Cultura e Spettacoli

Sprofondamenti naturali, i 71 casi pugliesi

Talvolta succede che superfici di dimensioni variabili della crosta terrestre collassino improvvisamente aprendo voragini anche profondissime. Gli scienziati chiamano queste voragini sinkhole. Due le ragioni dei sinkhole (talora collegate) : il carattere carsico del territorio (cui sismi e bombe d’acqua possono fare da elemento detonante) e la mano dell’uomo. I danni prodotti dalla natura, duole dirlo, scompariscono dinanzi a quelli prodotti dall’antropizzazione, specialmente nella seconda metà del Novecento.E’ innegabile che lo sviluppo urbano, divenuto incontrollabile dopo l’ultimo dopoguerra, abbia spinto i centri abitati a espandersi al di sopra di cavità di cui si era persa memoria con un aumento del carico di superficie superiore alla ‘portata’ delle volte. Non bastassero gli edifici, si aggiunge la rovina di cave e miniere, di acqua sorgiva e gas estratti in esubero, di tunnel… Né si sottovaluti l’impatto dei lavori di realizzazione dei cosiddetti sottoservizi (acqua, fogna, gas, cavi elettrici e telefonici), cioè di quelle opere che necessitano dello scavo di interminabili ‘trincee’, a loro volta responsabili dell’alterazione della permeabilità del suolo… In Italia il fenomeno dello sprofondamento spontaneo è assai diffuso, soprattutto qui da noi in Puglia, anche a ragione del fatto che il nostro sottosuolo si presenta come una groviera, tanti sono gli ipogei che abbiamo sotto i piedi. In un loro brillante studio A. Fiore e M. Parise hanno elencato tutti i fenomeni di sprofondamento che hanno interessato la Puglia. Si parte dal 1925 e si arriva al terzo millennio. In tutto, settantuno eventi, distribuiti in maggioranza fra leccese (30 casi), foggiano (14) e BAT (18). Parzialmente interessata l’area del capoluogo (9), appena sfiorato il territorio di Taranto (1), mentre in provincia di Brindisi non si registrano casi. Le relative immagini fanno impressione : a Marina di Leuca, l’area più disastrata, c’è da mettersi le mani nei capelli ; a Morciano di Leuca lo sprofondo tocca i trenta metri : a Cutrofiano un sinkhole è diventato un vasto stagno… Ma parliamo di dati parzialmente indicativi. I settantuno casi in questione costituiscono solo una parte di quelli veramente occorsi. Per molti di questi cedimenti, infatti, manca il tempo materiale della segnalazione per effetto di celeri colmate volte a scongiurare il deprezzamento di terreni e proprietà in genere. Al problema, ben più ampio di quanto appare, gli Enti locali dovrebbero porre un’attenzione diversa. Non si possono concedere licenze ad attività costruttive tenendo conto solo dell’impatto paesaggistico.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 31 Dicembre 2020

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