Cronaca

Stop al Piano Strategico del Commercio: mancano i pareri

Era già molto atteso, per non dire riposto oramai nel mondo “iperuranio” di platonica memoria, quel Documento Strategico del Commercio che l’amministrazione civica barese vorrebbe approvare a breve in Consiglio Comunale, senza mai averlo però né presentato alla città e né tanto meno concertato con parti sociali, associazioni e rappresentanti di categoria. Ad accendere luce rossa è il sindacalista Savino Montaruli di ‘CasAmbulanti’ e ‘UniPuglia’, associazioni accreditate al tavolo di concertazione che adesso esternano tutta la loro delusione, appunto, per uno strumento di programmazione privo dei contenuti più significativi. Limitandosi, a conti fatti, a una fotografia dell’esistente, ma senza alcuna “visione strategica”. Montaruli parla chiaro: <<siamo di fronte alla débâcle delle attività mercatali nella città di Bari. Ai tanti problemi di natura tecnica che con fatica stiamo ponendo e risolvendo con la dirigenza del Suap comunale – e ricordo registrazione all’Agenzia delle Entrate delle concessioni, rilascio dodicennale e altre problematiche che solo a Bari vengono poste a carico dei concessionari in modo persecutorio – le speranze che venivano riposte nel Documento Strategico vengono vanificate>>. Per Casambulanti non esistono prospettive nel settore da sempre basilare nella nostra città di mare com’è il commercio, se non la presa d’atto della crisi profonda dei mercati. Oltre il 20% dei posteggi nei mercati, coperti e scoperti, giornalieri e settimanali sono vacanti: un abbandono che pare interessare poco o nulla all’amministrazione, nonostante rappresenti un problema sociale enorme. <<Quello che dovrebbe rappresentare una “guida” per cittadini, imprenditori e investitori è, invece, un compendio di norme scopiazzate dalla legge regionale e riportate all’interno del Documento che probabilmente neppure i componenti della Commissione consiliare, che pure lo hanno criticato, hanno approfondito adeguatamente>>, spara ad alzo zero Savino Montaruli. L’elenco delle occasioni mancate dall’assessorato al Commercio affidato a Carla Palone è lungo, molto lungo e dettagliato: nessun riferimento alle aree da destinare a fiscalità di vantaggio per i mercati che sono state le attività più colpite dalla crisi pandemica; nessun riferimento al Distretto Urbano del Commercio per i mercati; ma anche nessun riferimento alla determinazione degli strumenti dci contribuzione per il canone di occupazione suolo pubblico e nessun elemento di sviluppo rispetto ai tanto attesi trasferimenti di mercati, come quello del lunedì, in altre aree. Tante, invece, le penalizzazioni: mercati serali per tutta la settimana per l’intero periodo estivo; impossibilità di introdurre cani ed altri animali nelle aree mercatali; orari penalizzanti ed impossibilità di svolgere i mercati nelle giornate festive, in palese violazione della legge vigente in materia di lavoro festivo. Conclusione? <<Un grande pasticcio che non sappiamo neppure quanto sia costato in termini di denaro pubblico e a vantaggio di chi, visto che in altri comuni questo Documento è arrivato a costare anche oltre 60mila euro a carico dei fondi pubblici regionali. Una disfatta assoluta con un provvedimento che peraltro non potrà neppure essere discusso in Consiglio visto che, dall’analisi della documentazione, risultano i pareri dei Municipi ma non ci sono quelli obbligatori, seppur non vincolanti, delle Associazioni di Categoria. Perché questi pareri non ci sono?, sono stati forniti?, e da chi?, quando?>> Troppe domande senza risposta…

Antonio De Luigi


Pubblicato il 6 Aprile 2022

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