Cultura e Spettacoli

Spigolature di fatti e misfatti (6)

Leggevo, oggi (inserito in ”Un’etica senza Dio” di Eugenio Lecaldano,Ordinario di Filosofia Morale presso la Facoltà di Filosofia  de “La Sapienza” in roma”), un brano del discorso tenuto da joseph ratzinger, già papa, ai parlamentari del partito popolare europeo. E’ il famoso discorso dei ”principi non negoziabili” da parte della chiesa cattolica, utili, necessari, secondo ratzinger, alla promozione umana della “persona”. A dire il vero, codesti “principi non negoziabili”, anche per esorcizzare il pericolo del relativismo, erano una fisima di ratzinger, ché, da cardinale, era stato autore di una ”Nota dottrinale della Chiesa circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il contributo dei cattolici nella vita politica” del 24 novembre del 2002, approvata, poi, da wojtyla, in cui si ministrava la medesima minestra, testé Detta. Bene, anzi male, se non malissimo! E’, mai, possibile, IO MI Chiedo, che una “persona”, come ratzinger, non conosca il significato latino della parola ”persona”? Che non sappia che “persona” sappia di “maschera”? Infatti, quando ci definiamo:”persone umane”, in realtà ci stigmiamo “maschere di uomini”; quando parliamo di promozione della “persona cattolica”, in realtà parliamo di un tizio o caio, a cui si deve imporre la “maschera” del cattolico, a sua volta, “maschera del cristiano”, ecc.,ecc., ecc. E, pure, MI Chiedo, come mai tanta insistenza da parte della, si fa per dire, intellettualità cattolica sull’uso della parola ”persona”? Forse, perché gli intellettuali, di cui sopra, sanno, sono consapevoli “in interiore homine” che tutto il loro “amba radam” teologico e filosofico, si fa per Dire, è, a Dire poco, una millenaria commedia?

Dal “Coisip” di bari (sindacato indipendente di polizia) Apprendiamo che i cento uomini, con l’arrivo in puglia di minniti, ministro dell’interno, dai vertici della polizia promessi e destinati a bitonto, non sono venuti da lontano, non si sono aggiunti alle risorse umane presenti nel territorio, ma sono le medesime, già, operanti in esso. Dove si reca minniti, ad esempio, da bari a napoli, si porta appresso, per risolvere (???) i drammatici problemi di ordine pubblico, i virtuali 100 uomini, che non vengono nemmeno spostati da bari a napoli, ”sed” vengono pescati dai poliziotti che faticano in provincia di bari o in provincia di napoli,  spostandoli, ad esempio, da monopoli a bitonto se un crimine viene consumato a bitonto o da bitonto a monopoli, se il fattaccio viene perpetrato a monopoli. E così per napoli e provincia. Come avveniva nel ventennale regime o ai tempi della, per modo di dire, riforma agraria all’alba della repubblica e del regime democattolico. Infatti, i servi di mussolini  trasferivano gli aerei da un aeroporto all’altro e i servi di fanfani facevano altrettanto con le mucche da una stalla all’altra. I primi avvisati del passaggio del despota; i secondi del passaggio del baciapile, ministro dell’agricoltura. Ahimè, l’italietta dei corsi e ricorsi…!

Oggi, 26 – 1- 2018, Pensavo e MI Soffermavo sulla pigrizia, sull’indolenza, in cui il greve quotidiano omologato di molti italiettini s’è fatto imprigionare. Non ha la lercia massa neanche la voglia di terminare le parole, che vengono pronunciate  in modo “apocopato”, cioè, sforbiciate delle ultime sillabe. Per la prima volta di stanza al nord, i miei timpani furono turbati dai seguenti tagliuzzamenti di aggettivi e di sostantivi: “rimba”, per rimbambito/a; amò, per amore,, “ragà”, per ragazzo/a/i/e. Ma si potrebbero esibire tanti altri innumeri esempi. La cosa più sgradevole da denunciare è che i periferici meridionali, da stolti pecoroni, hanno,”statim”, e con la “sciont” (con un non modesta aggiunta) assecondato codesta stolta moda di fare soffrire le parole con un’ ”apocope”, inaugurata da coloro che vivono al ”centro” egemone, economico e politico, dell’italietta, facendosi colonizzare, oltre che politicamente, economicamente, anche nella, pur, piccola questione di dizione linguistica. E’ inutile dire che divertono o sono, semplicemente, ridicoli i mariti e le mogli meridionali, che scimmiottano i loro fantoli, a loro volta, passivamente, presi dallo scimmiottamento dei loro coetanei d’oltre linea gotica. Mia Zia, Traducendo nella Lingua bitontina un Adagio di Esiodo, Diceva:”Ogni picc formano assej” (dal poco si compone l’assai). E se i meridionali, al contrario, dall’eccessivo inseguire l’idiota conformismo nordista, giorno dopo giorno Estraessero da esso un poco di Indipendenza culturale del loro vissuto, non sarebbe Essa la Fonte inesauribile di altre loro possibili Liberazioni, dal momento che dall’unità dell’italietta hanno sfornato uno spartito di mediocri loro rappresentanti politici, “tout court”, obliati, esclusi dalla Rimembranza, per aver troppo servito i, pur, invisibili “poteri forti”, non avendo avuto il Coraggio, la Volontà politica di Servirli ? Infine, tanto per non farci mancare niente, spia dell’irreversibile scia dell’imborghesimento pseudoculturale del proletariato e del sottoproletariato italiettini, dalle “alpi” a “scilla” e alla sardegna, il “rimba”,”amò”, “ragà” fanno parte del vieto bagaglio comunicativo di codeste due classi, che nel recente passato, anche agli Occhi di Pasolini, Passavano per Essere il “Sole dell’Avvenire”. Cari miei 25 Lettori  dura è la Solitudine!

Domenica, 28 -1-2018, nello stadio milanese di san siro, dedicato, poi, al grande Campione del Mondo, ”Peppino Meazza”, di scena lo scontro, ovviamente, calcistico: Milan – Lazio, conclusosi con un truffaldino 2- 1 a favore del milan. Perché truffaldino? Perché la rete (Nicolò Carosio,, certamente, devoto al suo “duce”, gli ubbidiva, in quanto nella comunicazione italiettina, durante il ventennio, era proibito pronunciare parole straniere. Per cui nelle sue animate, pittoresche telecronache il nicolò non diceva mai “goal”, ma rete; non ”corner”, ma calcio d’angolo; non ”offside”, ma fuori gioco; non “penalty”, ma calcio di rigore, ecc., ecc.,ecc.) del vantaggio milanista fu segnata dal pargolo patrik cutrone, agevolata da un’aggiustatina con il braccio. Il cocco milanista, a dire il vero, nel suo essere, sportivamente, sleale, se non disonesto (un goal, che contribuisce ad una vittoria, vale diverse migliaia di euro di premio partita. Se, poi, un calciatore in una stagione calcistica segna un certo numero di goal, fa lievitare il suo prezzo di mercato e il suo ingaggio, se è in scadenza di contratto) non è stato il primo e, visto l’evolversi dei tempi, sempre più, al male, non sarà l’ultimo. Infatti, non possiamo passare sotto silenzio la “mano de dios”, con l’aiuto della quale maradona, nell’ incontro Argentina – Inghilterra del 1986, valevole per i quarti di finale dei campionati del mondo di calcio in mexico, segnò una rete alla squadra avversaria. Il tanto, immeritatamente, celebrato buffon, come il migliore portiere di tutti i tempi (non MI devo Ripetere nel Dire che M’e Capitato di Vedere all’Opra, grazie al mio seguire da  70 anni il gioco del calcio, Portieri italiani e straneri di gran lunga migliori dell’omino dalla mani furtive, che in un incontro, giocato nel 2002, tra  il milan e la juventus, non essendosi, a suo mendace dire, accorto di una palla scagliatagli da muntari, abbondantemente, oltre la linea bianca, l’aveva, letteralmente, allontanata da essa, negando, cosi, al milan la vittoria) e un, ormai, quarantenne di presunta grande affidabilità umana. Eppure, intervistato dai cronisti della carta stampata e del tubo catodico, egli ha, ancora, la faccia tosta di affermare che se, pure, si fosse accorto  della palla, già, entrata nella sua porta in un incontro tra il milan e la juventus, testé da ME Ricordato, certamente, non avrebbe aiutato l’arbitro a Ristabilire la Verità. E c’è da capirlo il povero buffon, in quanto ai risultati sportivi, “qualunquemente”, direbbe Albanese, positivi, sono correlati gli “sghei” ai quali gli strapagati calciatori “vip” non rinunciano per nessuna ragione al mondo, anche a costo di mettere la faccia in un “pitale”. Essi fanno finta di non sapere di costituire per gli adolescenti miti, assolutamente negativi, se, continuamente, vengono meno al “Fair play” che significa ”rispettare le regole e l’avversario, accettare e riconoscere i propri limiti, sapere che i risultati sportivi ottenuti non possono prescindere dall’impegno profuso” e non possono, non devono sortire da condotte antisportive, improntate alla falsità, malafede, doppiezza, insincerità, all’inganno, alla violenza fisica e verbale, all’eccessiva commercializzazione della loro professione di calciatori mercenari.. Il fatto è che nelle cosiddette scuole di calcio, a parte il fatto che in esse, molto spesso, operano maestri, si fa per Dire, che non furono grandi calciatori, per cui non sono in grado di insegnare ai loro allievi i fondamentali del calcio o di migliorare o sviluppare ciò che in essi  è “in nuce”, i “tironi” del calcio, vengono, soprattutto, messi a parte dei trucchi del mestiere, come, ad esempio, i falli tattici, che spesso, se si pone mente a certe riprese televisive, sono veri e propri gesti criminali, si che gli allenamenti sono, esclusivamente, centrati sulle prestazioni agonistiche, trascurando la crescita psicologica, mentale, e relazionale dell’Uomo, che viene, poi, aggettivato, come sportivo. Trascuratezza, prima di tutto etica, che fa passare sotto silenzio gli inganni di maradona , di buffon , di cutrone,, venuti fuori, allevati da cattivi maestri e, dunque, inconsapevoli che essi rappresentino per molti giovani dei modelli di riferimento e di avere nei loro confronti la perversa responsabilità di clonarli, come loro sono nei loro negativi comportamenti in campo e fuori campo. Ballotelli, cassano “et similia docent”.

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 


Pubblicato il 1 Febbraio 2018

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