Cronaca

Taranto capitale europea della cultura …ed Emiliano governatore della Puglia

Si chiamino Olimpiadi, Campionati mondiali, Expo, Giochi del Mediterraneo, o più semplicemente Capitale Europea della Cultura, dietro quasi tutte megamanifestazioni sportive o culturali non c’è niente, se non la solita fame arretrata di finanziamenti da arpionare con accordi più o meno sottobanco per appalti e incarichi. Ma veniamo subito a noi. <>, s’infervora il consigliere regionale pidiellino Arnaldo Sala, quarantasei anni, spiegando che significa per Taranto l’inutile tentativo di farsi bella diventando fra sei anni capitale dell’’’’’’Europa intellettuale e culturale. Sala, tarantino Verace, sa benissimo che il primo cittadino di Bari, città le cui influenze da sempre penalizzano Taranto, non fa niente per niente. Ed ora ha avuto una bella pensata: candidare Taranto a Capitale europea della Cultura per il 2019, in concorrenza con città come Venezia, Bergamo, Matera, Trieste, Ravenna… La pensata di Emiliano – candidato alla Presidenza della Regione Puglia nella fase post Vendola – è astuta: nessuna città pugliese ha le carte in regola per diventare Capitale europea della Cultura, allora che fa: propone Taranto! Un traguardo ambito, insomma, per la Città jonica raggiungere quest’obiettivo, soprattutto in tempi di crisi come questi, quando trovare uno straccio di finanziamento pubblico è un’impresa, specie se a sfondo comunitario in grado di garantire fondi e progetti per lo sviluppo di un territorio. Eppure da anni l’amministrazione comunale di Taranto si caratterizza per l’incapacità di affrontare problemi, importanti e non: il disastro delle municipalizzate, la drammatica vertenza ambientale affrontata da Stefàno mandando letterine a Bari e Roma, voragini che si aprono nei mercati rionali inghiottendo furgoni. Soprattutto, da quando Stefàno guida la città è latitante la ‘Politica’ con la P maiuscola, quella che dovrebbe disegnare una strategia per il futuro della nostra città: penso all’assetto urbanistico del Territorio, e si tira a campare senza un progetto politico con un ridicolo valzer di assessori, alcuni persino a tempo determinato. Per Sala, a dirla tutta, è quanto mai difficile credere che <<…questa macchina politico-amministrativa riesca in pochi mesi, con l’estate di mezzo, ad elaborare un progetto credibile per la candidatura di Taranto a Capitale Europea della Cultura: lo farà il nuovo Assessore comunale alla cultura con contratto semestrale? E dove si dovrebbe tenere la solenne cerimonia a livello europeo? Taranto non ha una location organizzata in grado di ospitare un evento di così grande portata, probabilmente qualcuno immagina e spera che sino ad allora il Palazzo degli Uffici possa essere completato; Taranto non ha una rete organizzata in grado di supportare credibilmente quella ‘offerta culturale’ che pure il nostro Territorio possiede e che non riesce a prendere compiutamente corpo attesa la incapacità politica della classe dirigente>>. Eppure una folla plaudiva a Palazzo di Città alla nuova farsa politica organizzata dal primo cittadino jonico per presentare questa bella pensata. Poi il consigliere regionale tarantino affonda la lama: <>. Più chiaro di così….

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 13 Aprile 2013

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