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Sul finto decentramento sarebbe utile un approfondimento della Corte dei Conti

Sugli inutili costi sostenuti dal Comune di Bari per il mantenimento in vita di cinque istituti di decentramento amministrativo senza precise funzioni sarebbe forse opportuno un approfondimento della Corte dei Conti. Infatti, a paventare il sospetto che i costi di circa 1,5-2 milioni di Euro l’anno, sostenuti dall’Amministrazione barese per organi politico-amministrativi facoltativi, quali sono – per l’appunto –  dal 2010 gli istituti di decentramento comunale, e con competenze e funzioni che – per altro –  la stessa Amministrazione ha più volte riconosciuto di non poter attuare per mancanza delle risorse necessarie, è un ex dirigente apicale del Comune di Bari, Giuseppe Anaclerio, che, con una nota di commento ad un nostro servizio del 25 marzo scorso dal titolo: “Abolire l’anacronistico decentramento è una priorità, ma a Bari nessuno parla”, nel condividere la tesi dell’inutilità amministrativa a Bari dei cinque Municipio di decentramento, ha puntato il dito sullo spreco di denaro pubblico da questi determinato. Evidenziando anche ragioni e presupposti di un eventuale e possibile intervento dei Giudici contabili. Difatti, ha ribadito Anaclerio, considerato che “l’istituzione di organi di amministrazione periferica per i Comuni che abbiano almeno 250.000 abitanti è del tutto facoltativa e la saggezza di buoni politici” al Comune di Bari, dopo l’abolizione nel 2010 della norma nazionale del 1976 che ne imponeva l’istituzione per i Comuni superiori a 100mila abitanti, “avrebbe richiesto che si fosse ponderato adeguatamente l’utilizzo di tale facoltà  per un’apparente democrazia  territorialmente partecipata”. E ciò perché – ha sottolineato l’ex dirigente comunale barese – “l’articolo 97 della nostra Costituzione dispone, tra l’altro, che la Pubblica Amministrazione non solo deve essere guidata dal principio della legalità, ma anche dai principi dell’efficacia e dell’efficienza nella propria attività”. Mentre per l’Amministrazione barese, ha rilevato ancora Anaclerio, “è ampiamente dimostrato che, a distanza di ben 8 anni, l’istituzione dei 5 Municipi non ha fornito un buon andamento nell’attività politico-amministrativa sul territorio, né tantomeno ha fornito ai cittadini migliori servizi in sede decentrata”. E, proseguendo con i rilievi, l’intervento dell’ex dirigente del Comune capoluogo diventa più puntuale e, soprattutto, tecnico. Infatti, ha evidenziato Anaclerio: “La stessa Amministrazione Comunale, nel Regolamento che disciplina l’attività e le finalità dei Municipi, con apposite norme di salvaguardia, ha stabilito che le competenze assegnate sulla carta restano provvisoriamente congelate in mancanza di finanziamenti e di organici adeguati”. Ossia, ha sottolineato inoltre Anaclerio: “Riconosce, cioè, la temporanea impossibilità degli Organi di decentramento di svolgere una politica attiva e propulsiva, limitandosi ad accettarne quella semplicemente consultiva”. In sostanza, un implicito riconoscimento da parte della stessa Amministrazione comunale che il fine per cui sono stati confermati nel 2013 gli ormai facoltativi istituti di decentramento al Comune di Bari, allo stato dei fati non può essere perseguito. Per cui, nel caso in specie, anche i principi costituzionali dell’efficacia e dell’efficienza ammnistrativa rischiano di essere violati, determinando di conseguenza un danno erariale alle casse comunali, qualora si perpetuasse il mantenimento di organi costosi ed inutili, quali risultano essere a Bari per l’appunto i 5 Municipi di decentramento. Infatti, Anaclerio non ha alcun dubbio nell’affermare che, a suo parere, “la necessità di sciogliere senza indugi i Consigli municipali con una delibera del Consiglio comunale” sarebbe sicuramente una priorità (come riportato nel titolo dell’innanzi nostro richiamato servizio) della “buona politica” per un’Amministrazione effettivamente degna di tale definizione. “E, in effetti, – ha rilevato ancora Anaclerio nella sua nota – l’Amministrazione centrale barese avrebbe dovuto già procedere da tempo ad una rivisitazione della funzionalità o meno dei Municipi, entro il 1° anno dalla loro istituzione (ndr – nel 2013), come previsto dall’art.83 del Regolamento vigente. Invece, a distanza di 8 anni nulla di ciò è avvenuto ed i 5 Municipi di decentramento continuano ad essere al pari, o peggio, delle vecchie nove Circoscrizioni di decentramento solo un centro politico di costo inutile e, quindi, di spreco per l’erario pubblico. Infatti, secondo Anaclerio, “allo stato dei fatti, l’Amministrazione comunale barese sarebbe passibile di responsabilità quanto meno contabile, per sostenere spese a fronte di istituzioni territoriali sostanzialmente inutili”. E lo stesso Anaclerio che, forte della sua ultra quarantennale esperienza di funzionario comunale a Bari, non fa mistero di quanto da lui sostenuto anche in altre occasioni. E cioè “che in sede decentrata basterebbe un buon dirigente per gestire – con un numero adeguato di dipendenti – tutti i servizi che servono ai cittadini: certificazioni, carte di identità, provvedimenti di stato civile e di anagrafe, servizi di polizia locale e sociali”. “Il dirigente periferico – sempre secondo Anaclerio – dovrebbe pure poter segnalare agli Organi centrali (ndr – Sindaco, Assessori, Dirigenti di Ripartizione, etc.) e, in particolare, alla Commissione comunale al Decentramento le problematiche territoriali”. “Meglio – ha esclamato l’ex dirigente, che tra i suoi vari incarichi al Comune ha ricoperto anche quello di dirigente presso la ex Circoscrizione di Carbonara-Ceglie e Loseto – se la predetta Commissione potesse riunirsi periodicamente presso le diverse Direzioni per ascoltare, in seduta aperta e ai fini di un vero bilancio partecipato, le istanze, le segnalazioni circa gli eventuali disservizi o la necessità di nuove opere”. Quindi, per concludere, Anaclerio nella missiva a questa Testata sull’inutilità dei 5 Municipi di un inesistente decentramento barese, ha affermato: “Quello che serve per una buona Amministrazione è tenere gli Uffici aperti e non chiusi”. Suggerendo, in ultimo, “che la spesa per gli organi istituzionali periferici, pari come già detto ad oltre 1,5 milioni annui di euro, venisse impiegata per l’assunzione di nuove dipendenti che, secondo calcoli approssimativi, si attesterebbero a circa 50/60 unità in più per ogni anno. In tal modo si renderebbero ai cittadini contribuenti servizi più adeguati ed in linea con i tempi digitalizzati”. Ma a Bari l’Amministrazione Decaro e la sua maggioranza su questi temi finora hanno preferito forse girare la testa dall’altra parte. Al pari delle forze politiche di opposizione e di importanti formazioni sociali ed organizzazioni categoriali che, anziché incalzare l’Amministrazione barese su evidenti e conclamati sprechi di risorse pubbliche come gli inutili ed ormai anacronistici organi di decentramento comunale, preferiscono spesso stare alla finestra, lasciando eventualmente agli Organi repressivi di controllo di intervenire. Se e quando dovessero accorgersene.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 31 Marzo 2022

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