Cultura e Spettacoli

Sull’Egnatia camminò la Storia

Si parla sempre meno dell’ottavo Corridoio Paneuropeo. Progettato nel 1991 per favorire il trasporto merci-persone dai porti di Burgas e Varna sul Mar Nero a quelli di Bari e Brindisi, il Corridoio 8, come viene chiamato, sembra ancora ben lontano dal vedere la luce. Sono ancora in corso, infatti, complicati studi di fattibilità a causa delle difficoltà sollevate dalla natura dell’enorme territorio attraversato (questo asse destinato ad attraversare i Balcani si sviluppa su 1300 km di rete ferroviaria e 960 di rete stradale). – E’ il caso di osservare che lungo lo stesso itinerario sta prendendo vita la TAP, il gasdotto che – a costruzione ultimata – permetterà l’afflusso di gas naturale dall’Azerbaigian al nostro paese (intanto a Marina di Melendugno, tra le proteste dei no-Tap, stanno lavorando per calare nel pozzo di spinta la talpa meccanica che scaverà il tunnel destinato ad accogliere il terminale del gasdotto – Quale il domani del Corridoio 8?… In assenza di una risposta si può volgere lo sguardo all’indietro. Si scopre così che l’ambizioso progetto ha un precedente remotissimo. Un precedente, peraltro, andato in porto. Costruita nel 146 a.C, su ordine di Gaio Ignazio, proconsole di Macedonia da cui prese il nome, la Via Egnatia, come l’immagine illustra, collegava inizialmente Dirrachium, odierna Durazzo, alla foce del fiume Evros (l’odierno Maritsa) nel mar Egeo. Era l’Egnatia, dunque, una strada ‘consolare’. Pertanto non risponde ad alcuna verità quanto alcuni affermano e cioè che questa via prenderebbe nome dal porto pugliese (Egnazia) eletto a scalo preferenziale per merci e persone partite da Dirrachium e provenienti dalle diverse località collegate dalla consolare in questione. Nel periodo imperiale questo potente mezzo di penetrazione di Roma nei Balcani si estese fino a raggiungere Costantinopoli. Venne a crearsi così grazie alla via Appia un collegamento diretto della capitale con la periferia orientale dell’impero. Col declino di Roma ebbe inizio il declino di quest’arteria. Pur malmessa, però, la Via Egnatia continuò a svolgere la sua determinante funzione di asse di collegamento. Se ne avvantaggiò prima la diffusione del Cristianesimo, poi quella dell’Islam. Sul tracciato di questo antichissimo percorso ha preso vita l’autostrada Egnatia Odos, che dal porto di Igoumenitsa si spinge sino alla frontiera tra Grecia e Turchia passando per le regioni greche dell’Epiro, della Macedonia e della Tracia, per una lunghezza complessiva di 670 km.- Nell’immagine, un tratto ben conservato della Via Egnatia a Filippi, in Grecia, al confine con la Turchia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Giugno 2019

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