Stadio San Nicola: convenzione in scadenza e condizioni da rivedere
L'affidamento della struttura sarà scoglio duro da superare, per la prossima amministrazione
Il Bari calcio aveva appena imboccato la strada dei campetti dilettantistici della Serie D – a braccetto con la famiglia De Laurentiis sei anni fa, culminata poi nella concessione quinquennale del prestigioso stadio-astronave, di proprietà comunale. E la proposta – regolarmente presentata cinque anni fa dalla società Ssc/Bari nell’ambito della procedura pubblica indetta dallo stesso Comune di Bari – era stata valutata positivamente dall’amministrazione civica, anche allora guidata da Decaro che, come ricorderanno tutti, aveva deciso di affidarsi al rampollo di famiglia tra brindisi e hurrà. Gli oneri della manutenzione ordinaria del nostro stadio dedicato al Santo patrono? A carico della società, che aveva previsto nella sua proposta anche sistema di videosorveglianza e un’attenzione particolare alla raccolta differenziata, senza contare una collaborazione con la società di calcio femminile ‘Pink/Bari’, ben presto naufragata con una malaugurata retrocessione della squadra. Ma torniamo subito a una proposta di gestione e uso dell’impianto di via Torrebella che s’articolava sostanzialmente sull’uso dello stadio per le partite della squadra biancorossa e per altre iniziative che pian piano, però, si sono diradate. Senza contare tutti i bei discorsi sventolati – da parte di tutti – sulle possibilità infinite e ‘joint/venture’ per rendere gli spazi antistanti al ‘San Nicola’ vissuti e vivibili tutti i giorni della settimana -un po’ sulla scia di quel che accade a Torino con l’Allianz/Stadium’- anche questi ben presto caduti nell’oblio di sindaci, presidenti e assessori. Che, sicuramente, farebbero bene a parlare meno, stando attenti a non sparare troppe…pallonate! Ma rimettiamo subito i piedi a terra e torniamo alla ‘vexata questio’ della convenzione per lo stadio sottoscritta e ora in scadenza -come detto all’inizio – per la prima volta dal lontano 1990 per un periodo pluriennale e non di anno in anno. Com’era sempre capitato coi presidenti indigeni, da Matarrese a Giancaspro. Ora è il candidato primo cittadino del Partito Democratico Vito Leccese, all’indomani della incredibile partita che ha decretato la salvezza della squadra biancorossa a Terni, a tornare in argomento, in vista del voto dell’8-9 giugno. «Nonostante una stagione molto deludente, la squadra della nostra città ha salvato la categoria, e di questo non possiamo che gioire – ha detto Leccese – non sono un appassionato di calcio, né ho intenzione di trasformarmi in tifoso occasionale a fini elettorali. La squadra è però un bene della città, il calcio è da noi più che altrove un fenomeno sociale e da sindaco, se eletto, avrò il dovere di intervenire sulle questioni che la coinvolgono a cominciare da quelle amministrative. Per esempio l’utilizzo del San Nicola, uno stadio che l’amministrazione comunale ha quasi interamente riqualificato negli ultimi anni, a sue spese – ha spiegato ancora l’ex capo di gabinetto comunale – consentendo ad una tifoseria anche quest’anno appassionata e numerosa, di frequentarlo in tutta sicurezza. Intendo rivedere le condizioni della prossima concessione pubblica dello stadio San Nicola, mettendo al centro del futuro accordo gli interessi della città». Bene, tra i punti fermi al tavolo del rinnovo senza dubbio termini di durata – che non potranno certo essere di cinque anni con i De Laurentiis – e canone che, col prossimo contratto di affidamento dell’impianto, non sarà più a titolo gratuito.
Laforgia: “Una squadra di calcio è un bene di tutta la città. Romito: “Andare oltre la proprietà”
“E’ un tema che dobbiamo affrontare – ha detto Laforgia – perché anche il calcio è una industria e la partecipazione dell’amministrazione comunale e anche il conferimento di beni pubblici – lo stadio è un bene pubblico – non può che essere regolato e controllato politicamente”. “Quindi – ha evidenziato – è sicuramente un tema, indipendentemente dal tifo. Io penso che un sindaco non debba fare il tifoso ma deve sicuramente amministrare i beni pubblici nell’interesse della città. E una squadra di calcio è un bene di tutta la città”.
Romito ritiene “si debbano fare, anche rispetto al calcio a Bari, molte riflessioni. L’attuale proprietà ha avuto dal Comune di Bari delle condizioni di straordinario favore. Non pagano lo stadio, glielo abbiamo ristrutturato con soldi pubblici presi a prestito, quindi i baresi pagheranno anche gli interessi”. “Lo stadio – ha evidenziato – è un bene di tutti i baresi ma un privato non può prendere dalla città, dai tifosi, dall’amministrazione comunale e non investire nella squadra. E’ un comportamento inaccettabile, Bari ha la necessità di guardare oltre l’attuale proprietà”.
Francesco De Martino
Pubblicato il 25 Maggio 2024