Cultura e Spettacoli

Su Salvia l’ombra di Passannante

In provincia di Potenza, a quota 720, è arroccato Savoia di Lucania, un paesetto di poco più di mille anime. Ai giovani ‘salviani’ la data di oggi dirà poco, ma in passato quante discussioni intorno alla memoria di questo giorno. Perché il 17 settembre 1849 nell’allora Salvia di Lucania nasceva Giovanni Passannante, l’anarchico che il 17 novembre 1878, a Napoli, attentò – senza fortuna – alla vita del Re d’Italia, Umberto I. Le conseguenze per Salvia furono tremende. Il nome di un centro abitato sino a quel momento noto solo nel raggio di una trentina di chilometri, fece il giro del mondo e i salviani furono additati con disprezzo appena messo il naso fuori le mura di casa. I carabinieri si presentarono a Salvia a perquisire le case dei parenti e dei conoscenti dell’anarchico (che però già da molti anni aveva abbandonato il paese natale) e tutti i luoghi riconducibili all’attentatore  ; ma non fu trovato “nulla di criminoso”, come venne annotato nel rapporto dell’Arma. Intanto Giovanni Parrella, sindaco di Salvia – il quale dovette prelevare denaro dalle casse comunali per noleggiare un abito adeguato all’incontro – si recava a Napoli per porgere le sue scuse e chiedere perdono a Umberto I. Il monarca accettò le scuse del primo cittadino, rincuorandolo : “Gli assassini non hanno patria”. Ma appena uscito dalla sala delle udienze, Parrella venne avvicinato dai consiglieri della corona, i quali gli “suggerirono” di dare maggiore enfasi alla grazia regale ribattezzando Salvia, Savoia di Lucania, Il sindaco accettò senza discutere. Così, dal 3 luglio dell’anno successivo, per effetto di un regio decreto, Salvia di Lucania cessò di esistere. Quel decreto divide ancora i salviani. Il comitato Pro-Salvia rivendica il desiderio di ritornare al vecchio nome in memoria delle torture inflitte a Passannante (che ebbe la pena capitale commutata in ergastolo) e del ruolo dei Savoia nella politica Italiana. Il comitato Pro-Savoia, invece, rivendica l’onore del legame con la dinastia sabauda e condanna l’atto compiuto dall’anarchico. Il 10 febbraio 1948 il consigliere comunale Raffaele Cancro propose la cancellazione del toponimo savoiardo e la sostituzione con altro : ‘Passannantea’. La proposta venne respinta. Un altro, infruttuoso, invito al ritorno al nome d’origine venne nel 1954 da un padre domenicano. Nel 2007 l’allora sindaco di Savoia, Rosina Ricciardi, ribadì la sua contrarietà al ritorno del vecchio nome della città, sostenendo che «siamo nati in Savoia indipendentemente dalla storia». Il comitato Pro-Savoia aveva previsto per il giorno 1º maggio dello stesso anno un incontro pubblico con il principe Emanuele Filiberto, ma il l’incontro fu annullato per ragioni di sicurezza.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 17 Settembre 2021

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