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Sul lungomare di Palese Santo Spirito sono ormai evidenti gli errori dell’ex amministrazione Decaro

Progetti senza valutare preventivamente le conseguenze urbanistiche e sociali

A Palese la contestatissima pista ciclabile, già realizzata sul tratto di lungomare che da via Cola Di Cagno si estende fino all’incrocio con viale Vittorio Veneto (ma che secondo il progetto approvato ed appaltato dovrebbe giungere fino alla “Torre” che un tempo ospitava la locale caserma della Guardia di Finanza), sta producendo tutti gli effetti negativi che era facile prevedere prima della sua realizzazione, ma che ora però – a cose fatte – sono sotto gli occhi di tutti. Infatti, il tratto di circa due chilometri di costa che dall’ex poligono militare (a fianco di via Cola Di Cagno) si estende a nord fino a raggiungere il porticciolo di Palese e che fino allo scorso anno, in questo stesso periodo, pullulava di bagnanti provenienti soprattutto dai Comuni dell’entroterra barese, ora risulta addirittura quasi deserto di spiaggianti e frequentato quasi esclusivamente da un’utenti del mare che hanno la possibilità di recarsi sulla spiaggia senza spostarsi da casa necessariamente con un autoveicolo, perché trattasi di residenti in una delle numerose ville presenti in zona. Un tratto di un lungomare, questo, che in precedenza era a doppio senso di marcia ed annoverava un numero notevole di posti auto dove poter parcheggiare e che adesso, invece, è ad un solo senso ed ha una pista ciclabile che ha occupato gran parte dell’originaria carreggiata stradale e con la diretta conseguenza che il traffico veicolare sia su detto tratto di lungomare che interno alla zona prospicente alla costa (fatta di tante piccole traverse e stradine strette) sta creando non poche difficoltà ai residenti, nonchè che agli operatori delle diverse attività commerciali (ristoranti, lidi privati, etc.) esistenti sulla costa palesina. Una pista ciclabile, per altro, realizzata allo stesso livello del marciapiede che fiancheggia il lato mare e che presenta in più punti delle angolature che fuoriescono dal bordo di delimitazione stradale della pista, per indicare la fascia di parcheggio contigua alla pista stessa, oppure per delimitare gli scivoli di raccordo pedonale con l’adiacente marciapiede. Sta di fatto che la perdita di numerosi posti auto lungo tutto il tratto del lungomare di Palese già interessato dall’opera e la mancata pianificazione di una viabilità alternativa, con il cambiamento di alcuni sensi unici delle traverse laterali al lungomare e la mancata preventiva individuazione e realizzazione di nuove aree di parcheggio a ridosso della costa che sopperissero a posti auto persi sul lungomare, a causa di una pista ciclabile che in alcuni punti è addirittura più larga della carreggiata stradale e che – a detta di molti cittadini – “ha decisamente compromesso la vivibilità e la qualità della vita in questa zona costiera di Palese che fino alla scorsa estate era molto frequentata soprattutto da bagnanti non del posto ”. E, quindi, con conseguenze negative non soltanto sotto l’aspetto urbanistico per la viabilità dei residenti, ma anche sotto l’aspetto economico per gli operatori commerciali della zona che, soprattutto d’estate, usufruiscono delle maggiori entrate rivenienti dai fruitori della bellissima costa esistente lungo tutto il tratto del lungomare di Palese intitolato ad Ugo Lorusso per una parte ed a Nicola Massaro per altra parte. Bagnanti che durante l’estate si recavano al mare su questo tratto di litorale anche da Comuni dell’entroterra, come Modugno, Bitonto, Palo del Colle, ect., quindi cittadini non baresi, che quest’anno si sono trovati in presenza di un litorale stravolto dalla novità di una pista ciclabile che probabilmente non serviva realizzare nel mondo in cui è stato fatto e che, soprattutto, ha chiaramente compromesso le condizioni di un lungomare che andava migliorato, ma non certo con l’intervento di una pista ciclabile sproporzionata per il luogo e per il modo in cui è stata realizzata. Infatti, hanno rilevato alcuni cittadini presenti sulla battigia che fiancheggia uno dei ristoranti presenti su questo tratto di costa, “Qui serviva che il Comune realizzasse passerelle per i bagnanti, accessi al mare per anziani e disabili e dei bagni permanenti utili anche a coloro che d’inverno vengono a fare footing sul lungomare e non certo lo sconvolgimento, totale ed in negativo, della viabilità realizzato ultimamente dal Comune di Bari su questo tratto di litorale cittadino!” In definitiva, i cittadini chiedevano un miglioramento della costa come è avvenuto per la spiaggia libera barese di “Torre Quetta” e “Pane e pomodoro”, dove il Comune ha realizzato sinanche dei chioschi per bar e torrette per i bagnini che d’estate l’Amministrazione barese stranamente mette a disposizione per la sicurezza dei fruitori della spiaggia libera soltanto sui predetti tratti della costa a sud del centro cittadino, dimenticando completamente le spiagge libere a nord della città financo per la realizzazione di comodi accessi sul mare, utili soprattutto ad anziani e disabili. “Per questo tratto di costa palesina – a detta dei residenti – sarebbe stata prioritaria la realizzazione di una barriera frangiflutti, che manca e che preserverebbe dalle conseguenze delle mareggiate tutta questa parte di costa, che d’inverno è devastata dalle onde che si riversano anche in diversi tratti del lungomare, invadendo la carreggiata stradale d’acqua e detriti marini”. Per poi ironicamente esclamare: “Altro che….la pista ciclabile, che assomiglia più ad un velodromo piuttosto che ad una corsia riservata al transito delle biciclette, voluta dalla precedente amministrazione Decaro!”. Insomma un’opera, quella della pista ciclabile sul lungomare di Palese, forse non richiesta e non gradita ai cittadini e che sta causando più danni che vantaggi a questa parte di territorio comunale barese, perché realizzata verosimilmente solo per spendere i fondi del Pnrr senza alcuna concreta utilità per la comunità, perché trattasi evidentemente di un’opera fatta male e, soprattutto, senza valutare le conseguenze che detta realizzazione avrebbe comportato. E dire che il progetto di questa contestatissima pista ciclabile non è stato ancora totalmente realizzato, perché la parte di detta pista ciclabile prevista lungo il tratto di lungomare che dal porto di Palese giunge al porto di Santo Spirito deve essere ancora realizzata e l’amministrazione Leccese non sa ancora come porre rimedio ai disagi provocati ai cittadini dalla porzione di pista ciclabile già ultimata. Ora, infatti, il Comune lungo la costa palesina è all’affannosa ricerca (possibilmente a costo zero?) di aree libere da destinare a parcheggio, per rimediare alle ricadute negative provocate dalla scelta sbagliata di realizzare una pista ciclabile, che la stragrande maggioranza dei residenti sicuramente non voleva e che da Bari, comunque, si continua a magnificare nonostante, come in questo caso, è di tutta evidenza il fallimento dell’intervento voluto e realizzato dall’ex Primo cittadino, Decaro. Una situazione pressocché analoga, soprattutto per le ricadute negative che stanno emergendo, è quella relativa alla riqualificazione del tratto di lungomare Cristoforo Colombo antistante il porto di Santo Spirito. Un restyling, questo, ancora in corso di realizzazione, che sta già causando notevoli disagi ai residenti, ma anche notevoli danni economici a molti esercenti del mercato coperto di Santo Spirito e della zona circostante ad esso. Disagi e danni non solo dovuti al notevole ritardo nella realizzazione del progetto di riqualificazione che, secondo i tecnici comunali, avrebbe dovuto inizialmente essere terminata in 365 giorni, ossia un anno, mentre si è giunti, invece, già abbondantemente oltre il secondo anno dall’apertura del cantiere, senza che l’opera sia stata ultimata. Da ieri, infatti, il Comune ha semplicemente aperto al traffico il tratto di strada che attraversa quella che, secondo il progetto iniziale, avrebbe dovuto essere un’area destinata interamente a zona pedonale. Poi, però, la ex amministrazione Decaro evidentemente si è accorta che sarebbe stato una follia privare Santo Spirito di un’arteria di scorrimento fondamentale per Santo Spirito, quale è per l’appunto quella della zona porto del lungomare Cristoforo Colombo, ed è corsa ai ripari con una variante in corso d’opera. Un rimedio, questo, che però, probabilmente, non sarà sufficiente a tamponare a tutte le altre conseguenze negative di un’opera realizzata, come per la pista ciclabile del lungomare di Palese, senza valutare preventivamente le conseguenze urbanistiche e sociali che detto intervento avrebbe determinato. Infatti, ciò che si è visto finora, sia sul lungomare di Palese che su quello della zona porto a Santo Spirito, è forse solo l’inizio di una serie di disagi e ricadute negative per i cittadini e commerciati del posto, perché “il meglio” (si fa per dire!) è sicuramente ancora tutto da venire. Soprattutto se la neo amministrazione Leccese non interverrà rapidamente a mettere le “toppe” ai marchiani e, ormai, vistosi errori della precedente amministrazione dell’ex sindaco Decaro.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Luglio 2025

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