”, della “persona” (maschera) che non Si Fa”Volto” del ”Cittadino” e non è in grado di Essere Consapevole, Preparato, Attento ”Elettore Attivo o Passivo”. Quindi, la ”Sovranità”, di cui la Costituzione Italiana lo Fa Titolare, solo, formalmente, gli appartiene, gli appartenne, gli apparterrà. Non Si E’ “Cittadini”, caro tuttologo serra michele, “domi” o “extra moenia”, “se non si sa, non si conosce” e, soprattutto, se non si ha Passione a Sapere, a Conoscere, ché si usano le scuole e le università solo per il “pezzo di cartaccia”, non per Acquisire quegli Strumenti Culturali, machiavellianamente, “Cibo dell’Anima, della Mente” del “Cittadino”, non della pancia del crapulone.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 30 Ottobre 2018