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Sviste e ritardi sul ponte ‘Adriatico’: addio alle biciclette?

Il Sindaco del ‘Park & Ride’ e delle piste ciclabili, come ama definirsi Antonio Decaro, potrebbe scivolare proprio sull’opera ciclabile più grande e vistosa della Città. E cioè su quella pista ciclabile-buccia di banana progettata e ancora non realizzata sul ponte da ‘Mille e una Notte’ dell’asse nord sud, inaugurata da ben quattordici mesi senza, appunto, gli spazi riservati alle due-ruote. Una pista ciclabile che, come hanno detto e ripetuto più volte il primo cittadino e l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso fin dall’inaugurazione a settembre 2016, rappresenta addirittura il primo ‘scavalco ferroviario’ della città dotato, appunto, di piste alternative riservate ai ciclisti. Una pista ciclopedonale tutta da vedere che sarà -…quando e se sarà completata – promiscua e monodirezionale, separata per ciascun senso di marcia per adesso a forma di un enorme punto interrogativo. Una pista per gli amanti dei velocipedi che, però, progettata male a quanto pare, con una serie di ostacoli non previsti in sede di progettazione a pochi centimetri l’uno dall’altro e, adesso a opera ultimata, insormontabili per i ciclisti. Omissioni che stanno mettendo in serio imbarazzo gli amministratori municipali, costretti a rimandare di volta in volta l’inizio dei lavori e la pubblicazione del relativo bando di gara per la posa in opera della pista, dapprima con la scusa del rilascio di permessi e concessioni. E dopo con la risoluzione appunto, di sviste di natura tecnico-progettuale. Imbarazzo ovviamente riversato anche tra progettisti e tecnici che stanno cercando in tutti i modi di rimediare, studiando e ristudiando sistemazioni tutte da trovare, pur trattandosi di un’opera progettata ex novo. Questo perché, forse, sulla pista è stato consentito il transito sia di ciclisti sia di pedoni a lato delle corsie, negli spazi compresi tra barriere fonoassorbenti rosse e ‘guard rail’, senza tenere conto delle distanze, una volta completata. Tuttavia si tratta di ipotesi tutte da dimostrare, anche se l’assessore comunale ai Lavori Pubblici continua a glissare, rinviando l’inaugurazione di mese in mese. Fin dalla fatidica vigilia della Fiera del Levante dell’anno scorso, allorquando per tagliare il nastro del megaponte del Libertà privo di pista ciclabile, si scomodò l’allora ‘premier’ Matteo Renzi. Una pillola piuttosto amara, difficile da mandare giù per il suo amico Decaro, come detto all’inizio, visto che proprio sulle strade multicolorate riservate ai ciclisti il primo cittadino barese si gioca una buona fetta di reputazione. Eppure proprio sulla pista a scavalco gli uffici tecnici del Comune di Bari sono stati costretti a rendersi conto, a più d’un anno dalla realizzazione, che quella pista laterale sarebbe inutilizzabile innanzitutto per la mancanza delle barriere di sicurezza, costringendoli e prevedere lavori suppletivi per l’installazione di barriere metalliche. E non solo. <<Il percorso ciclabile terminerà con un attraversamento stradale che consentirà l’inversione di marcia da parte dei ciclisti>>, spiegava fin dall’anno scorso Galasso, cercando di ovviare a errori che –come detto – riguardano peraltro un’opera costruita ‘ex novo’ e non riversata sull’esistente. Come sta accadendo tra mille problemi e difficoltà per le piste ciclabili che si infilano in strade già dissestate e piene di scuole, negozi, passaggi carrabili e pedonali tra S. Pasquale e Carrassi. Ma se per queste piste, appunto, i problemi da superare erano prevedibili e normali interessando opere già esistenti, lo stesso non può dirsi per una pista ciclabile che doveva essere stata già collaudata e consegnata assieme al megaponte ‘Adriatico’, più d’un anno fa…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Novembre 2017

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