Sporcizia, guano e veleni: quel mostro ecologico sotto il ponte XX Settembre
Rischia di finire sepolto da mille risate di scherno, chi oggi a Bari si dovesse permettere di definirla città turistica. Massì, a parte che di turisti (ben diversi dai croceristi di passaggio…) non se ne vede manco l’ombra a pagamento, cosa risponderebbe chi volesse continuare a difendere le bellezze di Bari di fronte alle scene di degrado di una città sporca più che mai, anche per responsabilità, si capisce, di un Comune e di un‘Azienda partecipata che ai contribuenti costa troppo, rispetto a quello che fa e produce? La città è sporca, lo dicono orami tutti da tempo, mentre i cassonetti della presunta raccolta differenziata dell’organico sono così sozzi da fare schifo e per giunta rotti, con le serrature che in molti casi non funzionano: dovrebbero multare chi ne fa uso, anche di domenica, altrocchè. Anche le aree di questi benedetti cassonetti, forse vengono lavati una volta l’anno ed è per questa ragione i cittadini preferiscono lasciare per terra i sacchetti dei rifiuti. E sempre a proposito dei cassonetti per l’organico, quelli per intenderci con la inutile chiavetta, perché anche d’estate vengono lavati a ogni morte di papa? Le foto a corredo di questo articolo mostrano una campana per la raccolta del vetro che si trova sotto al ponte ‘XX Settembre’ di Corso Cavour, quasi di fronte all’Istituto per Geometri
Pubblicato il 5 Agosto 2015