Cultura e Spettacoli

Sulla carta, sangue, sudore e lacrime

 ‘I fatti di guerra’… esiste qualcosa di più insostenibile per i ragazzi d’oggi? Ai nonni che biascicano di bombardamenti, tessere annonarie, tradotte e filo spinato essi fanno spallucce. Acqua passata, minimizzano con la sufficienza, la spocchia, anche la tracotanza giovanile tipica di questi giorni. E invece la voce dei nostri meravigliosi anziani merita attenzione, perché costituisce un tesoro, una miniera inesauribile di valori, anche quando questa voce, spenta materialmente, continua a vibrare sotto forma di foto, cartoline, lettere e corrispondenza in genere. La pensa così anche Vitoronzo Pastore (Casamassima, 1948) che ha dedicato la vita alla raccolta di documenti della nostra storia ‘postale’ della prima e della seconda guerra mondiale. La corrispondenza dei militari italiani prigionieri di guerra rappresenta il pezzo forte della sua collezione. Attingendo da essa, Pastore, a maggio di quest’anno, ha dato alle stampe “Dietro il filo spinato – documenti e testimonianze dei soldati italiani prigionieri degli Alleati e internati dai Tedeschi 1940-1945” (Suma Editore). Un libro tanto prezioso quanto monumentale (600 pagine), corredato da quasi 2000 immagini! Un libro il cui interesse giustifica pienamente i  35 euro di spesa, anche perché  –  detratte le spese di stampa – il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza all’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici. L’Autore divide l’opera in 14 capitoli nei quali sono raccolte le testimonianze di soldati di Bari e provincia passati per i Campi di Zonderwater (Sudafrica), Geneifa (Egitto), Bengalore (India), Carson (Colorado), Kasba Tadla (Marocco) ed altri analoghi luoghi di sofferenza. Una lettura struggente. Gli stampati della Croce Rossa che annunciano trasferimenti e liberazioni o confermano la mancanza di notizie relative al tale soldato, stralci di lettere scritte con calligrafia malferma, zeppe di strafalcioni e straripanti d’amore, schede fotografiche approntate dai Comandi dei Campi dove i nostri ragazzi vengono mestamente ritratti di profilo e frontalmente reggendo un cartello che indica un numero quasi comuni criminali, ebbene, queste ed altre sono cose che non si dimenticano, che toccano il cuore. Vitoronzo Pastore firma un‘opera il cui valore va riconsiderato anche alla luce dello sforzo fatto per rintracciare ogni reduce, raccoglierne parole e tracce documentali. Che male sbattere il naso davanti ai  Verbali di Irreperibilità dell’Ufficio Prigionieri Ricerche e Servizi Connessi della C.R.I., davanti ai timbri di censura sul frontespizio dei Biglietti Postali per Prigionieri di Guerra (franchi di bollo), davanti a schede disciplinari e di trasferimento…
italointeresse@alice.it
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 22 Luglio 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio