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Stadio San Nicola: troppe proroghe, concessioni e spese poco chiare

Da ieri sui complicati e tormentati rapporti tra Comune di Bari e società Fc Bari 1908 c’è un lungo e corposo esposto all’Autorità dell’Anticorruzione guidato da Antonio Cantone. A redigerlo molto puntigliosamente sono stati i consiglieri comunali baresi Irma Melini e Domenico Di Paola, che in una mezza dozzina di pagine hanno passato in rassegna atti, delibere, rapporti epistolari e tutto quanto ha interessato negli ultimi due anni la gestione milionaria dell’impianto sportivo di via Torrebella, prendendo spunto dalla seduta consigliare monotematica di ieri, appunto, sulla gestione dello stadio S. Nicola. Una delibera che conferma la possibilità di utilizzo dello Stadio San Nicola e dell’antistadio da parte della F.C. Bari 1908 fino alla conclusione della procedura ad evidenza pubblica per la concessione quinquennale dell’impianto e, comunque, non oltre il 30.06.2018. E cioè quella che doveva essere la ripetizione pedissequa della delibera di Consiglio approvata dallo stesso Consiglio esattamente dodici mesi fa, clamorosamente disattesa, con la quale si deliberava di non fare proroghe “non oltre il 30.6.2017”. Invece Irma Melini sa bene che siamo già alla quarta proroga con l’aggravante di aver definitivamente disatteso la stessa pronuncia dell’Anac che ricordava come la esternalizzazione degli impianti sportivi debba per legge essere condotta a termine attraverso procedure ad evidenza pubblica. E quando partirà la procedura stessa, già promessa e ripromessa dall’assessore allo Sport e dal Sindaco più di una volta? Se il bando e la gara non sono mai pronti, per cui si continua a prendere tempo, un motivo ci sarà. E stavolta i consiglieri di minoranza hanno chiesto soccorso alle istituzioni per scoprirlo, visto il muro di gomma che è diventato il Comune, leggendo le carte trasmesse alla stessa consigliera prima dell’esposto stesso. Infatti, a quanto pare, la ennesima proroga concessa dal comune/proprietario dello stadio non comprenderebbe la specifica delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria che lo studio della ingegner Silvestri, pagato dal Comune un anno fa, aveva previsto, senza contare lo stato di degrado in cui versa lo Stadio S. Nicola, tra petali da riparare e impianti interni non funzionanti. <<Lo stadio è la più grande opera pubblica della città e questa Amministrazione invece di occuparsene secondo quanto dispone la legge, preferisce perdere tempo, danneggiando platealmente tutti i baresi>>. Dunque, torna prepotentemente in primo piano l’annosa questione della gestione dello stadio comunale, anche se in attesa della definizione della procedura aperta per la concessione pluriennale dell’impianto sportivo, approvata dal Consiglio comunale con delibera n. 33 del 20 aprile 2017, dopo che sindaco Decaro la primavera scorsa aveva inviato una nota all’amministratore unico della FC Bari 1908, Cosmo Antonio Giancaspro. Una nota per non correre rischi per l’iscrizione della squadra di calcio al campionato cadetto, confermando di fatto la disponibilità all’utilizzo, appunto, dello stadio San Nicola. Per il Comune, succube della solita fretta, si trattava di un “passaggio necessario” a garantire la partecipazione della Bari al campionato nazionale di Serie B per l’anno 2017/18, partendo da quel ‘peccato originale’ che si chiama Italia ’90 immaginando gli stadi come luoghi dove svolgere esclusivamente partite di calcio. Quindi sono stati costruiti – con soldi pubblici – “monumenti al calcio” che funzionano soltanto 20 giorni all’anno e solo per poche ore al mese in funzione delle partite del campionato di calcio. In Europa e nel mondo, gli stadi sono costruiti dalle società di calcio, con soldi privati, e sono progettati per essere redditivi. Solo recentemente Juventus e Udinese, unici casi italiani, hanno rinnovato completamente i propri stadi con finanziamenti privati e li gestiscono in maniera da produrre interessi ben definiti per le società che li gestiscono. A Bari si continua a rinnovare proroghe di anno in anno, lasciando tutto in un limbo senza fine. Tra costi di manutenzione straordinaria, che si vorrebbero porre a carico del gestore e mancati incassi, nelle missive scambiati tra ente-proprietario e società conduttrice parrebbe che i ricavi siano sovrastimati e si riferiscano ad attività complementari che non è possibile svolgere con l’attuale configurazione dello stadio e comunque, perché si realizzino, richiederebbero ulteriori e maggiori investimenti. Tra i ricavi, hanno eccepito altri consiglieri comunali, sono considerate una serie di attività quali bar, merchandising, pubblicità durante gli eventi e perfino sponsorizzazioni che, invece, sono di esclusivo appannaggio dell’FC Bari e di chi organizza gli eventi. Quindi i dati contenuti nel piano non sono corretti né realistici, non tengono conto delle stime dei costi effettivi di conduzione e di gestione dello stadio, anche se adesso potrebbe essere l’agenzia anticorruzione e mettere lo zampino nei rapporti tra comune e società di calcio. Magari anche entrando a gamba tesa…..

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 3 Agosto 2017

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