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Stabilizzazioni, pre-pensionamenti e ‘scivoli’ al tavolo, ma tutto resta fermo

Dovrebbe tenersi stamane –ma il condizionale è d’obbligo, visti i rinvii a catena accumulati negli ultimi tre/quattro mesi…- il tavolo tecnico tra organizzazioni sindacali e rappresentanti dell’ente regionale per discutere i soliti problemi del personale, in ballo ormai da tempo senza che all’orizzonte si intravedano soluzioni fattibili, oltre le nubi. Anche quest’oggi, insomma, si dovrebbe porre in discussione la stabilizzazione dei cinque/seicento precari regionali pugliesi e il cosiddetto prepensionamento morbido per ragioni di anzianità. Due temi caldi sui quali si stanno scontrando le tesi dei rappresentanti dei lavoratori regionali, quanto mai divisi tra loro, e dell’amministrazione, anch’essi indecisi su tutto come sempre, del resto. Di sicuro c’è una cosa e cioè che l’impegno strombazzato ‘urbi et orbi’ dal sempre meno sorridente assessore al Personale Leo Caroli di chiudere la vertenza e portare in giunta due disegni di legge sui suddetti temi entro la fine di giugno, è saltato: giugno è stato consegnato alla storia, ma sindacati, parti sociali e dirigenti in rappresentanza della Regione Puglia rimbalzano –come dicono loro- da una cabina di regia all’altra senza mai trovare lo straccio di un accordo. Manco un disegnino, altro che disegno di legge che dovrebbe poi finire in quelle altre commissioni che ne prendono atto dopo altre, infinite sedute per discutere e approfondire –in fin dei conti- l’ingresso dei precari al posto dei pensionati. Eppure dopo gli altri incontri al tavolo delle trattative, la Giunta ha già preso atto del protocollo d’intesa siglato dall’assessore Caroli lo scorso 29 maggio con la cabina di regia (Cgil Cisl e Uil) e quindi ha dato mandato al Servizio Personale di avviare quanto previsto dall’intesa. Obiettivo del protocollo? Il consolidamento delle politiche per il personale, appunto, ma anche organizzazione e stabilizzazioni dei precari, tema assai caro al capo della giunta in persona in vista delle elezioni l’anno venturo. La Giunta, tanto per essere ancora piu’ chiari, ha affidato a Caroli l’incarico per  la stesura di un disegno di legge regionale, per l’applicazione della norma nazionale e rendere esigibile la gradualità della stabilizzazione e per vincolare l’amministrazione a criteri e tempi certi, compatibili con le risorse disponibili. Ma anche la stesura di un altro disegno di legge (cosiddetto “scivolo”) che consenta la messa in quiescenza anticipata, anche incentivata, di parte del personale ‘storico’ che sta per perfezionare i requisiti, peggiorati recentemente dalla legge Fornero, in modo da permettere graduali immissioni in servizio di giovani precari al posto dei pensionati. Questo secondo disegno sarà a sostegno del percorso di stabilizzazione. “Faremo piu’ in fretta possibile – si era impegnato l’assessore Caroli – e proporremo al gruppo di studio costituito con le parti una prima stesura dei disegni di legge entro giugno. Il percorso mi sembra del tutto lineare e rispondente sia alle aspettative dei precari che alle necessità della buona amministrazione”. A tarpare le ali, come detto, le divisioni che hanno praticamente messo l’un contro l’altro i rappresentanti dei dipendenti, quei sindacati che fino a qualche anno fa filavano quasi sempre d’amore e d’accordo. In effetti, confidano i bene informati, adesso ci sarebbe la Cgil che, da qualche settimana, è entrata in rotta di collisione con i colleghi di Cisl e Uil, un ‘andazzo’ consolidato anche a livello nazionale quello del Sindacato dei Lavoratori, restio a firmare contratti per qualche decina o centinaio di tessere in più. In Via Celso Ulpiani invece, dove ha sede l’assessorato alle Risorse Umane della Regione Puglia, c’è sempre qualche ‘picchetto’ di precari a puntare i piedi e fare la posta all’assessore per una stabilizzazione sempre più difficile da digerire, per l’amministrazione Vendola. Ed ora, addirittura, per forzare la mano un paio di rappresentanti dei precari regionali potrebbero addirittura sedersi al tavolo della trattativa e diventare ospiti fissi pur non avendo ancora acquisito diritti formali o sostanziali. E tanto per restare in tema di contratti a tempo determinato, ma a livello dirigenziale, c’è chi invita a non abbassare la guardia nonostante l’ultima ordinanza licenziata di recente dal Tribunale Amministrativo Regionale che ha ritenuto illegittimi tre contratti definiti dal Servizio perché ora c’è chi ne preannuncia un altro a favore di una sindacalista aziendale decisa ad andare in pensione da dirigente. Chiudendo in bellezza la sua carriera….

 

Francesco De Martino       


Pubblicato il 1 Luglio 2014

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