Cronaca

Sporcizia, guano e veleni: quel mostro ecologico sotto il ponte XX Settembre

Rischia di finire sepolto da mille risate di scherno, chi oggi a Bari si dovesse permettere di definirla città turistica. Massì, a parte che di turisti (ben diversi dai croceristi di passaggio…) non se ne vede manco l’ombra a pagamento, cosa risponderebbe chi volesse continuare a difendere le bellezze di Bari di fronte alle scene di degrado di una città sporca più che mai, anche per responsabilità, si capisce, di un Comune e di un‘Azienda partecipata che ai contribuenti costa troppo, rispetto a quello che fa e produce? La città è sporca, lo dicono orami tutti da tempo, mentre i cassonetti della presunta raccolta differenziata dell’organico sono così sozzi da fare schifo e per giunta rotti, con le serrature che in molti casi non funzionano: dovrebbero multare chi ne fa uso, anche di domenica, altrocchè. Anche le aree di questi benedetti cassonetti, forse vengono lavati una volta l’anno ed è per questa ragione i cittadini preferiscono lasciare per terra i sacchetti dei rifiuti. E sempre a proposito dei cassonetti per l’organico, quelli per intenderci con la inutile chiavetta, perché anche d’estate vengono lavati a ogni morte di papa? Le foto a corredo di questo articolo mostrano una campana per la raccolta del vetro che si trova sotto al ponte ‘XX Settembre’ di Corso Cavour, quasi di fronte all’Istituto per Geometri , un vero schifo. Sporcizia e guano di piccioni e colombi dappertutto, sulla stessa campana per la raccolta differenziata che non viene lavata e svuotata da mesi, ma anche per terra e lungo il perimetro del tratto di strada che corre sotto il ponte. Per di più a dieci o venti metri da negozi di oggetti preziosi, abbigliamento, bar con tavolini e ristoranti tipici: uno spettacolo indegno di una Città che vorrebbe essere europea, se non turistica, ma che non riesce nemmeno a essere normale. Insomma, una vera vergogna in pieno centro, che sarebbe ovviamente lo stesso se avvenisse –come avviene…- in periferia poiché assume i connotati dell’emergenza ambientale, specie con questo caldo afoso. Un’estate torrida che a Bari imperversa da settimane e che rende le cose più difficili per tutti, forse anche per gli operatori ecologici chefanno finta di non vedere, per non sporcarsi le mani col guano. Insomma, nessuno fa niente, all’Amiu per muoversi aspettano i rimbrotti del signor Sindaco o le foto pubblicate su qualche giornale o sito internet. Semmai qualcuno si degnerà di andare a svuotare e lavare quel contenitore del vetro ridotto a mostro ecologico, in una Città dove la Civica Amministrazione non vede nè controlla, però sa bene come spargere proclami e promesse a piene mani. Come e più di prima….(fdm)


Pubblicato il 5 Agosto 2015

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