Cronaca

Stabilizzazione: passata la legge, bisogna fare i conti con criteri, punti e graduatorie

 

Fatta la legge, bisogna approvare criteri e modalità di applicazione per arrivare, infine, alle sospirate stabilizzazioni dei circa quattrocento precari impiegati alla Regione Puglia, e non sarà facile. Il disco verde è scattato in aula regionale l’undici novembre dopo una battaglia che ha portato la maggioranza a mutare considerevolmente il testo del disegno di legge approvato nelle varie commissioni di via Capruzzi. E ora, giustamente, nelle stanze dell’assessorato regionale al Personale di via Celso Ulpiani la dirigente chiamata ad applicarla ha chiesto tempo, per capire innanzitutto se tocca davvero ai suoi uffici procedere per assumere nel più breve lasso di tempo possibile i 379 precari sparsi in Regione, o non piuttosto alla Giunta, deputata a fissare gli indirizzi e le direttive per decidere i criteri con cui compilare la graduatoria (…anzianità di servizio, titoli e pesi familiari) provvisoria. E proprio su questo scoglio, secondo i soliti bene informati, tra la dottoressa Domenica Gattulli e il capo della giunta in persona, l’altro giorno, sarebbe nata una discussione sfociata in vero e proprio diverbio. Vendola, è risaputo, non vuole perdere tempo (la primavera prossima si va alle urne per decidere il nuovo capo della giunta regionale…) per vedere nero su bianco la determinazione dirigenziale che consentirà, appunto, al personale precario di accedere alle procedure di stabilizzazione, così come previsto dalla legge nazionale grazie alle proposte dei due parlamentari baresi del Partito Democratico, Dario Ginefra e Antonio Decaro. In effetti, se entro il 31 dicembre bisognerà avviare le procedure di stabilizzazione fissando –come detto- criteri e priorità, bisognerà lavorare davvero molto.  E considerato che tutta la platea dei precari (anche se pochi sanno quanti sono precisamente) ha acquisito il diritto alla stabilizzazione, non è ancora chiaro su quali basi verranno fissate le priorità per passare dai contratti a tempo determinato a quelli definitivi. E parecchi, specie quelli entrati al fianco di Vendola quasi dieci anni fa nelle stanze regionali, hanno ripreso a far sentire la loro voce. Si tratta, a questo punto, di questioni molto concrete e cioè fissare le procedure con cui saranno assunti e la gradualità in funzione delle disponibilità finanziarie, anch’esse tutte da cercare e trovare nelle pieghe del bilancio. Insomma, occorrerà approvare una graduatoria unica di personale stabilizzato che comprenda tecnici, amministrativi, ingegneri o avvocati, i vari capiservizio regionali potranno attingere da più graduatorie, a seconda se hanno bisogno di un ingegnere, un geometra o un assistente sociale? Del resto la Regione Puglia con questa legge, almeno a parole, intende riorganizzare la macchina amministrativa <<….tenendo conto dei criteri di produttività, razionalità, integrazione funzionale e flessibilità operativa>>. Intanto, a parte le buone intenzioni e i diverbi tra dirigente e presidente, che avrebbero deciso di rinviare ogni decisione a una prossima conferenza dei capoarea della Regione per discutere la delicatissima questione di come applicare la legge, ancora in sospeso l’altro punto caldo al tavolo tra ente e sindacati. E cioè quell’esodo incentivato per il quale, guarda caso, anche lì devono ancora essere definiti criteri e forme di incentivo. In ballo la risoluzione consensuale anticipata del rapporto di lavoro per una manciata di dipendenti ‘storici’ che stanno per maturare il diritto alla quiescenza, senza che questo comporti oneri aggiuntivi di spesa a carico degli istituti previdenziali. Ma cosa importa al presidente Vendola e all’assessore Caroli, a pochi mesi dalle elezioni, di vecchi impiegati e funzionari stanchi e un po’ canuti, quando ci sono centinaia di baldi giovani scelti con ‘short list’ da stabilizzare: allegria, gratitudine e tanta buona volontà. E magari, perché no, tanti ma tanti voti…    

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Novembre 2014

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