Primo Piano

Sul Modello ‘M.A.I.A.’ penzola la delibera senza sigillo

Distrazione, incapacità, fretta o testa altrove, peggio di ciò che potrebbe accadere in un qualunque ufficio postale di periferia, con nessun precedente – a memoria d’uomo…- alla Regione Puglia. Eppure il ‘fattaccio’ è accaduto proprio nell’algido palazzo sul lungomare dove adesso governa un ex magistrato magistralmente coadiuvato da un ex prefetto, con la Deliberazione di Giunta n. 458 dell’8 aprile pubblicata sul sito ufficiale dell’Ente senza le firme di 1) segretario redigente; 2) presidente e 3) Vicepresidente. Una dimenticanza grave che rende l’atto nullo o annullabile, come si sono affrettati a precisare i pochissimi che se ne sono accorti al secondo piano del Palazzo sul lungomare Nazario Sauro. Ma procediamo per ordine. Punto di partenza per capire cos’è accaduto, la Deliberazione n. 439 del 6 aprile sul rinnovo degli incarichi dirigenziali cessati in diversi ex servizi regionali, con un atto che – di fatto – ha prorogato “in sanatoria” i galloni da dirigente-responsabile a una ventina di capisezione che aspettavano questo provvedimento, in alcuni casi, addirittura da agosto 2013, come il dirigente dell’attuazione del programma. Un provvedimento per continuare “…il percorso innovativo intrapreso” e che riguarderà anche le “direzioni dei servizi, disponendo la proroga di tutti gli incarichi scaduti non oltre il 30 giugno 2016”. Insomma, una Deliberazione da trampolino di lancio per aprire il varco a quella successivo dell’8 aprile, ‘viziata’ dalla mancanza delle firme, adottata in fretta e furia per applicare il nuovo Piano ‘M.A.I.A.’ tanto voluto da Emiliano che evidentemente ha fatto perdere la testa a qualcuno dietro alle scrivanie del servizio Giunta Regionale. Il primo spazio vuoto con la linea della sottoscrizione vacante a pag. 5 del provvedimento è della dottoressa Carmela Moretti, un po’ troppo superficiale per chi, come lei, in passato aveva mirato addirittura alla carica di Segretario Generale del Consiglio Regionale. Un bel posto al sole che le fu sottratto “ope judicis” da una collega che non possedeva nemmeno il diploma di laurea, ma che non le ha impedito di arrivare al vertice dell’esecutivo pugliese – al posto del “giubilato” senza troppi complimenti dottor Bernardino Notarangelo – grazie all’appoggio del presidente Mario Loizzo, a sua volta sollecitato probabilmente dall’ex dirigente del Personale Domenica Gattulli. Che, a sua volta, non vedeva l’ora di lasciare quel servizio per approdare alla presidenza del Consiglio Regionale dove starebbe già lavorando per incrementarne –secondo i soliti bene informati- ancor più l’autonomia. Vabbè, storie vecchie e nuove che si intrecciano da sempre in Regione tra ambizioni, carriere e colpi bassi come fossero ‘spy/story’ alla Le Carrè, mentre la nostra deliberazione ‘apocrifa’ è molto più reale nel Registro delle deliberazioni, non risultano precedenti nella burocrazia regionale e concerne, come detto, l’attuazione del famoso con la definizione delle sezioni di dipartimento e delle relative funzioni. Cinque paginette fitte fitte su relazione del Presidente in persona con cui si dà atto, tra le tante altre cose, del mutamento dell’assetto organizzativo intervenuto alla Regione Puglia. Con tutti gli incarichi di direzione delle sezioni in essere assegnati ai dirigenti a tempo indeterminato a seguito di procedura di avviso, dando mandato al dirigente del Personale di aprire le danze per presentare le candidature apicali nel futuro organigramma dell’Ente. Insomma, un atto di basilare e fondamentale importanza che nasce…monco, anzi, praticamente nullo se anche l’ultimo impiegato dovesse decidere di impugnarlo, visto e considerato che a quella delibera n. 458 mancano, oltre a quello di Carmela Moretti, i sigilli del Presidente Michele Emiliano e dell’Assessore delegato al Personale Antonio Nunziante. Cantonate del genere ai tempi del mai tanto rimpianto Romano Donno, manco per sbaglio…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 29 Aprile 2016

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