Squali in Adriatico, mica uno scherzo
Si sospetta che alcune delle vittime del traghetto Norman Atlantic andato a fuoco nel Canale d’Otranto il 28 dicembre scorso siano state attaccate da squali. Ciò risolleva un vecchio interrogativo : Ci sono squali in Adriatico? Ebbene sì, nelle acque del nostro mare nuotano, e da sempre, trenta specie diverse di squali, nessuna delle quali però è pericolosa per l’uomo. A meno che specie oceaniche e del tipo aggressivo non arrivino in Mediterraneo attraverso il canale di Suez o lo stretto di Gibilterra… Fino ad ora in Adriatico nessun bagnante, subacqueo o naufrago ha perso la vita per colpa di pescicani. Gli unici – non letali – attacchi ad opera di specie pericolose di cui abbiamo notizia risalgono a luglio 1963 (Riccione) e ad agosto 1988 (località Ippocampo, Manfredonia). In generale in Adriatico gli incontri ravvicinati fra uomo e squalo sono fatali solo per quest’ultimo. Ne sanno qualcosa gli squali che incappano nelle reti dei pescherecci. I più sfortunati devono patire la crudele, e vietata, pratica del ‘finning’ consistente nel privare questi pesci delle pinne e ributtarli ancora vivi in acqua, dove non sopravvivono più di 24 ore ; le pinne prendono poi la strada del più vicino ristorante cinese. Altre volte gli squali finiscono a tranci sui banconi delle pescherie. A ottobre 2013 venne pescato uno squalo elefante lungo un sette metri al largo della costa abruzzese. Se ne ricavarono 700 kg di carne che stava per essere immessa sul mercato come carne di squalo manzo, che è invece specie non protetta. L’intervento degli uomini della Capitaneria di Porto di Pescara, dietro segnalazione di associazioni ambientaliste, impedì la commercializzazione di quella carne. In conclusione, in Adriatico non sono stanziali bestiacce. Non era così ancora nell’Ottocento. Il pericolo rappresentato dai temibili squali bianchi era particolarmente avvertito nell’alto Adriatico, dove erano attive numerose tonnare. Per liberare il mare di questa minaccia per l’economia ittica si arrivò a premiare i cacciatori : da venti a cento fiorini a seconda delle dimensioni dell’esemplare. L’incentivo funzionò e gli squali bianchi sparirono dall’Adriatico. Ma con quanti morti sulla coscienza? Uno studio a firma di William Klinger del Centro Ricerche Storiche di Rovigno e che fa riferimento al periodo 1872-1909 riporta numeri confortanti : Poiché ogni esemplare catturato doveva essere immediatamente sventrato, nella pancia di questi squali bianchi furono ritrovati a iosa solo delfini e tonni. Solo una volta si rinvennero resti umani, sicuramente di un uomo affogato o di un naufrago.
Italo Interesse
Pubblicato il 15 Gennaio 2015