Sporcizia e danni agli agricoltori nella zona industriale
Il consorzio Asi per la gestione della zona industriale di Bari, sorto negli anni Sessanta per favorire l’insediamento di opifici ed attività produttive e, quindi, lo sviluppo economico nel barese, da qualche tempo può vantare anche come principale risultato il deprezzamento agricolo dei campi coltivati, circostanti all’area consortile. Infatti, secondo alcuni proprietari dei suoli confinanti con il territorio dell’Asi, la decisione del Consorzio di assecondare l’iniziativa dei Comuni di Bari e Modugno di far insediare un campo di Nomadi nell’area industriale, sul prolungamento di via Saverio Milella, in contrada sant’Andrea, sta provocando danni e problemi non solo alla sicurezza degli stabilimenti dislocati nelle vicinanze di quel accampamento, ma ancor di più agli uliveti limitrofi. A lamentarsi di questa situazione, in particolare per la carenza nella sorveglianza da parte delle Forze di Polizia, oltre che per lo stato di degrado della zona, non sono soltanto gli industriali, ma vi sono pure numerosi proprietari dei terreni coltivati intorno all’accampamento, ormai esasperati per i danni continui rinvenuti nei loro campi. Uno di questi è Nicola Cavone, che di recente si è recato nel suo podere (circa due ettari) per la raccolta delle olive ed ha trovato la sgradita sorpresa che qualcuno l’aveva preceduto nell’iniziativa. Fosse stato soltanto questo il danno, si poteva pensare ai soliti ladri olive, che in questo periodo girano nelle campagne. Invece lo stupore maggiore è stato quello di trovarsi dinanzi uno scempio fatto alle piante da cui era stato rubato il prodotto. Infatti, i ladri per raccogliere le olive pendenti avevano divelto i rami intorno al tronco, lasciando solo il fusto. A ben veder, infatti, i tagli risultano effettuati con un arnese del tipo usato per tagliare i cavi di rame di grosse dimensioni, provocando danni ancor più consistenti alle piante. Elemento, quest’ultimo, assai significativo perché denota che il furto è avvenuto ad opera di persone non del settore e, quindi, poco pratiche di raccolta, sia pur furtiva, di olive.Sullo stesso terreno già in passato il proprietario aveva subito danni analoghi agli ulivi secolari ed a quelli di recente dimora, oltre al furto della pompa sommersa e del contatore dell’acqua che alimenta l’impianto di irrigazione degli ulivi. E per di più, in quello stesso campo ben coltivato, spesso qualcuno si introduce per sguainare cavi elettrici ed accendere fuochi, che a giudicare dai residui, vengono accesi per sciogliere matasse di cavi elettrici e ricavare rame ripulito del materiale isolante di protezione. E’ da notare, infatti, che i pali dell’illuminazione pubblica esistenti sul prolungamento di via Milella risultano tutti abbattuti e privi del cavo elettrico interno, che alimenta il corpo illuminante, anch’esso rubato.Finora le denuncie presentate da Cavone alle Autorità competenti non hanno sortito alcun risultato, tanto furti e danni si verificano in continuazione. Una zona in cui – a detta dello stesso Cavone – prima della presenza di quel accampamento di zingari, non si registravano problemi come quelli innanzi descritti. L’accampamento dei zingari in quella zona fu voluto dai sindaco di Bari, Michele Emiliano, e da quello di Modugno dell’epoca, Pino Rana, quando entrambi erano al vertice dell’Asi. Il primo era presidente ed il secondo vice. Da tempo diversi conduttori dei terreni della zona hanno denunciato la situazione creatasi per la presenza degli zingari e per l’assoluta mancanza di uno specifico servizio di sorveglianza e prevenzione a tutela della zona. Una sorveglianza che sarebbe oltremodo necessaria, se si considera che i comportamenti incivili di alcuni accampati, molti dei quali minorenni, stanno provocando ingenti danni agli impianti colturali e tecnici in dotazione ai campi coltivati, oltre che problemi di salvaguardia e sicurezza degli stabilimenti circostanti. Infatti, anche alcuni titolari di opifici della zona lamentano continui danneggiamenti e furti, in particolare rame, da quando l’Asi ha autorizzato agli zingari di insediarsi su quel suolo dell’area industriale. Un accampamento realizzato su un terreno allo stato naturale, senza una opportuna e necessaria pavimentazione e recinzione dell’area stessa. E sin’anche senza i necessari allacciamenti idrici e fognari, indispensabili a garantire un minimo di condizioni igienico-sanitarie alle famiglie ivi rifuggiate in baracche, tende o roulotte, che già per abitudine sono poco propense a comportarsi in modo civile. Difatti, la zona circostante l’accampamento si presenta disseminata, oltre che di inerti e di ogni altro genere di rifiuti, anche di escrementi umani, presumibilmente lasciati dagli occupanti l’accampamento, che userebbero il circondario come latrina all’aperto per i loro bisogni fisiologici. “Chi deve rispondere dei danni causati da quel insediamento, senza le necessarie cautele?” si chiede Cavone che ora, come tanti altri proprietari dei terreni coltivati della zona, si appresterebbe a chiamare in giudizio L’Asi, i Comuni di Bari e Modugno e la Prefettura, che hanno consentito la concentrazione in un unico posto di un nucleo tanto numeroso di zingari, senza peraltro predisporre le misure necessarie ad evitare che alcuni componenti di quelle sfortunate famiglie arrecassero danni alle aree private circostanti.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 25 Novembre 2011