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Sul nodo ferroviario a nord di Bari finora solo tanta confusione e… propaganda

Sul nodo ferroviario a nord di Bari la confusione a livello mediatico regna sovra. A determinarla sono verosimilmente gli stessi rappresentati istituzionali che, invece, dovrebbero essere i primi a far chiarezza ai cittadini interessati dal problema, evitando possibilmente di fare ciò che su tale questione si è fatto negli ultimi trent’anni. Ovvero solo propaganda che, poi, è sistematicamente smentita dai fatti. E questa è l’opinione molto diffusa sul tema tra i cittadini dell’ex frazioni a nord del capoluogo, che sono le realtà interessate dall’atavico ed annoso problema dei binari di Rfi che dividono i centri abitati di Palese e Santo Spirito e dai relativi sette passaggi a livelli che, da sempre, creano problemi alla viabilità interna, quando sono chiusi, oltre che fonte di pericolo a causa degli innumerevoli attraversamenti quotidiani dei pedoni che, per evitare le lunghe attese dietro le sbarre, transitano abbassandosi e passando di sotto. Infatti, fino ad ora a parlare pubblicamente del progetto di variante ferroviaria di 11,2 Km di binari, che dovrebbe portare all’esterno dei centri urbani di Palese e Santo Spirito la tratta di Rfi (Rete ferroviaria italiana) che attualmente spacca in due gli agglomerati urbani delle due ex frazioni, sono stati sempre e solo amministratori e politici e non anche Rfi per fare chiarezza in modo esaustivo alla comunità interessata. “Ed i politici, come si sa, quando parlano mirano innanzitutto alla propaganda piuttosto che a far chiarezza ai cittadini!” – ha esclamato Paolo Di Lauro, ex consigliere municipale e, soprattutto, tra i primi negli anni Novanta a protestare, alla testa di un apposito comitato, contro il Comune e le ex FF.SS. che avrebbero voluto risolvere il problema dei binari a Palese innalzando muri al posto dei passaggi a livelli. Ma proviamo a far chiarezza sulla questione senza i fronzoli propagandistici della politica e dei conseguenti titoloni di stampa. “Infatti, – ha commentato lo stesso Di Lauro – al momento la variante ferroviaria che a nord di Bari dovrebbe portare i binari fuori dell’abitato di Palese e Santo Spirito, evitando l’innalzamento di muri (almeno nella speranza!) al posto dei passaggi a livello, su importanti e vitali vie interne cittadine, è solo un libro dei sogni”. “Perché – ha chiarito l’ex consigliere municipale – di ciò che hanno raccontato certi politici c’è di vero solo il fatto che siamo solo agli inizi di un iter procedimentale del progetto e non alla fine, come invece qualcuno vorrebbe far credere”. Difatti, a ben vedere, di concreto allo stato dei fatti c’è stato l’ok del Cipess (Comitato interministeriale alla programmazione economica e sviluppo sostenibile) lo scorso 15 febbraio ad una spesa di circa 5mln di Euro (già stanziati nella legge di Bilancio statale per il 2022) a favore di Rfi, per il progetto preliminare di tale nuovo tracciato della linea ferroviari nella parte nord di Bari. “I fondi necessari all’opera e stimati in sede di studio preliminare – ha esclamato ancora Di Lauro – sono invece per ora del tutto ipotetici!”, precisando che degli 804 mln di Euro preventivati è stato dato solo il via libera del Cipess a richiedere l’inserimento nel Fersc (Fondo europeo di sviluppo e coesione) la cifra di 633 mln; mentre la differenza restante, pari a 181 mln di Euro, è la quota di cofinanziamento nazionale dell’intervento che dovrebbe essere a carico dello Stato. “Quindi, – ha commentato l’ex consigliere del V Municipio – cominciamo col dire ai cittadini di Palese e Santo Spirito che al momento nella sostanza dei fatti siamo soltanto, sia pur con atti del Cipess, ad un’enunciazione di buone intenzioni e non al finanziamento effettivo dell’opera”. “Anche perché – ha spiegato inoltre Di Lauro – per il finanziamento definitivo serve sia l’impegno nella legge di Bilancio dello Stato, sia il progetto definitivo dell’intervento”. Condizioni, queste, che finora nessun politico forse ha sottolineato. Eppure la vice ministra pugliese alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, qualche giorno fa ha ipotizzato alla possibilità di nomina di un commissario per il nodo ferroviario a nord di Bari. “Certo – ha replicato l’ex consigliere Di Lauro – ma siamo sempre nella fase iniziale del progetto, non alla fine”. Per poi far presente che l’eventuale commissario dovrebbe servire solo ad accorciare i tempi di taluni passaggi procedurali. “Ma in questa fase – ha rilevato ancora Di Lauro – la nomina del commissario non è certo garanzia che l’opera si faccia o che i tempi siano relativamente brevi”. C’è chi parla di 4 anni per i lavori di tale variante ferroviaria e del 2031 come data plausibile per la realizzazione di questo “sogno” a Palese e Santo Spirito. E qui il palesino Di Lauro è ancora più drastico. Infatti, ha esclamato: “Ma non facciamo ridere i ‘polli!’, se si pensa che la variante ferroviaria di 10,4 Km in corso di realizzazione a sud di Bari è partita con il progetto già definitivo nel 2010 e ad oggi, che siamo nel 2022, non è ancora stata completata, poiché ben che vada serviranno ancora due o tre anni per essere ultimata. E in questo intervento non c’è alcun tratto sotterraneo da realizzare, contrariamente a quello di cui si parla a nord, dove ci sarebbero i 2/3 del tracciato di 11,2 Km da costruire in galleria che dovrebbe passare sotto strutture esistenti. Ed allora? “C’è necessità di chiarezza. Tanta chiarezza!” – ha esclamato in conclusione Di Lauro, che sul tanto decantato ed ultimamente propagandato progetto di variante ferroviaria a nord del capoluogo nutre ancora molti, ma molti dubbi. Infatti, come lui, anche tantissimi cittadini a Palese e Santo Spirito si chiedono su cosa accadrà entro il 2026 dei passaggi a livello di Rfi esistenti nel centro abitato? Ossia se questi, in vista dell’entrata in esercizio per quella data dell’Alta capacità sulla tratta Bari-Napoli, esisteranno ancora come ora o saranno murati? E questo è il vero dilemma a cui dovrebbero dare una realistica risposta amministratori e politici locali. E, soprattutto, Rfi che finora ha taciuto. Altro che…”grande opera” per Palese e Santo Spirito! Infatti, finora il sospetto di molti cittadini locali è che per questa comunità si appalesa all’orizzonte solo una “grande fregatura”. L’ennesima per una realtà di circa 35mila abitanti ormai, ma che non ha ancora neppure il “diritto” costituzionale alla libertà di autodeterminarsi amministrativamente.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Marzo 2022

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