Stangata in arrivo non solo per la Tari ma anche per altri tributi
Sarà in discussione nella seduta odierna del Consiglio comunale di Bari la manovra finanziaria predisposta dalla giunta Decaro sui tributi che i baresi dovranno corrispondere al Comune nel triennio 2022-2024. Una manovra che sarà nota nei dettagli dopo l’approvazione, ma che – secondo indiscrezioni – presenterebbe numerosi ritocchi al rialzo di tasse ed imposte locali a cominciare dalla Tari, ossia la tassa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, a cui si aggiungerebbe per i baresi (sempre secondo qualche bene informato) anche una possibile stangata dovuta ad una elevazione dell’aliquota massima dell’addizionale comunale Irpef, che – come è noto – è stata recentemente autorizzata agli enti locali dal governo Draghi, con il “Decreto aiuti”. Nel presente servizio, però, ci limitiamo a riferire soltanto quanto riportato nella recente nota del Comune sugli aumenti della Tari che interesseranno le utenze baresi del servizio già dall’anno in corso. Per avere un’idea degli incrementi delle tariffe Tari che l’Assemblea cittadina si appresta ad approvare, facendo riferimento ad un’utenza domestica di 100mq di superficie, la simulazione prodotta dagli Uffici comunali prevede un aumento dell’1% (in media 1,20 euro) per un nucleo di un solo componente fino a un più 14% (e quindi un aumento complessivo di 63,51 euro) per nuclei familiari formati da sei persone. Per famiglie con un numero di componenti inferiore si avrebbe invece un più 7% (20,35 euro) con due componenti, 9% per tre (30,03 euro) e quattro componenti (34,76 euro), 8% per i nuclei con cinque componenti (35,13 euro). Per le utenze non domestiche invece la Tari risulterà più o meno uguale a quella definita per il 2019, con un’oscillazione che va dall’1 al 2 per cento. Dal Comune fanno sapere anche che riduzioni, esenzioni e agevolazioni tariffarie (a eccezione di quelle Covid) sono state mantenute anche per il 2022, comprese quelle relative a nuclei numerosi con sei o più di sei componenti con Isee inferiore a 25mila euro, nuclei con persone over 80 con valori Isee inferiore a 10mila euro e nuclei con Isee inferiore a cinquemila euro. Misure che saranno finanziate con la fiscalità generale e sono rivolte in principale modo le utenze domestiche. Confermate anche le agevolazioni legate ai quartieri baresi interessati del servizio di raccolta differenziata con una percentuale superiore al 65% nel rapporto tra rifiuti differenziati e produzione complessiva di rifiuti solidi ritirati. Dal Palazzo comunale barese di corso Vittorio Emanuele fanno sapere anche che gli uffici hanno lavorato ad un’intensa attività di contrasto all’evasione fiscale, determinando così una crescita della platea dei contribuenti che, sviluppata in metri quadri, è pari a 300.000 mq in più di superficie sottoposta a tassazione per le utenze domestiche (da 11.500.000 mq del 2021 a 11.800.000 mq nel 2022) e 330.000 mq in più per le utenze non domestiche (da 4.400.000 mq del 2021 a 4.730.000 mq del 2022). E ciò – sempre secondo quanto riferito dall’Amministrazione comunale – ha consentito di spalmare il peso delle tariffe del 2022 con conseguente abbassamento, seppur leggero, del prelievo fiscale. Ciò nonostante è in arrivo un incremento del peso tributario comunale per i baresi, come già reso noto per la Tari dalla Amministrazione stessa, che giustifica gli aumenti tariffari della Tari in corso di approvazione con l’assenza ai Comuni di trasferimenti statali specifici da un lato e, dall’altro, gli effetti in termini di maggiori spese che tutti i Comuni hanno dovuto registrare a causa della guerra (che ha generato una crescita esponenziale dei costi per approvvigionamento di combustibile ed energia elettrica). Inoltre, – fanno sapere sempre gli uffici civici competenti – per quanto riguarda il Comune di Bari, “risulta terminato il periodo di start up del servizio porta a porta, il che significa che non vi sarà la possibilità di accedere alla fiscalità generale per finanziare gli eventuali incrementi di costo”. Dal Comune è stato precisato anche che le nuove tariffe della Tari sono state calcolate dagli uffici sulla base del costo del servizio indicato nel Pef (Piano economico e finanziario) redatto dall’Amiu-Puglia (ossia l’Azienda barese partecipata comunale che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani) e validato dall’ Ager, cioè l’Agenzia regionale competente in materia di smaltimenti. Secondo quanto riferisce il Comune i costi complessivi del Pef 2022, in controtendenza rispetto agli anni passati, risultano diminuiti, e sarebbero pari a circa 69,4 milioni di euro, rispetto ai 69,7 milioni circa del 2021, ai 73 milioni del 2018 e ai 71 milioni del 2017. Diminuzione che – sempre secondo quanto riportato nella nota del Comune – è stata possibile “grazie ad un’oculata attività di gestione condotta in questi anni dall’Amministrazione comunale nell’ambito del complesso circuito della raccolta e smaltimento dei rifiuti, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle aziende baresi fruitori del servizio e contribuenti Tari”. Ma proprio dai dati resi noti riesce difficile comprendere come mai in presenza di un Pef dell’Amiu ridotto rispetto al passato e ad un incremento notevole delle superfici (domestiche e commerciai) tassate, dovuto – secondo gli uffici – alla lotta all’evasione, sia stato comunque necessario ricorre ad ulteriori aumenti tariffari di una tassa, la Tari per l’appunto, che a Bari risulta già da tempo tra le più alte tra quelle dei Comuni italiani. Inoltre, si chiedono molti cittadini dei quartieri baresi interessati da anni dal servizio di raccolta differenziata, “quando sarà possibile ottenere agevolazioni tariffarie significative da parte degli utenti condominiali interessati dal servizio ‘porta a porta’?”. Infatti, tale categoria di utenti – come è noto – è gravata da un costo condominiale che oscilla tra i 60 ed i 120 euro l’anno, per il servizio di uscita ed entrata giornaliera dall’area condominiale dei contenitori collettivi della differenzia. Un costo che si va ad aggiungere alla Tari a prescindere dal numero di componenti familiari e dall’Isee. Ma ciò che forse più sorprende gli utenti baresi è che nella loro città quando si tratta di dare annunci di interventi o agevolazioni a renderli noti è direttamente l’Amministrazione, in particolare attraverso il sindaco Antonio Decaro o qualcuno dei suoi assessori, quando invece trattasi di comunicare aumenti di tariffe tributarie, come in questo caso, a comunicare la notizia sono gli “uffici” che “hanno calcolato”, etc. “Ma allora al Comune di Bari – si è chiesto ironicamente qualche accorto cittadino – la responsabilità complessiva è politica o amministrativa di determinate scelte gestionali?”. La risposta a questo punto è sicuramente discrezionale, a secondo probabilmente delle esigenze di “marketing” politico del sindaco Decaro e della sua giunta.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 29 Giugno 2022