Taranto e Paisiello, madre e figlio
Ricorre oggi il 285° anniversario della nascita dell’ultimo grande rappresentante della scuola musicale napoletana

Roccaforzata (nel medioevo Roca Vecchia) è un comune di meno di duemila abitanti che sorge in vetta a una collina della Serra di Sant’Elia, nel tarantino. In questo piccolo centro pugliese sarebbe nato il 9 maggio 1740 Giovanni Paisiello, uno degli ultimi grandi rappresentanti della scuola musicale napoletana. Il condizionale nasce dal fatto che la storiografia ufficiale assegna invece a Taranto la genitura di questa figura centrale dell’opera italiana della seconda metà del XVIII secolo (con le sue 94 opere Paisiello contribuì in maniera determinante allo sviluppo dell’opera buffa). Vediamo di capire da dove nasce la diatriba. Lorenzo Mattei, che cura la relativa scheda in ‘Dizionario Biografico degli Italiani’, non ha dubbi: Giovanni Paisiello nacque nella città dei due mari. Mattei sa di non disporre di prove inoppugnabili. Nessuno è mai riuscito a risalire al registro parrocchiale sul quale venne dichiarata la nascita del piccolo Paisiello (fino al 1871 le funzioni di ufficiale di stato civile erano espletate dai parroci). Forse quei dati perirono in qualche incendio, forse andarono dispersi nel trasferimento dei faldoni dalla chiesa al neonato Servizio Anagrafico Comunale… Mattei però dispone di un importante indizio : l’atto di battesimo è conservato nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Taranto, mentre dal catasto onciario di quella città del 1746 si evince che il maniscalco Francesco Paisiello (“d’anni 35”), padre di Giovanni, risiedeva con la moglie e con i figli nell’abitazione del cognato sacerdote, Francesco Fuggiale, abitazione situata alle spalle del Duomo tarantino… Ora, in passato si usava battezzare i bambini appena dopo la nascita, essendo frequenti le morti premature. Nessuna puerpera avrebbe affrontato un viaggio di tredici chilometri (tutt’altro che uno scherzo con le strade e i mezzi di una volta) per far battezzare il proprio bambino a Taranto. A parlare di Roccaforzata, ma sulla base di una “notizia aneddotica”, è stato Alberto Ghislanzoni nel suo ‘Giuseppe Paisiello, valutazioni critiche rettificate’ (Roma, 1969). Che il Ghislanzoni abbia preso un granchio viene indirettamente confermato dal ‘Dizionario corografico dell’Italia’, edito a Milano nel 1866. Alla voce Roccaforzata, il Paisiello non è menzionato tra le glorie cittadine che il sindaco del paese ebbe cura di elencare a favore del compilatore della scheda, tale Amato Amati. E all’epoca della pubblicazione erano passati cinquant’anni dalla scomparsa del compositore. Per quale motivo un Comune dalla storia affatto ricca avrebbe dovuto lasciarsi scappare l’occasione per mettere all’occhiello un fiore che da solo riscatta mille anni di anonimato? Peraltro, la scheda Wikipedia di Roccaforzata non indica Paisiello fra le glorie cittadine.
Italo Interesse
Pubblicato il 9 Maggio 2025