Sul decentramento non bastava l’Osservatorio, ora c’è anche il tavolo inter-municipale
Su questo tema forse si è perso il senso del ridicolo, pur di tentare di giustificare i compensi al massimo ai politici di quartiere introdotti lo scorso ottobre

La “questione” di come effettuare un reale decentramento amministrativo al Comune di Bari sta assumendo ormai risvolti che rasentano il ridicolo. Infatti, a fronte di un decentramento praticamente inesistente da circa 45 anni, ossia dal 1981, quando a Bari sono stati istituiti gli istituti di decentramento amministrativo (allora obbligatori, ma dal 2010 non più!), si continua ancora a discutere di come poter attuare il decentramento e, soprattutto, in che misura e su quali materie attuarlo. Ma ciò che ultimamente sta rendendo detta “questione” dai risvolti a dir poco comici è il fatto che l’Amministrazione barese, guidata dal neo sindaco Vito Leccese, pur di dimostrare ai cittadini la disponibilità ad attuare un effettivo decentramento, sta mettendo in atto una serie di iniziative, che però al fine di una concreta attribuzione di funzioni (e, quindi, di un’effettiva gestione dei quartieri in determinati settori) da parte dei Municipi di decentramento non servono verosimilmente a nulla, ma che sul piano della propaganda mediatica sono sicurante molto efficaci ad “incantare” l’Opinione Pubblica barese e, soprattutto, coloro (e sono tanti!) che sul tema sono disinformati. Pertanto, premesso che a Bari un vero decentramento non è mai esistito e che a tutt’oggi ancora non esiste, per la sua attuazione è stata da tempo istituita a livello comunale una Commissione consigliare speciale al decentramento, che effettua sedute con frequenza settimanale (o di più!), con l’era Leccese si è passati ad istituire una Commissione speciale per il decentramento anche in ognuno dei cinque Municipi di finto decentramento e che – secondo quanto propagandato dagli stessi Organi che l’hanno istituita, ossia il Consiglio di ciascun Municipio – dovrebbe servire a suggerire all’Amministrazione centrale come migliorare un decentramento che concretamente non esiste e gli “strumenti” con cui attuarlo attraverso una gestione periferica delle problematiche presenti nei rispettivi quartieri. E ciò come se non ci fosse già un Regolamento comunale in materia che stabilisce le competenze che si possono delegare agli Istituti di quartiere e che, allo stato dei fatti, nella migliore delle ipotesi, – come è noto – non vanno oltre i pareri “obbligatori e non vincolanti” e semplice “funzione propositiva”. Ma ancora più assurdo, oltre che paradossale, è il fatto che a dire al “delegante” quali debbano essere le attività da affidare sia il “delegato”, ossia il Municipio (Organo comunale notoriamente sotto-ordinato) che indica all’Organo sovra-ordinato, cioè all’Amministrazione centrale, quali devono essere i poteri e le funzioni che gli devono essere attribuite, per poter svolgere un reale decentramento. E’ evidente, quindi, che l’istituzione di una Commissione speciale per il decentramento all’interno del Consiglio di Municipio ha come scopo solo quello di moltiplicare anche per i consiglieri municipali le occasioni di cumolo dei “gettoni” di presenza con le sedute anche di tale assurda ed incomprensibile “extra commissione”. A questa novità da qualche mese al Comune di Bari si è aggiunta – come si ricorderà – l’istituzione, da parte della giunta Leccese, dell’Osservatorio sul decentramento. Un organo, per la verità, introdotto da maggio del 2023 nel Regolamento comunale sul decentramento, ma che non era stato attivato prima, poiché è sin troppo chiaro che trattasi di un istituto di monitoraggio interno all’Amministrazione cittadina del tutto inutile per una città in cui un vero decentramento ancora non esiste e che per vigilare sull’attività dei cinque Municipi di finto decentramento è già presente una speciale Commissione consigliare. Ma poiché l’amministrazione Leccese ha l’evidente necessità di dimostrare che è propensa a mettere in atto un effettivo decentramento, allora ha proceduto, su espressa richiesta del M5S, alla nomina dei componenti dell’Osservatorio. Componenti che, gira e volta, sono praticamente i presidenti dei Municipi, il presidente della Commissione speciale al decentramento, insieme ai vertici apicali della Giunta e dell’apparato dirigenziale del Comune. E quasi tutto ciò non basti a poter dare corso finalmente ad un reale decentramento, ecco che ora i baresi hanno anche appreso attraverso una nota del Comune che si è riunito negli scorsi giorni, nella sala ex Tesoreria di Palazzo di Città, il primo “tavolo inter-municipale permanente di confronto e cooperazione per l’attuazione e riforma del decentramento amministrativo”. Il tavolo è composto dalle presidenti dei 5 Municipi, dai presidenti e vicepresidenti delle Commissioni speciali municipali al decentramento amministrativo e dai capigruppo di tutte le forze politiche presenti nei cinque Consigli. L’obiettivo, nel segno della partecipazione e della piena operatività del coordinamento che partecipa ai lavori del tavolo, è armonizzare l’azione delle rispettive Commissioni speciali municipali sul tema, e al tempo stesso offrire il migliore contributo possibile al Piano strategico per il decentramento, in sinergia con l’amministrazione comunale. Insomma, per decentramento che ancora non esiste al Comune si è insediato anche un “tavolo inter-municipale permanente” avente per protagonisti, gira e volta, sempre gli stessi. Che dire? Se non che al Comune di Bari sul decentramento si è verosimilmente alle comiche? Infatti, a detta di molti, il problema vero per l’amministrazione Leccese è che lo scorso ottobre ha reintrodotto per presidenti e consiglieri di Municipio emolumenti al massimo consentito che da aprile del 2024 sono facoltativi nel “se e nel quantum”, a fronte di un decentramento che non esiste ed in quanto tale gli amministratori di quartiere non svolgono alcuna reale attività di gestione. Motivo per cui tutto il dinamismo propagandistico sul decentramento dell’Amministrazione barese è sicuramente finalizzato a giustifica una spesa, ossia quella per i compensi al massimo consentito per i politici presenti nel 5 Municipi cittadini, che finora in realtà è solo un clamoroso ed evidente spreco di denaro pubblico. Ma tanta a pagare è “Pantalone”!
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Giugno 2025