Cronaca

Sul bus col patema in più

I ritardi, il rischio di fare brutti incontri a bordo e la scomodità di viaggio stanno diventando l’ultima preoccupazione per chi si serve dei bus. Quattro giorni fa un mezzo delle Ferrovie Sud-Est si è incendiato mentre era in viaggio tra Brindisi ed Erchie ; grande paura a bordo ma la prontezza di spirito del conducente ha consentito un’ordinata evacuazione della vettura, che è poi andata distrutta. Un’altra tragedia sfiorata, un tipo d’incidente tutt’altro che inconsueto. Solo quest’anno si sono registrati altri quattro casi analoghi da noi : due a Bari (il 19 giugno e l’8 settembre hanno preso fuoco due mezzi Amtab, rispettivamente in servizio sulle linee 12 e 19), uno tra Grottaglie e Villa Castelli (16 luglio) e un altro (21 settembre) ancora su una tratta Sud-Est, la Manduria-Avetrana. Dati dell’ASSTRA, l’Associazione Trasporti, risalenti al 2010 (di più recenti non ce n’è) dicono che su 22mila bus in Italia, 140 hanno preso fuoco mentre erano in moto, con danni trascurabili per 77 mezzi, medio/gravi per 58 e irreparabili per 12. Incendi imputabili in parte a limiti progettuali e in parte a vetustà dei mezzi. Vediamo il primo punto. I sempre più stringenti limiti all’omologazione in termini di emissioni inquinanti e l’aumento delle dotazioni di bordo e delle funzioni stanno obbligando i costruttori ad aumentare il numero dei componenti montati sul veicolo come catalizzatori, conta passeggeri, sistemi di videosorveglianza, sistemi di telecomunicazione per la manutenzione, meccanismi di climatizzazione e ulteriori optional a discrezione dell’azienda. Tutto ciò sovraccarica gli impianti, comprime gli spazi utili nei vani tecnici per pulizia e manutenzione e soprattutto produce un incremento di temperatura nel vano motore, che nel 60% dei casi è la zona d’origine degli incendi. Quanto all’obsolescenza delle vetture, il limite dovrebbe suggerire un più accurato monitoraggio del parco mezzi. Monitoraggio che, quando avviene, non sempre avviene con la dovuta professionalità e che in ogni caso si rivela improduttivo dinanzi al limite strutturale di risorse insufficienti all’acquisto dei pezzi di ricambio. In ogni caso, che il bus sia da rottamare o meno, dal momento che deve restare in servizio è bene sia fornito di sistemi antincendio che vadano oltre l’obbligo di avere a bordo un estintore. L’ingegneria della manutenzione ha di recente messo a punto dei kit di erogatori ad aerosol che vengono attivati da sensori termici. Appena un sensore rileva una temperatura superiore alla soglia di allarme gli erogatori entrano in azione liberando radicali di potassio che intercettando i radicali liberi interrompono la catena di combustione. Hanno costi contenuti, sono efficienti, si montano senza difficoltà. Con poco, oltre a salvare vite umane e mezzi, si può salvare anche l’immagine aziendale.

Italo Interesse


Pubblicato il 23 Ottobre 2015

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