Cronaca

Taglio da 80 milioni di euro ai fondi europei, ma per Vendola non ci saranno conseguenze…

Continua la ‘querelle’ sul taglio dei fondi europei alla Regione Puglia, dopo che il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato la riduzione di circa 80 milioni di euro sui finanziamenti europei alla Regione nel quadro del fondo per lo sviluppo regionale (Fesr), confermando una decisione presa dalla Commissione europea nel 2009 e contestata con un ricorso dall’Italia. “Le gravi carenze di cui le autorità italiane hanno dato prova su gestione e controllo dell’utilizzo dei fondi Ue sono tali da condurre a irregolarità sistemiche”, ha spiegato la Corte Ue che, in sostanza, ha confermato il taglio già applicato dalla Commissione nel 2009. “Nessuna conseguenza sul piano contabile – assicura il governatore Nichi Vendola – non ci saranno danni per i pugliesi”. L’Esecutivo Ue aveva constatato una serie di irregolarità nel 2007 nel sistema di controllo sull’uso dei fondi, e aveva perciò ridotto il finanziamento delle spese certificate del Fesr alla Puglia del 10%, cioè di circa 127 milioni di euro. La riduzione è stata poi rivista al ribasso e portata a circa 80 milioni di euro. Il Tribunale ha oggi confermato la legittimità di tale riduzione dei fondi Fesr alla Puglia. Il taglio riguarda il bilancio 2000-2006, quando a via Capruzzi c’era una giunta di centrodestra guidata da Raffaele Fitto e in particolare i fondi destinati alla Puglia e stanziati dopo l’approvazione nel 2000 del programma operativo per la Regione Puglia (POR Puglia): “Nel 2007 la Commissione ha effettuato un audit dei sistemi di gestione e di controllo istituiti dalle autorità italiane e ha concluso che non avevano stabilito un sistema che garantisse una buona gestione finanziaria dei fondi”, scrive la Corte. Un nuovo audit, nel 2007, “ha dimostrato che l’Italia non si era conformata agli obblighi cui è tenuta” e che quindi non aveva posto rimedio alle carenze riscontrate. “La Commissione ha quindi sospeso i pagamenti intermedi del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e ha fissato per l’Italia un termine per effettuare i controlli ed apportare le rettifiche necessarie. Nel 2009 un terzo audit ha rivelato che i requisiti indicati nella decisione di sospensione non erano stati rispettati entro i termini impartiti. Sono state constatate diverse irregolarità nei controlli di primo e di secondo livello nonché nel funzionamento dell’autorità di pagamento. La Commissione ha concluso che non sussistevano ragionevoli garanzie che il sistema di gestione e di controllo del POR Puglia funzionasse efficacemente”. Quindi, il 22 dicembre 2009 la Commissione ha ridotto il contributo finanziario assegnato all’Italia, applicando una rettifica del 10% sulle spese certificate e ha ridotto il contributo di 79,33 milioni di euro. L’Italia ha presentato un ricorso dinanzi al Tribunale dell’Unione europea contro tale decisione della Commissione, per ottenerne l’annullamento, ma la Corte ha respinto il ricorso, ritenendo inoltre che “le insufficienze constatate dalla Commissione rimettano in discussione l’efficacia dell’insieme del sistema di gestione e di controllo del POR Puglia e presentino quindi un rischio rilevante di perdita per il bilancio dell’Unione”. Ma il capo della giunta regionale pugliese Vendola, commentando in una nota la decisione della Corte, c’ha tenuto a sottolineare che: “non ci sono conseguenze né per quanto riguarda i progetti finanziati a valere sul programma 2000-2006 né tantomeno su quello 2007-2013, perché il livello di rendicontazione era talmente superiore alla dotazione del Programma, che il taglio è stato assorbito senza conseguenze. La sentenza del Tribunale dell’Unione europea – aggiunge – fotografa una situazione del passato, relativa al sistema dei controlli del Por Puglia 2000-2006, ereditata dalla precedente amministrazione, e che noi abbiamo tempestivamente affrontato e risolto”. Dunque, la censura riguarderebbe la gestione dei fondi dell’amministrazione guidata da Raffaele Fitto.  “La Puglia – ha aggiunto Vendola – è una delle poche regioni italiane per le quali la Commissione europea ha approvato definitivamente e ufficialmente la rendicontazione finale del programma 2000-2006 a conferma del buon andamento del sistema di gestione e controllo. Oggi siamo la Regione che proprio per i controlli e per la gestione è considerata una delle più efficienti d’Europa. Abbiamo guardato esattamente a quella criticità, ereditata dall’amministrazione Fitto, e siamo intervenuti in via definitiva così come puntualmente verificato dalla Commissione europea nei controlli operati negli anni successivi e confermato anche dalla relazione 2013 al Parlamento Italiano della Corte dei Conti italiana sull’utilizzo dei fondi comunitari”. “Proprio per il grande sforzo posto in essere – ha concluso Vendola – abbiamo ritenuto all’epoca, in accordo con lo Stato italiano, di dover impugnare quella decisione e sebbene si tratti di una mera questione di principio valuteremo, sempre con lo Stato, la possibilità di ricorrere in appello”.

n.p.n


Pubblicato il 29 Marzo 2014

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