Cultura e Spettacoli

Spigolature di fatti e misfatti (5)

Della serie: quando i rappresentanti della politicheria italiettina, centrale, regionale, comunale non conoscono il significato delle parole, che ruminano, e le facoltà, i poteri, le competenze, le funzioni delle cariche di cui, indegnamente, immeritatamente, sono stati, sono dalla massa becera investiti. Orbene! “Mediatore”, aggettivo: che media, che esercita opera di mediazione. Sostantivo maschile: chi si interpone fra due parti, per far loro conseguire un accordo; agente intermediario che mette in contatto un venditore e un compratore ai fini della stipulazione di un contratto. Bene, anzi male, se non malissimo! Il capo di un condominio di sessantamila condòmini, a nord di x, molto apprezzato dal capo del suo condominio metropolitano (l’Adagio Latino: “similes cum simillibus facillime congregantur” torna, ognora, a fagiuolo!) nell’intervista, da lui rilasciata a un cronista della sede “Rai” di x, dalla medesima passata al “tg3”, ha, ampiamente, mostrato a milioni di telespettatori italiettini di non conoscere il significato di ”mediatore”, sia che esso abbia la funzione logica di aggettivo, sia quella di sostantivo. Codesta ignoranza, poi, è propedeutica a un’altra, più significativa ignoranza, che è quella di non sapere che essere investito della “Carica di Sindaco”, è essere investito, “pro tempore”, della suprema Magistratura, che possa, debba Agire per il Bene di una Comunità in un determinato territorio. Cosa, quindi, avrebbe detto al cronista il fasciato del “tricolore”, di cui sopra? Queste, se non tali appunto, le sue parolette, per Parafrasare Don Lisander Manzoni: ”Dopo l’omicidio della povera Signora, … , la gente del condominio, che amministro, ha incominciato a collaborare e mi invia “e – mail” di denunce di reati, di cui io mi faccio mediatore”. Con chi ? Tra chi? A NOI verrebbe da chiedere al “fasciato tricolorato”. Da codesto argomentare, si fa per dire, di tale supremo magistrato, a sua insaputa, non possiamo non Arguire che egli neanche conosca le facoltà, le competenze, le funzioni, i poteri, che la Legge gli attribuisce. Infatti, le notizie di reato, che gli provengono, gli perverranno, egli non deve, non dovrà mediare, mercanteggiare con alcuno, in quanto egli di esse è, sarà l’unico assoluto destinatario che, dopo averne, diligentemente, secondo il metro del ”buon padre di famiglia”, vagliata l’attendibilità, si prenderà cura di trasmetterle a chi di dovere, cioè, alla Procura della Repubblica e agli organi di polizia, operanti nel condominio metropolitano x.

Procediamo, ancora, nel racconto delle “opere e dei giorni” del capo del condominio, di cui sopra. Qualche giorno fa, ha egli, in una intervista al”tg3” e al “tg”della regione x, esternato le sue aspettative, le sue speranze, le sue aspirazioni e quelle dei suoi sodali che al suo condominio possa essere conferito l’onore di essere eletto “capitale italiettina della cultura”, coltivata nei bar, nei pub, nelle pizzerie, nei ristoranti, come, aggiungiamo NOI, di matera  Si Espresse, con raro disappunto, il Presidente della ”Confindustria” di x. Onore che, ovviamente e certamente, potrebbe fare dimenticare le due motivazioni (una ridicolissima:: il litigio di due matriarche, per accaparrarsi un posto in prima fila di una”location”, in cui i loro fantoli, in delittuosa alternativa all’impegno, strettamente, curricolare, nella scuola italiettina, dalla materna alla secondaria di secondo grado, fortemente, obsoleto, ormai, erano sul punto di essere costretti ad esibirsi in uno spettacolino “simil zecchino d’oro”; l’altra tragica: l’Olocausto della Signora, ….) per le quali il condominio del capo, haiNOI, più e più volte ricordato nel nostro Scritto, è rimbalzato a planetaria notorietà. Il tale ha esibito, così si suole dire, i “gioielli di famiglia”: la solita Cattedrale romanica (tra l’altro, sconosciutissima alla più parte dei suoi condòmini e, forse, anche a lui, che Ne fa il “marketing” ; Studiata, invece, e Visitata da Tedeschi, soprattutto!), una decina di Palazzi nobiliari, la Biblioteca comunale, quasi sempre, deserta, dalla maggior parte dei suoi condòmini, giammai,“Affittata” (nella Lingua del condominio: Percepita), come Luogo in cui l’ ”animal”, da essere vegetante, Diventa Essere Raziocinante e, come prima, più di prima, la Galleria nazionale, il Polo museale e, “dulcis in fundo”, il Teatro Comunale,, da anni “maceriato”, non solo dal Tempo inclemente nei riguardi di ciò che in esso è vissuto o è stato fatto vivere, ma, anche, dall’incuria degli uomini, il cui restauro si deve alla nobile Caparbietà del Prof. Nicola Pice. Bene, anzi male, se non malissimo! Il tale, nell’elencare i manufatti, di cui sopra, s’era tanto infervorato, da fare apparire ”farina del suo sacco” e del suo “cerchio magico” Ciò che era stato Voluto e Costruito da Coloro che  erano nel Comune, poi, diventato, specie, sotto la sua gestione,, condominio, Appartenuti al passato. Il cerchio magico! E sì, nell’talietta di oggi, quando un gruppo di autocrati, piccoli o grandi, di centro o di periferia, occupa un posto di potere o di poterucolo, ai più chiude, magicamente, di essi tutte le porte e tutte le finestre. Invece, i Manufatti di architettonica Bellezza, sopra elencati,, furono Opera dei “Nannasc”, degli Antichi, nella Lingua degli avissimi del tale. Anzi, i contemporanei del tale poca cura hanno avuto e hanno di quei Palazzi che, spesso, hanno subito “marachellate” dai soliti ignoti, quando non sono stati abbattuti, per far posto a lerci alveari da speculazione edilizia (del Palazzo e della Villetta, che facevano della piazza ”…” un mirabile salotto, ho, già, in altra occasione Parlato). Per non parlare dello scarsissimo Rispetto che all’Aura di Sacralità della Cattedrale si è riservato, circondandoLa del frastuono, prodotto dagli “educati” avventori di bar, di ristoranti, pub, pizzerie; sulla ”torre di babele” degli stili, diciamo, dei linguaggi architettonici, si fa per dire, dei nuovi palazzi, che sono stati innalzati dagli anni ’60 del secolo scorso fino ad oggi all’interno del condominio, di cui il tale è capo. Negli anni ’60 del secolo scorso il tale non era nato e non sa che al limitare di quegli anni, che fanno da spartiacque nell’ italietta da tutto l’irrevocabile declino culturale di essa, i Palazzi di pregio architettonico o di comune utilità abitativa non potevano essere elevati oltre una determinata altezza che impedisse a tutti coloro che dovessero, volessero recarsi sui lastrici solari di essi di Contemplare le incantevole Visione della Marina di…  e della fitta Foresta di Ulivi, degradante verso di Essa. O tale, Fare Cultura, che, meritatamente, darebbe a una Comunità la Stura all’Ambizione di FregiarSi di un Premio con lo Stigma di Essa, è, per Parafrasare Bernardo di  Chartres, Mettersi, come nani sulla spalle dei Giganti, così che possiamo Vedere più lontano di loro, non a causa della nostra statura che, non rare volte, è, spiritualmente, intellettualmente, manchevole, non a causa dell’acutezza della nostra vista di cui, non di rado, dimostriamo di non essere dotati, ma perché, stando sulle loro spalle, siamo più in alto di loro. Sempre più vicini al Sublime, quindi, che è lo Stare appena sotto, “sub” l’Idea dei valori, che devono essere i Mèntori del nostro Essere al Mondo e delle nostre Relazioni Interpersonali. La Bellezza, quindi, o tale! E le pare che il suo condominio Viva, oggi, e si Nutra di Bellezza? O, invece, quel Patrimonio di Bellezza del Passato, di cui è guarnito il suo condominio, di cui lei, mena vento, ai nani serve, prostituendolo in un turismo incontrollato, a fare cassetta?

A qualcuno che CI chiedeva cosa fare, per Ricordare Rosa Tarantino, la Donna di bitonto, uccisa, essendoSi trovata nel bel mezzo di uno scontro a fuoco tra pregiudicati, inviando, contestualmente, alla criminalità organizzata, dall’indolenza, a dire poco, delle istituzioni nazionali, regionali, comunali fatta a bitonto allignare, messaggi di severa, grave fermezza nei riguardi della delittuosa protervia di essa, abbiamo Risposto: ”In alternativa all’inutile, ipocrita irresponsabile, irriverente pagliacciata delle strimpellature pseudomusicali in piazza,, FARE SILENZIO, CHE’ ANCHE IL SILENZIO E’UN FARE , E’UN MODO DI PROTESTARE. Quasimodo

“Docet” nella sua Lirica “Alle fronde sei salici”: ”…/ Alle fronde dei salici, per voto, /anche le nostre cetre erano appese, /oscillavano lievi al triste vento”. Invitiamo gli inquilini provvisori di “palazzo gentile” a LeggerLa, nella Speranza che possano partorire dalle loro teste atti di governo di bitonto improntati, una buona volta, alla ciceroniana “Prudentia”.

Non possiamo non Concordare con Mattarella per la sua Decisione di Nominare Liliana Segre (unica Sopravissuta della sua Famiglia ai “lager” nazisti) Senatrice a Vita.“Tamen”, se la Neosenatrice, come “Testimonial” dell’abominio di tutte le soperchierie, commesse dall’uomo contro l’Uomo nel tempo e nello Spazio Planetario, Pronunciasse qualche Parola di Solidarietà nei riguardi dei Palestinesi, maramaldeggiati, a dire poco, dai governicchi d’israele, saremmo più Contenti dell’Alta Dignità Repubblicana, con la quale Mattarella ha voluto OnorarLa, anche a Nostro Nome.

Il Cimitero del Verano in roma inondato, invaso, devastato, disonorato, profanato da una spessa coltre di guano. Con l’irrevocabile declino culturale, politico, economico gli italiettini hanno perso, anche, quella “PIETAS”, che a Ugo Foscolo nel “DEI SEPOLCRI” Dettò i Versi, di seguito, Trascritti: “Dal dì che nozze e tribunali ed are /Dier alle umane belve esser pietose /di sé stesse e d’altrui, toglieano i vivi/ all’etere maligno ed alle fere /i miserandi avanzi che natura /con veci eterne a’sensi altri destina”. La Virtù della Compassione (non della devozione verso i morti, che si accompagna alla medesima verso gli dei e i genitori nel primigenio significato latino della “pietas”), cioè il Senso della Solidarietà e della Pietà verso Se Stessi e gli altri, il Rispetto della Dignità umana, Fondamenti di tutte le Civiltà, Ispirarono, secondo il Foscolo, il Culto dei Morti. Pare, quindi, che i romani di oggi e non solo nell’attuale italietta si siano denudati dei Valori, di cui sopra. Non a caso la liquida disgregazione della società italiettina, ove non è più possibile, in mancanza, soprattutto, del Collante delle Ideologie, del cui rifiuto o abbandono gli idioti si sono rallegrati, alcuna “congregazione”, se non quella dei peggiori, dei malavitosi, dei corrotti, dei mafiosi. La sparizione dei Partiti è l’antidemocratica conseguenza di quanto testé abbiamo Lamentato. Infatti, la Costituzione Italiana all’Art. 49 Recita: ”Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Quindi, i Partiti, secondo la Costituzione, dovrebbero essere Associazioni politiche aventi lo Scopo di Elaborare Programmi di Azione politica, Proporre Candidati da Eleggere, Indirizzare gli Elettori verso i Candidati prescelti. Ovviamente, la Costituzione  non Confonde i Cittadini con i condòmini, inconsapevoli del loro delicato Ruolo di responsabili Elettori Attivi e Passivi, che dovrebbe essere Coltivato ed Educato nella Scuola, dalla Materna alla Secondaria di Secondo Grado. Scuola, invece, trasformata da una discreta combriccola di dirigentucoli e di insegnantucoli in una lercia, irresponsabile agenzia per adolescenti, giovani aspiranti alla stronza visibilità dei vari “zecchino d’oro”, organizzati per incretinirli. Cioè, perché non siano essi le necessarie, future  Risorse umane, utili Creazione di una Democrazia, finalmente, sostanziale e non, demenzialmente, formale, come è stata quella, com’è quella che gli italiettini hanno vissuto e vivono, rassegnati correi del tradimento della Costituzione, in Roma Promulgata, addì 27dicembre 1947

I “ras”, che amministrano la Città di Modena, Ospite dei un’Antica Università, tra le Migliori dell’italietta, hanno donato la Dignità di Cittadino Onorario di Essa a vasco rossi. Un atto del genere è un ulteriore funesto indicatore dell’abisso etico, culturale, politico in cui gli italiettini sono sprofondati. Tanto di tragico nell’indifferenza generale! Preoccupano più il destino del napoli nel campionato di calcio italiettino, giocato, tra l’altro, non da italiettini, e quello della juve, anch’essa piena, zeppa di calciatori non italiettini, in “champion league”. Allora, è lecito, ancora, esultare: ”Viva l’Italia”, se i condòmini, anno dopo anno, hanno di Essa fatto un diminuitivo meschino, mefiticamente, inquinato in terra, in mare, in cielo?

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano


Pubblicato il 24 Gennaio 2018

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