Cronaca

TASI al Comune di Bari: un clamoroso caso di vampirismo fiscale?

Molti baresi, alla notizia delle aliquote TASI decise dal neo-sindaco di Bari, Antonio Decaro,  si sono sentiti frastornati,addirittura più di quando il Bari ha clamorosamente fallito la promozione in serie A.  La TASI è la nuova tassa annuale sui servizi – l’acronimo sta per “Tassa sui Servizi Indivisibili”( per la manutenzione stradale, l’illuminazione comunale, la manutenzione dei giardini)  – che a partire dal 2014 sostituirà l’IMU. Come l’IMU, si calcola sulla base imponibile della rendita catastale della prima casa di proprietà. A Bari, però, al solito ,si è voluto esagerare: rispetto a Roma e a Milano (e parliamo di Roma e Milano…), dove pure i sindaci hanno fissato le aliquote al massimo livello consentito dalla legge, ossia il 2,5 per mille, a Bari Decaro ha puntato addirittura al 3,3 per mille, aggiungendoci il famigerato 0,8 in più, sinistramente noto come “Super-Tasi”. Ora, se ci trovassimo in una metropoli con un’eccellente gestione dei servizi, la cosa sarebbe (seppur a denti stretti) accettabile, ma il sindaco ha idea dello stato di pesante degrado in cui versano luoghi come Barivecchia, Pane e Pomodoro, il giardino Garibaldi, Piazza Umberto, o le periferie? Con la città ridotta a  pattumiera a cielo aperto, percorsa da strade sconnesse ed insidiosissime, è quantomeno folle pensare di poter pretendere un balzello del genere, pensando di poter riparare i danni di una amministrazione disattenta attraverso il consueto e deprecabile svuotamento delle tasche dei contribuenti. Forse che il neosindaco si è lasciato contagiare dal vampirismo fiscale del suo “padrino politico” Emiliano, che già aveva portato l’IMU sulle seconde case al massimo (10,6 per mille)? Eppure le simulazioni rispetto alle vecchie ICI-IMU sono allarmanti, perché con la Tasi si pagherà decisamente di più. Evidentemente lo staff del primo cittadino deve essere ben poco esperto di campagne elettorali, perché alla vigilia delle elezioni regionali un autogol così clamoroso costituisce  un regalo al centrodestra, che sentitamente ringrazia. I cittadini baresi, invece, non  ringraziano e prendono le misure, consapevoli  di dover  trascorrere le magre  vacanze dei tempi della crisi con una preoccupazione in più.  Il provvedimento “in pectore” (dovrebbe passare al vaglio di giunta e consiglio) riguarderebbe circa 50 miglia famiglie baresi, esposte al pericolo di un salasso fuori di ogni logica confusamente giustificato con la  necessità di doversi prevedere sgravi per le famiglie in difficoltà. Alla Robin Hood, insomma, De Caro pensa di togliere ai più fortunati per non infierire sui più sfortunati, spalmando sulla fascia sociale che è prossima al tracollo quello che non si può più levare a chi il fondo l’ha già toccato .

Piero Ferrarese

 

 


Pubblicato il 23 Luglio 2014

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