Cronaca

Tanti progetti a vuoto: se il vecchio Palagiustizia si svuota, non penalizzate il Libertà…

Si susseguono gli interventi di politici, professionisti, associazioni ed amministratori sulla questione ancora irrisolta dell’edilizia giudiziaria. Che poi significa liberare la Città dalle ‘gimkane’ che sono a tutt’oggi costretti a compiere a Bari addetti ai lavori, avvocati e magistrati, da anni ed anni, per raggiungere le varie sedi giudiziarie. Ma se la proposta di costruire una grande Cittadella della Giustizia, presentata dall’Impresa Pizzarotti da Parma, non ha incontrato i favori di Sindaco, Giunta e parte della Maggioranza, l’ultima amministrazione guidata dall’ingegnere Tonino Decaro pare intenzionata a spostare il mirino della costruzione della nuova cittadella giudiziaria al confine sud della Città, occupando l’ex area militare delle cosiddette ‘Casermettte’. E così si continua a discutere. Ed a perdere altri finanziamenti e risorse, arenandosi nelle secche di altre proposte piuttosto fumose come la più recente avanzata dall’ultimo Ministro di Grazia e Giustizia, che tempo fa aveva perfino pensato di cedere al Comune i suoli dove insistono carcere e vecchio Palazzo di Giustizia, per venderli e coi proventi realizzare il nuovo Polo Giudiziario a Bari. Tra i tanti a intervenire sul tema sono stati Luigi e Michele Cipriani, rispettivamente ex Consigliere Comunale ed ex Consigliere Provinciale, per il Gruppo Indipendente Libertà. I due politici del rione Libertà, dunque, ritengono doveroso intervenire ancora una volta sulla “vicenda” dell’edilizia giudiziaria della nostra città, “…ormai noiosamente oggetto di un dibattito a mille voci, cui non fanno seguito serie e concrete iniziative”. I Cipriani padre e figlio non si fanno pregare per spiegare il loro pensiero. “Dopo il definitivo abbandono del progetto Pizzarotti, peraltro economicamente vantaggioso e la successiva “ idea” di collocazione in quel di Carbonara, è venuta alla luce – con parto cesareo- una terza creatura e cioè la cessione a titolo gratuito al comune di Bari del Carcere, del palazzo di Giustizia di Piazza de Nicola, oltre a 10 milioni di euro”. Una proposta, appunto, che valeva come proposta, senza niente di concreto per guadagnare tempo dopo quasi trent’anni di chiacchiere e strane perdite di tempo al Comune. Ripetono infatti Michele e Luigi Cipriani che Clemente Mastella, all’epoca Ministro di Grazia e Giustizia, aveva “solamente” prospettato come proposta “ipotetica” quella della cessione dei due immobili statali, nell’incontro romano con il vecchio Sindaco Emiliano e l’allora Presidente della Provincia Divella. Insomma, ci troviamo adesso al cospetto dell’ennesimo proclama fine a se stesso, tenuto conto che anche questa ipotesi –come almeno altre quindici partorite in dieci anni da Michele Emiliano e dal fido Vito Leccese- apparteneva a un evento che presupponeva l’individuazione di nuove aree e la possibilità di alienare gli immobili citati per reperire il danaro per un nuovo complesso immobiliare da destinare all’attività giudiziaria. Niente di fatto, e ora? Su una cosa, però, i due ex consiglieri del Gruppo Indipendente-Libertà ci tengono a non dar corso ad altri equivoci e cioè che qualsivoglia sbocco avrà la vicenda, bisogna rammentare al Sindaco e alla sua Maggioranza tutta che l’indotto economico riconducibile agli operatori commerciali del quartiere Libertà dalla presenza dell’attuale struttura giudiziaria. Insomma, comunque vada a finire la storia infinita dell’edilizia giudiziaria, il quartiere dove già sorge il Palazzo di Giustizia non verrà compromesso da soluzioni che penalizzino gli operatori residenti nel “ LIBERTA’ “, ovvero una contropartita di ugual portata quali ad esempio il trasferimento degli  uffici Comunali presso gli uffici della procura in Piazza De Nicola. Per questo il Gruppo Indipendente Libertà invita anche Antonio Decaro, l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso e i consiglieri Comunali al gran completo ad avere il “coraggio” di togliersi la maschera e affrontare l’annoso problema della cittadella della Giustizia nell’assise comunale. E non certo trincerarsi dietro sterili e contraddittorie dichiarazioni attraverso la stampa che continuano a rendere la questione sede unica della giustizia ogni giorno sempre più ingarbugliata.  (adl)


Pubblicato il 17 Gennaio 2015

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