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Sul terzo mandato il presidente dell’Anci è ormai un “disco rotto”

Anche dall'assemblea di Salerno dei Primi cittadini campani Decaro torna a chiedere la modifica della legge elettorale, criticando i parlamentari e dimenticando, forse, di essere stato lui stesso deputato

 

Sul terzo mandato consecutivo per i Primi cittadini dei Comuni superiori a 15mila abitanti, il sindaco di Bari e Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, è ormai un “disco rotto”. Infatti, il Primo cittadino barese, in scadenza del suo secondo mandato è divenuto ormai patetico su un tema, quello – per l’appunto – dell’ineleggibilità dei sindaci dopo due elezioni consecutive, che lo riguarda direttamente e che da circa un anno a questa parte lo vede impegnato a chiedere al Governo e Parlamento una modifica alla legge elettorale del 1993, con cui è stata introdotta l’elezione diretta dei sindaci e che prevede – come è noto – il limite di due mandati consecutivi. Evidentemente al Primo cittadino barese, eletto nel 2014 e riconfermato nel 2019, l’impedimento per legge al terzo mandato, dopo dieci anni consecutivi al governo della città, proprio non va giù e non perde occasione per ritornare sull’argomento. Difatti anche ieri, a margine dell’assemblea regionale dell’Anci Campania svoltasi a Salerno, Decaro è ritornato sulla questione per ribadire che – a suo avviso – “non è giusto” il limite, esistente nel nostro Ordinamento, alla elezione dei sindaci dopo che questi siano stati in carica ininterrottamente per due mandati consecutivi, come è nel caso che lo riguarda direttamente. Infatti, anche ieri, a Salerno, Decaro è ritornato sul tema di richiesta di terzo mandato sostenendo che per l’Anci e, quindi, anche per lui “la linea è sempre stata quella di far esprimere i cittadini”, poiché “non esiste nessuno Paese europeo che ha limiti di mandato” per i sindaci. Una verità, questa che però – a detta di qualche bene informato – è solo parziale, poiché andrebbe completata aggiungendo anche che non esiste nell’altra nazione europea dove i Primi cittadini hanno un’ampiezza di poteri e di scarsezza di controlli ed interdizioni, da parte dello Stato centrale, pari a quelli in essere attualmente in Italia. Inoltre, Decaro ha dall’assemblea Anci della Campania ha ricordato che l’unico Paese nella Ue con il limite di mandato per i sindaci “è il Portogallo che ne ha quattro”, mentre in Francia il Primo cittadino di Parigi “può fare il sindaco tutta la vita”, invece “in questo Paese – ha sottolineato Decaro – non puoi fare il sindaco per più di due mandati”. “Siamo la figura istituzionale – ha poi rilevato il Primo cittadino barese e Presidente dell’Anci – in contrapposizione ai parlamentari che possono farlo per tutta la vita”. E ciò per Decaro non è giusto, perchè “un sindaco che lavora (ndr -bene) resta, altrimenti i cittadini lo mandano a casa”. E, tornando a rimarcare la contrapposizione con i componenti degli organi legislativi nazionali, Decaro ha affermato: “Non si può dire la stessa cosa per i parlamentari che sono quelli che fanno le leggi e non vogliono modificare la legge sui sindaci”. “Loro – ha aggiunto il Presidente barese dell’Anci – molte volte non sono nemmeno conosciuti dai cittadini, sono capilista, si mette una crocetta sul partito” e, quindi, vengono eletti. In realtà, in merito a quest’ ultima affermazione, va rilevato che anche per l’elezione diretta dei sindaci la forza elettorale di trascinamento dei partiti della coalizione politica che li sostiene e, sicuramente, ancor più dei candidati è determinante per la loro vittoria. Infatti, è ormai acclarato statisticamente, da quando è in vigore l’elezione diretta dei sindaci, che solo il 5% di coloro che si recano alle urne sceglie (tranne che nel ballottaggio!) di mettere la crocetta anche sul nome del candidato sindaco. E, quindi, l’elezione di quest’ultimo – soprattutto se avviene al primo turno – è dovuta in parte alla forza di trascinamento dei partiti e prevalentemente a quella dei candidati, ma solo in piccola parte alla forza elettorale del candidato sindaco eletto. Decaro, ha poi concluso dicendo che “nella maggior parte dei casi ad un parlamentare conviene stare dietro la porta del capo del partito piuttosto che in mezzo alla gente a trovare consenso. Per un sindaco questo non funziona”. Peccato, però, che Primo cittadino barese e Presidente dell’Anci dal 2016 si sia ricordato solo in prossimità di scadenza del suo secondo mandato di rilevare le sedicenti contrapposizioni esistenti tra la modalità di elezione dei sindaci e quella dei parlamentari, oltre alla differenza sulle possibilità a potersi candidare – come è noto – per non più di due mandati consecutivi i prime ed illimitatamente i secondi. Paradossali e strumentali sono apparse – a detta di alcuni – anche le considerazioni o (forse!) critiche tardive di Decaro alla legge elettorale per i parlamentari, considerato che nel 2013 è stato lui stesso eletto alla Camera in virtù di una legge con la quale è sufficiente mettere una crocetta sul simbolo di partito per ritrovarsi poi seduto in parlamento solo grazie alle anticamere effettuate dietro la porta di qualche capo di partito o di corrente interna. Ma forse tali particolari il sindaco Decaro li ha già dimenticati, avendo ora verosimilmente a cuore esclusivamente il proprio destino politico che, persistendo il limite dei due mandati consecutivi per i sindaci, nell’immediato futuro potrebbe vederlo impegnato in politica non più con ruoli gestionali di  peso ed importanza analoghi a quelli esercitati dai sindaci delle gradi città italiane, come Bari, dal 1993 in poi.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Ottobre 2023

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